Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Epic
Anno: 
1983
Line-Up: 


- Joey Tempest - voce, tastiere, chitarra acustica
- John Norum - chitarra
- John Leven - basso
- Tony Reno - batteria
 

Tracklist: 

1. In The Future To Come
2. Farewell
3. Seven Doors Hotel
4. The King Will Return
5. Boyazont
6. Children Of This Time
7. Words Of Wisdom
8. Paradize Bay
9. Memories

Europe

Europe

Il debut self-titled della rock band svedese esce nel 1983 per la Hot Records, poi ristampato nel 1989 dalla Epic nella versione oggi più nota, quella cioè con la chiesa di Santa Sofia ritratta in copertina; si tratta di un lavoro ancora immaturo ed acerbo, che lascia in parte intravedere una formazione agli esordi, con un sound ancora lontano da quel melodic hard che avrebbe in seguito reso gli Europe protagonisti della scena hard rock degli ‘80.
Il full-lenght in questione infatti, oltre ad essere il meno noto nella discografia dell'act svedese e anche quello più difficile da reperire oggi sul mercato, è sotto l'aspetto musicale un album di hard n' heavy che si snoda tra soluzioni class metal e progressive, non potendo contare ancora sulla presenza del tastierista Mic Michaeli, e con la presenza dietro le pelli di quel Tony Reno che nel 1984 sarebbe stato licenziato da Tempest e Norum, a quanto pare per scarso impegno. L'album ebbe anche un discreto successo, in particolare in Svezia e in Giappone, terra da sempre particolarmente sensibile alle uscite hard n' heavy provenienti dal Vecchio Continente, anche se presentava un forte dislivello qualitativo tra i vari brani presenti nel lotto, alternando ad un'ottima parte iniziale ricca di pezzi che sarebbero diventati classici del loro repertorio, una parte finale tutt'altro che memorabile.

Infatti le song di maggior spessore sono l'opener In The Future To Come, cavalcata Heavy che mostra subito i fattori di maggior forza su cui potevano contare gli svedesi, e cioè la grande vena compositiva e la voce estesa, calda e potente di Joey Tempest, vero mastermind del gruppo, e la caratura tecnica del chitarrista John Norum, grande amico di Tempest e membro fondatore del combo svedese, che inizialmente era stato chiamato Force. Saltando Farewell, pezzo heavy massiccio, cadenzato e melodico, ci troviamo subito di fronte alle altre due maggiori composizioni di questo disco: l'immortale ed epica Seven Doors Hotel, divenuta un classico del loro repertorio, una canzone più cupa rispetto ai loro soliti standard, anche per merito del lavoro delle backing vocals, ed in possesso di una sezione ritmica possente e riff incisivi, e The King Will Return, brano lento, epico e melodico che ricrea atmosfere quasi settantiane in cui si assiste alla memorabile interpretazione di un ancora giovanissimo Tempest.
Ciò che resta, per quanto piacevole, sono dei canonici e pur validi brani di una formazione agli esordi: Boyazont è un pezzo strumentale composto da Norum, Children Of This Time è un'altra cavalcata heavy che tiene sempre d'occhio l'aspetto melodico, Words Of Wisdom invece è un buon brano lento e malinconico con un chorus apprezzabile, mentre in Paradize Bay si ripresenta un hard n' heavy caratterizzato da schitarrate e riff semplici e diretti e dalla possente sezione ritmica, infine la closer Memories riporta in parte alle sonorità dei Rainbow, di cui gli Europe erano grandi estimatori.

L'esordio del combo svedese fu quindi un pò altalenante, ma in ogni caso capace di gettar luce su una delle maggiori realtà musicali degli anni '80, tanto che l'album, come già detto, ebbe un buon successo di vendite e soprattutto conteneva già pezzi di gran valore, come le già citate Seven Doors Hotel e The King Will Return.

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