Voto: 
7.1 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Island
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Barry Fratelli - basso, voce
- Mince Fratelli - batteria
- Jon Fratelli - chitarra, voce

Tracklist: 

1. Henrietta
2. Flathead
3. Cuntry Boys And City Girls
4. Whistle For The Choir
5. Chelsea Dagger
6. For The Girl
7. Doginabag
8. Creepin' Up The Backstairs
9. Vince The Loveable Stoner
10. Everbody Knows You Cried Last Night
11. Baby Fratelli
12. Got Ma Nuts From A Hippy
13. Ole Black 'n' Blue Eyes

Fratellis, The

Costello Music

Costello Music è l'album di debutto di questi quattro ragazzi scatenati provenienti da Glasgow. Possiamo anche tranquillamente dire che il 2006 sia l'anno dei gruppi indie-rock di matrice britannica, dato il numero altissimo di bands che sono nate lungo tutta l'annata. A questo punto viene da chiedersi se questo fenomeno sia successo per caso o se dietro vi sia una vera e propria pianificazione da parte delle majors. Fatto sta che alla lunga fila di indie-rock bands che abbiamo incominciato a conoscere, dobbiamo accodarci anche i The Fratellis.

Dando anche solo uno sguardo alla copertina, capiamo che quello che andremo ad ascoltare non sarà qualcosa di normale e lineare ma, piuttosto, qualcosa di stravagante e al di là delle righe. In effetti sarà proprio così, verremo catapultati in sonorità bizzarre sia per la costruzione sia per lo stampo generale che il disco ci trasmetterà. Se, ad esempio, facciamo un veloce skip di tutte le tracce, ci balzerà subito all'orecchio una delle caratteristiche principali dei The Fratellis: attacchi veloci e "balzarini" sin dai primi secondi. Questa sarà una costante presente in ogni pezzo e che agli amanti di atmosfere più ricercate ed intime, non piacerà più di tanto. Un'altra sensazione che ci viene trasmessa è che analizzando una singola canzone, la medesima analisi la si possa utilizzare per tutte le altre tracce. Questo perchè, bene o male, l'impronta è sempre la stessa; questo può essere un pregio (per coloro che preferiscono quei dischi che difficilmente cercano di esplorare mondi sonori diversi) ma anche un difetto (alla lunga può annoiare o, per lo meno, togliere quel piacevole senso di sorpresa che molti cercano all'interno di un album e che provano ogni volta che ascoltano la traccia successiva). Tutto questo lo si può semplicemente provare andando a prendere alcuni brani come per esempio Flathead; l'inizio, come già detto, è piuttosto sostenuto ed è caratterizzato da una melodia di chitarra orecchiabilissima e che rimane facilmente in mente. Tutto il pezzo continuerà così fino alla fine, eccetto i bridge che precedono il ritornello che sono caratterizzate da più voci che intonano vocalizzi tra loro diversi, dandoci quel senso retrò che non appare male soprattutto in un genere dove si cerca sempre di portare il pubblico indietro negli anni. Originale e carino risulta anche l'utilizzo da parte della batteria di alcuni passaggi con tanto di campane che danno un tocco aggrazziato, rendendo il tutto ancora più divertente e ballabile. Un altro brano che può essre citato è Chelsea Dagger che è la canzone di lancio dei The Fratellis ovvero il primo singolo e, di conseguenza, il primo video trasmesso. Sulla qualità del brano non c'è niente da dire (anche se l'unica cosa di pregevole fattura, sono le ballerine che si vedono per tutto il filmato). La canzone ricorda un pò gli ambienti del Moulin Rouge degli anni d'oro dove tutto era chic e trash allo stesso tempo. Per quanto riguarda invece le caratteristiche tecniche del brano, i punti trainanti sono senz'altro un buno ritmo ben calibrato in ogni suo singolo secondo e, come sempre in questo album, il giusto mixaggio tra chitarre e vocalizzi stralunati.

Costello Music è quindi un buon album che presenta al meglio un gruppo che è appena entrato nel panorama musicale che conta. Abbiamo pezzi che probabilmente ce li sentiremo in tutte le salse e in parecchi pezzi pubblicitari se non in servizi televisivi (già succede per Chelsea Dagger ma, molto probabilmente, ci ritroveremo anche Baby Fratelli che in quanto a capacità trainante non ha niente da invidiare alla precedente). C'è però un brutto presentimento che si fa sempre più persistente man mano che si procede nell'ascolto: l'idea che siano già diventati una sorta di coppia di loro stessi. Sembra quasi che pensino di avere trovato una formula vincente con due o tre canzoni e abbiano pensato di riutilizzarla mescolandola in forme diverse per poter poi fare tutti gli altri brani. Questo lascia una brutta sensazione che non corrisponde con quella piacevole nata agli inizi dell'album. Bisognerà quindi aspettare l'uscita del prossimo disco per vedere se questo presentimento è una realtà o meno.

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