Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
AFM Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Alexx Wesselsky - voce
- Noel Pix - chitarra
- Jürgen Plangger - chitarra
- Maximilian Schauer - tastiera
- Olli Pohl - basso
- René Greil - batteria

Tracklist: 

1. Kann Senn Liebe Sünde Sein?
2. Alkohol
3. Komm Süβer Tod
4. Heilig
5. Verdammt Sind
6. Die Durch Die Hölle Gehen
7. Herzdieb
8. 1000 Flammen
9. This Is Deutsch
10. Zu Sterben
11. Mehr Licht
12. Kuss
13. This Is Deutsch (SITD - Remix)

Eisbrecher

Sünde

Gli Eisbrecher si sono formati nel 2003, dopo la dipartita di Alexx Wesselsky dai Megahertz, a Fürstenfeldbruck in Germania, nazione in cui si sono fatti conoscere grazie ad album come l'omonimo esordio del 2004 ed il successivo Antikörper del 2006, inserendosi in quella corrente che viene definita "Neue Deutsche Härte", e proponendo un industrial metal dalle forti tinte elettroniche e con lievi sfumature gotiche, pronto a seguire la scia di gruppi come gli stessi Megahertz o i Rammstein.
I "Rompighiaccio", questo il significato in lingua germanica del loro moniker, giungono alla loro terza esperienza su full-length dopo un percorso breve ma significativo, che li ha visti spostarsi dai suoni più elettronici dell'esordio a quelli più duri e metallici del secondo album, per cui c'era un po' da aspettarsi, con questo Sünde, un terzo lavoro che proseguisse sulle coordinate già tracciate dal suo predecessore, ben visibili infatti in un uso più equilibrato e comunque meno predominante dell'elettronica, nonostante sempre ben riconoscibili e massicci siano gli effetti sonori di sintetizzatori, samples e drum machine, combinati con i suoni più duri e distorti delle chitarre elettriche, con il tutto volto a ricreare una sorta di mistura di metal e electronic/dance.

Tuttavia gli Eisbrecher hanno anche alcuni elementi che li differenziano dai loro già citati connazionali e dalle altre band tedesche che si muovono negli stessi ambiti, riscontrabili soprattutto in un mood generale più "darkeggiante", che sembra addirittura trarre spunti in alcuni casi da certo synth-pop tipicamente anni '80, un po' à la Depeche Mode, come si può ben sentire in brani peraltro abbastanza piacevoli, quali Komm Süβer Tod, Heilig e soprattutto Herzdieb, senza ombra di dubbio uno dei brani più piacevoli del platter, grazie alle sue melodie dark e malinconiche da pseudo-ballad, ed un po' à la New Order, come avviene invece in This Is Deutsch, in particolare (ma non solo) nell'intro. Apprezzabile anche l'opener, nonché singolo di lancio, Kann Senn Liebe Sünde Sein?.
A queste fanno però da contrappeso quei pezzi più duri e metallici, quali 1000 Flammen o Die Durch Die Hölle Gehen, che spesso risultano anche i più monotoni ed i meno brillanti, oltre ad essere quelli che meno si distaccano dal "Tanz Metall" dei Rammstein, finendo anche con il risultare un po' derivativi, in una proposta peraltro già per sua insita natura tendente al ripetitivo, soprattutto a causa delle ritmiche sincopate e del cantato meccanico. Altre tracce invece presentano spunti tendenti quasi al gothic metal, senza mai distaccarsi dai precisi canoni della Neue Deutsche Härte, come avviene con Zu Sterben.

A parte quindi qualche episodio un po' sottotono, Sünde può considerarsi un album a cui rivolgere l'attenzione, soprattutto per coloro che hanno seguito con interesse le vicende di questa corrente musicale tedesca, di cui i Rammstein possono senza dubbio considerarsi i rappresentanti più noti. L'impatto di alcuni dei brani presenti è davvero fulminante fin dai primi ascolti, cosa che ha permesso agli Eisbrecher di dare alle stampe un disco piacevole e ben realizzato, che non può e non deve essere eccessivamente ridimensionato da qualche lieve calo ispirativo.

  

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