Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Thomas Tieber - voce
- Elisabeth Fangmeyer - voce
- Bernie Scholz - voce, chitarra
- Marcus Winkler - chitarra
- Florian Thur - basso
- Roman Klomfar - batteria
- Andreas Frost - tastiere

Tracklist: 

1. Impetus
2. My Paradise
3. Land Of Silence
4. Carry On
5. Twilight Hall
6. Turn Away
7. Old Man's Memories
8. Watching You
9. Jester In The Ballroom
10. Black Swan

Ecliptica

Impetus

Esordio discografico per gli austriaci Ecliptica, autori di un power metal contaminato da elementi heavy, progressive, gothic e pop, che conducono talvolta ad una forte componente melodica che però rischia spesso e volentieri di incorrere in soluzioni risultanti fin troppo zuccherose e stucchevoli.
L'uso della doppia voce, con quella femminile di Elisabeth Fangmeyer che funge più da accompagnamento e serve a conferire, come spesso accade in tali casi, un flavour goticheggiante, e delle tastiere spesso ben dosate di Andreas Frost, sono due delle caratteristiche più peculiari di una proposta che in realtà di peculiare in sè e per sé ha poco e niente, rifacendosi al contrario a tutti i cliché del power metal più melodico degli anni '90 con l'aggiunta di venature più moderne, un po' in stile ultimi Nightwish ed un po' in stile Evanescence e simili.

Impetus si compone di nove tracce, senza considerare la breve intro che prende il nome dell'album, che variano da momenti più tipicamente power, sorretti quindi da riff granitici e doppia cassa, ma sempre pervasi da aperture melodiche talvolta efficaci e piacevoli, come nel caso di pezzi quali My Paradise, Carry On, Land Of Silence, quest'ultima tra le più convincenti del lotto, a brani più ambiziosi ed elaborati che tentano di ripercorrere con esiti modesti il prog-power dei vari Symphony X e Shadow Gallery, come Twilight Hall e la più cupa, prolissa e noiosa closer Black Swan, fino a brani sdolcinati e mielosi, come nel caso del pop orecchiabile e fastidiosamente edulcorato di Turn Away.

La buona produzione e le buone qualità mostrate proprio in quei brani, per così dire, più canonici (Old Man's Memories e Watching You oltre le già citate), depongono a favore di un debut che pur non facendo strappare entusiastici responsi ed ottimistiche future previsioni, permette tuttavia di giungere ad una valutazione che può benissimo andare oltre una semplice e meritata sufficienza.
Gli Ecliptica hanno avuto inoltre il merito di osare in un genere oggigiorno ampiamente inflazionato, ma si sono purtroppo smarriti di fronte ad un bivio che conduce a sentieri troppo diversi, da una parte rischiare di restare ancorati a cliché fin troppo sentiti ed abusati, dall' altra rischiare di strafare perdendo di vista il punto di partenza.
 

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