Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Temporary Residence
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Matthew Cooper - Musiche, Programming

Tracklist: 

1. Leaves Eclipse the Light
2. The Motion Makes Me Last
3. In Culmination
4. Weird Creatures
5. Nightmare 5
6. Making Up Minds
7. Bending Dream
8. Cease to Know

Eluvium

Similes

Un nuovo disco per Matthew Cooper - in arte Eluvium - e una nuova, timida avventura nei meandri più autoriali dell'ambient moderno. Perchè se c'è un artista che col tempo ha finito per incarnare in maniera emblematica gli sviluppi e le evoluzioni della musica ambientale del 2000, quello non può essere altro che il genietto del Tennesse, il compositore fragile ed ermetico che nel 2007 ci aveva fatto sciogliere il cuore con l'acclamatissimo Copia. In realtà Eluvium aveva incominciato a far breccia nelle resistenze emotive di mezzo mondo già nel 2003 (con l'esordio Lambent Material) e, soprattutto, nel 2004, anno di pubblicazione di An Accidental Memory in the Case of Death, tutt'ora riconosciuto come uno dei migliori prodotti ambient dell'ultima decade. Tutto questo variando continuamente forme e contenuti all'interno del suo mondo compositivo, un mondo immerso nell'acqua nel quale si scivola lentamente, un flusso onirico perenne, paradossalmente indistruttibile. Lievi drones, pianoforti cullanti, soundscapes eterei, toccanti fantasie di archi e tenui accompagnamenti chitarristici: l'assetto che per anni ha fruttato a Cooper la fortuna, viene però quasi azzerato da quello che probabilmente risulterà il suo album meno efficace. Similes, ovvero dell'improvvisa regressione eluviumiana.

Un notevole passo indietro per un artista che fino all'anno scorso non ne aveva sbagliata una (non solo nel suo progetto solista ma anche nelle varie apparizioni e collaborazioni a cui ha preso parte, in primis quella con Jesu) e che adesso si ritrova intrappolato in un recinto di intuizioni spezzate e atmosfere stranamente più fredde del solito. Similes è innanzitutto un disco ancora più minimalista, sotterraneo e intimo rispetto ai precedenti, dei quali in gran parte rifiuta l'impostazione compositiva, trasportando il sound e gli arrangiamenti di Eluvium verso forme nuove ma molto, troppo meno incisive. Le più ardite folgorazioni di An Accidental Memory.. sono un ricordo tanto quanto i sognanti affreschi neoclassici di Copia, perchè quello che per anni è stato un avvolgente flusso onirico in grado di elevare la musica d'ambiente a vera e propria arte, adesso si è trasformato in uno spiazzante purgatorio di emozioni frammentate che come non mai faticano nel far esplodere il proprio contenuto. I buoni spunti, come al solito, ci sono e Matthew Cooper riesce ad ammaestrarli ed esprimerli con la medesima classe del passato, seppur senza toccare troppo in profondità l'ascoltatore.
Perchè anche quelli che risultano essere i brani migliori del disco, a tratti stentano a decollare definitivamente, lasciando Similes in preda ad una sorta di incompletezza, riscontrabile non solo sotto l'aspetto melodico quanto anche in quello arrangiamentale. Brani come l'opener Leaves Eclipse the Night e le piacevoli Making Up Minds e The Motion Makes Me Last (in cui le apparizioni vocali di Cooper funzionano incredibilmente bene nel quadro espressivo delle composizioni, curatissime ed emozionanti) riescono infatti a coinvolgere anche in maniera piuttosto immediata, ma devono fare i conti con una serie di esperimenti molto più stantii e meno ispirati, ora perchè tentano con poca fortuna un approccio più sentimentale (la noiosa patina romantica di Weird Creatures) ora perchè si fossilizzano eccessivamente lungo coordinate prevedibili, stantie e fin troppo abusate (le non nuove discese pianistiche di In Culmination e il banale minimalismo "post-ambient" di Bending Dream e Nightmare 5).

Similes è in definitiva un disco che non emoziona, o che almeno non lo fa con la stessa forza e la stessa raffinatezza dei suoi fratelli maggiori - che d'ora in poi potranno ufficilamente essere rimpianti - le cui atmosfere e suggestioni sognanti si sono qui in tramutate in un fin troppo freddo gioco ambientale, ermetico e poco espressivo. La mano ovviamente c'è ancora e se non fosse stato per la sopracitata manciata di brani, probabilmente il verdetto di Similes sarebbe stato ancora più duro. Il problema è che da uno come Eluvium ti aspetti sempre il massimo, ma con la consapevolezza - come accaduto per l'appunto con quest'ultimo full lenght - che si può comunque andare incontro ad una delusione. Alla prossima.


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