Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Pulverised Redcords
Anno: 
2012
Line-Up: 

Gusi - Drums

SBE - Guitars

Bastard - Guitars, Bass 

Julkarn - Guitars, Bass, Vocals

Tracklist: 

1. The Altar of Sculpted Skulls  03:51   

2. An Epitaph Written in Blood  04:01   

3. Deathcrowned  04:45   

4. Cult of the Shadows  03:16   instrumental 

5. Ritual (Re-recorded)  03:57   

6. Howl of the Black Death (Re-recorded)  04:08

Graveyard

The Altar of Sculpted Skulls

Da un primo ascolto me l’avevano fatta. Questi ragazzi che suonano death metal di chiaro stampo svedese (quello vero, di inizio anni 90) non vengono dal succitato Paese scandinavo ma bensì dall’assolata Spagna. I Graveyard non sono proprio tra i nuovi arrivati nel campo giacché la loro esperienza musicale nasce nel 2007 e si arricchisce di alcuni split e persino di un album pubblicato nel 2009, One with the Dead. L’attenzione scatenata dai quattro musicisti fa colpo sulla Pulverised Records che prontamente stampa su CD l’ultimo lavoro della band, questo EP dal nome The Altar of Sculpted Skulls, inizialmente uscito in formato 12 pollici nell’aprile 2011. 

Come avete potuto captare dallo stile che ho citato in precedenza, i Graveyard lasciano ben poco spazio all’immaginazione e ci travolgono con il loro death/black primordiale. Chitarre a zanzarone, voce gutturale, produzione putrida e batteria che lavora senza sosta sono le caratteristiche essenziali di un lavoro vintage, forse senza troppe idee eclatanti ma pur sempre piacevole all’ascolto per gli appassionati che sono ormai stufi di produzioni leccate e musicisti ultra tecnici. L’apertura è nelle mani di una già chiara The Altar of Sculpted Skulls, summa di ciò che Grave, Entombed e Carnage produssero vent’anni fa. Le caratteristiche ci sono tutte, dalle accelerazioni furiose alle cadute nel doom più marcio. L’atmosfera di pura decadenza che ammanta il sound non lascia prigionieri e la voce asfissiante Julkarn aggiunge un ulteriore tocco morboso al tutto. Le linee soliste delle successiva An Epitaph Written in Blood servono come introduzione ad un’imminente esplosione in tempi veloci per proseguire in questa marcia di totale distruzione. Una valanga di riffs ed assoli strazianti ci sommerge per un impatto frontale di tutto rispetto.

Deathcrowned non disdegna alcuni rallentamenti che sporadicamente si erano già fatti sentire nella traccia precedente e questo è anche un bene per dare varietà al prodotto e vedere come la band se la cava. Direi che la prova è stata superata anche se ovviamente alcuni momenti più impulsivi spaccano l’andamento. Successivamente troviamo un traccia strumentale, Cult of the Shadows, che punta principalmente sull’atmosfera doom al fine di introdurre due tracce, Ritual e Howl of the Black Death, che furono inizialmente scritte nel 2010. Stilisticamente parlando, esse non mostrano variazioni rilevanti in stile se non per un riffing che a tratti potrebbe riportare alla mente anche delle influenze black metal giacché improntato sul tremolo furioso.

Insomma, questi quattro musicisti di Barcellona potranno anche sembrare stantii e poco originali nella loro proposta ma a me sinceramente non interessa molto sin che vedo impegno e convinzione in quello che si fa. Le opinioni favorevole che hanno accolto le loro past releases furono meritate e anche io mi sento di lodare questa giovane e promettente band di puro old school death metal.

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