Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
I Dischi Del Minollo
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Daniele Bertolini - voci, chitarre
- Lorenzo Cusinato - voci, chitarre
- Andrea Toso - piano, synth
- Alessandro Bordone - basso
- Alberto Boralevi - batteria


Tracklist: 

1. Male In Quanto Tale
2. Colori Accesi
3. Castore Vs. Polluce
4. Avenue
5. Parigi
6. Al Risveglio
7. [Reprise]

Greenhouse Effect

Al Mio Risveglio

Registrato live nel 2007 al Teatro Delle Maddalene, Al Mio Risveglio dei padovani Greenhouse Effect è uno di quei lavori del panorama indipendente nazionale che permette di interrogarsi sul valore di parecchie bands che rimangono nell’ombra per svariati anni. E’ questo infatti il caso del quintetto veneto, attivo dal 2003 e capace di riunire in un unico sound le sperimentazioni Post Rock dei vari Mogwai ed Explosions In The Sky con il gusto altrettanto velato ed alternativo degli inglesi Oceansize.
Nei sette episodi che formano Al Mio Risveglio si ritrova una formazione in grado di muoversi autonomamente soprattutto negli ampi fraseggi strumentali, garantendo una qualità comune a poche realtà del genere nel nostro Paese.

I brani più efficaci e profondi sono certamente il secondo Colori Accesi, carico di quell’atmosfera distesa ed onirica che si è fatta spazio nella scena Post Rock d’oltreoceano, e il sesto Al Risveglio, anch’esso memore delle reminescenze degli Explosions In The Sky più meditativi ed intriso di quell'alone di malinconia che pervade ciascuna composizione dei Greenhouse Effect.
Voci soffuse e sospiri si susseguono in un crescendo di emozioni, supportate da un tessuto strumentale che è il vero punto di forza del gruppo, perché estremamente delicato ed avvolgente: i toni caldi della musica dei Greenhouse Effect cullano costantemente l’ascoltatore, sebbene siano presenti dei cali qualitativi in corrispondenza di tracce come Castore Vs Polluce, elegante ma troppo ordinaria nel suo Post Rock, o nella non esaltante introduzione Male In Quanto Tale.
Ottime invece le architetture più oscure di Parigi, colma di tensioni verso l’Indie tipicamente italiano e abbastanza variegata nelle diverse sfaccettature che la compongono.
I disegni delle chitarre rappresentano in ogni caso la magia della dimensione Greenhouse Effect, fatta di atmosfere rarefatte e spesso impercettibili, minimaliste e vorticose contemporaneamente.

Nonostante il prodotto discografico duri solamente 37 minuti, esso costituisce una notevole prova della maturità del song-writing di una band che sta cercando di emergere nel circuito nazionale con una musica ragionata e frutto di un profondo impegno. La registrazione e il mixaggio sono di media/alta qualità e riescono a far emergere chiaramente tutti i colori della tavolozza timbrica dei Greenhouse Effect, che dovranno comunque continuare ad affinare il proprio sound, eliminando le ripetitività di certi passaggi e giungendo ad una maggiore coesione interna.

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