Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
AOR Heaven/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Thomas “Hutch” Bauer - basso
- Robby Böbel - chitarra
- Stephan Kämmerer - voce
- Rami Ali - batteria


Tracklist: 

1. No One
2. I Give You The Rest
3. Save Me
4. Did You Ever (Taste The Pain)
5. Say, What You Have To Say
6. Don't Run Away
7. Hunter
8. Into Deep
9. It Is You
10. My Vision

Frontline

Circles

Inossidabili continuano sulla loro strada i tedeschi Frontline, devoti ad un Hard Rock melodico che sembra aver trovato in questo nuovo Circles nuova linfa vitale rispetto a prova del passato più o meno recente non sempre entusiasmanti (in particolare la fiacca raccolta di inediti del 2003, Almost Unrealesed).
Anche il nuovo album non fa gridare al miracolo ma fa segnalare alcune situazioni melodiche che rendono un discreto pacchetto di brani più che interessante.
Di certo restano alcuni difetti come la voce di Stephan Kämmerer che a molti può sembrare un mattone indigeribile nella sua cadenza un po’ pesante e poco camaleontica; detto questo è anche reale il risultato di song cadenzate e “rock” come l’ottima I Give You The Rest, che si avvale di una linea ritmica ben congegnata e un ritornello che si stampa nella melmoria dopo il primo ascolto ma non induce alla stanchezza dopo pochi ascolti.

Il punto di forza dei nostri è però sempre nei brani di Rock melodico più marcatamente dolci, come conferma la “zuccherosa” Did You Ever (Taste The Pain), pezzo da classifica che si fa valere anche per un assolo di chitarra ad opera di Robby Böbel di invidiabile qualità.
Di certo non manca la solita fiacchezza che era già stato un po’ il punto di arresto di alcune song del precedente album (The Seventh Sign). Di certo sembra che per questa band, in corsa sin dal lontano 1989, la presenza nella line-up di una bassista energico come Thomas “Hutch” Bauer e di un batterista quale l’atletico Rami Ali garantisce una dinamicità prima non presente, che media un po’ con alcuni momenti di piattezza del singer. Aggiungiamo anche che la produzione cristallina aiuta senz’altro l’uscita “efficace” della linea ritmica.
Ancora momenti di grande chitarra con Don’t Run Away, in cui Robby Böbel torna ad esibirsi con ottimi risultati. Il brano successivo, Hunter, alterna momenti più d’atmosfera a cavalcate ritmiche di grande impatto e conferma il buono stato compositivo del gruppo tedesco.
Senza gridare al miracolo possiamo dire che con Circles i veterani della band, Böbel e Kämmerer, sono riusciti a dare una svolta vitale al sound della band.

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