Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Black Lodge/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Timo Hovinen - voce
- Peter Nagy-Eklof - chitarra
- Petri Tarvainen - chitarra
- Stefan Norgren - batteria
- Peter Wendin - basso


Tracklist: 

1. Reality/Fatality
2. My Own Demise
3. Self Appointed Victim
4. No Cure Sickness
5. Live The Lie
6. The Dark Domain
7. Chokehold
8. Reconcile
9. Greater Than I
10. The Craving
11. Bound
12. Conclusion

Faceshift

Reconcile

Cambio di rotta timbrica per i componenti della band svedese Eternal Oath, che dal 1993 aveva proposto un Death ricco di toni sinfonici, pubblicando anche tre discreti full-lenghts, dimenticati purtroppo all’interno della vasta scena underground scandinava; dopo aver chiuso l’esperienza degli Eternal Oath nel gennaio 2007, i cinque di Stoccolma hanno immediatamente avviato il lavoro di song-writing per un nuovo progetto, denominato Faceshift ed influenzato da sonorità di stampo gotico, parecchio vicine alle soluzioni dei rinnovati Paradise Lost e dei Katatonia del periodo Tonight’s Decision-Last Fair Deal Gone Down.
Reconcile rappresenta il risultato finale del processo di composizione e di registrazione che ha visto l’intervento della svedese Black Lodge a sostegno di questo promettente five-piece nordico.

Il Gothic presentato nei dodici brani di Reconcile conserva un’intensa componente Metal, come testimonia la potente architettura timbrica dell’opener Reality/Fatality, ma è capace di aprirsi a melodie intrise del Gothic Rock nordico. L’interpretazione tecnica dei Faceshift è parecchio convincente sin dall’inizio dell’album, perché la voce di Timo Hovinen si adatta con efficacia all’intreccio di chitarre e tastiera che domina il tessuto di canzoni come My Own Demise o Self Appointed Victim.
Le ritmiche descritte non sono mai ripetitive e monotone da un episodio all’altro ed esse, insieme alla melodia che permea gran parte del platter, permettono di trascinare l’ascoltatore, pur nella loro semplicità.
L’aspetto positivo dello stile dei Faceshift è appunto la sua estrema essenzialità (soprattutto nelle strutture di chitarra), che garantisce una facile memorizzazione dei capitoli che si susseguono di volta in volta: Chokehold è il culmine di questa scia che accompagna i Faceshift nello sviluppo di Reconcile, perché la voce di Hovinen assicura una performance davvero valida e competitiva.
Nonostante si verifichino alcune cadute di qualità nel corso dell’album (Live The Lie e la title-track in primis), i Faceshift dimostrano pienamente che il mutamento di genere ha consentito loro di giungere ad una più profonda maturità, perché il sound proposto è decisamente più contemporaneo rispetto al mediocre Death degli Eternal Oath. Per questo si ritiene che la fortuna del neonato act svedese sia stata quella di trovare da subito un conveniente contratto con la connazionale Black Lodge, già casa discografica degli Eternal Oath in occasione del terzo ed ultimo capitolo discografico.

Sebbene l’artwork di Reconcile non faccia prospettare quali atmosfere vengono plasmate all’interno del lavoro (notare la sua somiglianza con la maggior parte delle copertine del panorama Metalcore), si può affermare con certezza che i Faceshift hanno notevoli potenzialità, sia a livello di song-writing che di esecuzione. Il passo successivo ora consiste nel trovare una maggiore personalità, ma le premesse promettono bene, considerando soprattutto il breve periodo di tempo intercorso tra lo scioglimento degli Eternal Oath e l’uscita dell'esordio.

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