Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Davide Merli
Genere: 
Etichetta: 
Goat Records
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Il Lurido Cavernicolo - batteria
- L'Orrendo Maniscalco - basso
- Il Profeta - voce
- La Bestia Assatanata - chitarra
- Il Professor Tetro - computers
- Il Boia Malefico - cori
- Il Nano Merlino - cori

Tracklist: 

1. L’Avvento (parte II)
2. Fratelli nella Fede
3. Il Gattino Fufi
4. La Zincatura
5. Volevo un Taglio Semplice
6. Sette Uomini
7. La Consegna delle Tavole
8. I Dieci Metallamenti
9. Lasciala Stare
10. Ragazzi a Pezzi
11. Le Megere
12. Nemico dell’Igiene
13. Vedi gli Atroci e poi Muori
14. Pezzi di Panza
15. Il Mago Crisantemo
16. Italo Porcu
17. La Fuga (parte II)
18. Quel Mazzolin di Borchie
19. Che Musica ti Piace?

Atroci, Gli

L'Armata del Metallo

Dopo un attesa di più di due anni, finalmente viene alla luce la seconda creazione del gruppo metal demenziale più famoso d’Italia: Gli Atroci.
Se le loro canzoni dell’ omonimo debutto erano finite più o meno sulla bocca di tutti i i metallari italiani, con questo secondo capitolo i setti bolognesi si pongono l’obbiettivo di sfornare nuovi inni al metal o meglio il metallo, come a loro piace chiamarlo.
Questo filone tra i due dischi è molto evidente col fatto che L'Armata del Metallo inizia proprio come era finito il primo, ovvero con la chicca dei due fuggiaschi che si rincorrono e che finiscono come sempre nei guai.
Il disco gode di una abbondante lista di ospiti tra i quali spiccano il mitico Pino Scotto (Fire Trails, Vanadium) alla voce in Pezzi Di Panza, Michele Luppi (Vision Divine, Michele Luppi’s Heaven, Mr. Pig) ai cori in varie canzoni e infine Max Pezzali (883) ovvero un personaggio che come tutti sanno si è sempre dedicato a ben altri generi musicali.
19 pezzi in totale tra canzoni e chicche comiche rendono il prodotto completo sotto tutti i punti di vista e, per la maggior parte dei pezzi, di ottima qualità.

Il disco, come appena preannunciato, può esser diviso in due parti, ovvero le canzoni vere e proprie e gli stacchetti a sfondo comico e in primo luogo verrà analizzata la prima delle due sezioni in quanto senza dubbio è la più importante.
La prima canzone del disco è Fratelli Nella Fede, canzone molto Heavy che si presenta come un immaginaria (almeno per ora…non si sa mai…) pubblicità elettorale degli Atroci. Ottimo l’impatto vacale del Profeta, vero trascinatore dietro il microfono. La canzone è dotata di un testo molto divertente e di un ritmo immediato e coinvolgente.
La successiva è La Zincatura, ovvero metodi alternativi per sbarazzarsi della propria suocera. In questa canzone si sentono molto le atmosfere elettroniche in pieno stile Industrial senza però rinunciare al classico impianto Heavy.
Volevo Un Taglio Semplice si presenta come una vera e propria minaccia per tutti i barbieri che vogliono fare di testa propria sul come impostare il taglio di capelli. Come nella canzone precedente, anche qui si sentono particolarmente i suoni elettronici della tastiera che creano un ritmo quasi ossessivo molto ben riuscito. Canzoni molto bella e ironica.

A questo punto del disco i nostri profeti del metallo hanno la bella idea di inserire una canzone Country: Sette Uominicolpisce l’ascoltatore per il suo genere davvero atipico per un disco Metal (anche se in America qualcuno si sta buttando sul mischiare il Country col Metal). La canzone parla del viaggio di “evangelizzazione” degli Atroci in America, durante il quale convincono gli abitanti del deserto ad ascoltare Metal al posto del Country.
Quello che segue è forse il pezzo meglio riuscito in quanto a testo ironico del lotto: I Dieci Metallamenti narra della stesura delle dieci regole fondamentali dei ogni metallaro. Il pezzo è ottimamente riuscito sia sotto il punto di vista lirico che quello musicale dove spicca a poco più della metà della canzone la vera e propria stesura della canzone, dove il "Dio del metallo" (Ozzy Osbourne) detta ai suoi discepoli le sue sacre direttive.
Lasciala Stare deve essere considerato una vera e propria sperimentazione musicale: in questo brano gli Atroci si dilettano nel suonare un pezzo scritto per loro da Max Pezzali, in pieno stile 883, però suonata con strumenti elettrici e con un ritmo Metal. L’esperimento tutto sommato risulta piacevole e ben riuscito.
La successiva Ragazzi A Pezzi invece è improntata su ritmi più lenti, tipo La Mamma è Importante del disco d’esordio, e forse non ha l’impatto coinvolgente che gli altri pezzi hanno.
Nemico Dell’ Igiene non può che far sorridere tutti i i fans di AC/DC in quanto la canzone sembra venuta fuori dal repertorio di Young e soci (con voluti riferimenti ad Hells Bells). Il tema dell’igiene è sempre uno dei più gettonati dai gruppi demenziali ma non tutti riescono nell’intento di far ridere creando un testo divertente e non schifoso. Gli Atroci, in questo caso, riescono bene nell’intento di divertire con un testo davvero simpatico e spiritoso, con un cantato in pieno stile Brian Johnson.
Un altro pezzo che non ci si aspetterebbe mai in un disco Metal è Vedi Gli Atroci E Poi Muori, dove i sette si divertono a creare una canzone che è un mix tra la tradizione napoletana e quella folkloristica ispirata a De Andrè.

In Pezzi Di Panza possiamo godere della sempre gradita voce di Pino Scotto che interpreta il ruolo del chirurgo pazzo che non è capace di operare. Come ci dice il buon vecchio Pino, questo è sano rock ‘n’ roll in pieno stile anni ’80 dove il duetto tra l’ex Vanadium ed il profeta risulta davvero azzecato. Un pezzo davvero molto bello che si presenta come uno dei migliori del disco.
Come ultima canzone abbiamo una contorta Italo Porcu, meno immediata delle precedenti che parla di un errore nella consegna di amuleti acquistati da uno di quei maghi che si vedono in tele. La voce è in molte parti campionata e questo rende la canzone più contorta rispetto alle altre. Dopo un paio di ascolti però ci si fa meglio un ottica di un pezzo piacevole anche se con troppo poco ritmo.
Ad arricchire queste undici canzoni ci sono ben 8 scenette comiche tra le quali spiccano senza dubbio Il Gattino Fufi (davvero esilarante) o acneh l’introduttiva L’Avvento Pt.II e il suo sequel, La Fuga pt.II.
I nostri hanno anche un leggero senso dell’autoironismo nell’inserire il dialogo di due ragazze (Le Megere) che mostrano il loro disprezzo nei confronti dei metallari.
Davvero divertente anche in momento della Consegna Delle Tavole durante la quale Ozzy Osbourne detta le sacre direttive ai suoi seguaci metallari.

In conclusione ci troviamo di fronte ad un disco davvero ben fatto e molto piacevole da ascoltare e che comunque presenza sostanza anche sotto il punto di vista musicale. Un graditissimo ritorno di una band che col debutto discografico era riuscita persino a far conoscere il Metal, seppur nel loro aspetto demenziale, a gente che ascolta tutt’altro genere.
Ascolto sconsigliatissimo se si vuole staccare un po’ dai soliti dischi sempre uguali con idee riciclate migliaia di volte.

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