Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
LM Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Giancarlo "Jun" Carminati - voce, chitarra
- Marco Vetturi - chitarra
- Germano Minuti - basso
- Andrea Vetturi - batteria
 

Tracklist: 

 
1. Intro - 44151 06:14  
2. Say goodbye 03:51  
3. Gonna do it my way 02:17  
4. Ummo weh dinnah 06:46  
5. Disarray 03:56  
6. A woman like you 04:50  
7. Obsession ( Part II ) 02:18  
8. The absurd tale of God 04:07  
9. Tonight 07:34

Bonus tracks (Da Lethal to Weak Ones demo):
- Bloody bones
- Don't you play with the powers of hell
- Piranha
- Metal fury broke free
- Final revenge 

Drunkards

No Trace of Sanity

Nati nel 1985 in piena esplosione metallica anche in Italia, i Drunkards da Bergamo debuttarono con il loro primo album, omonimo, solo nel 1988 grazie alla LM Records. La loro popolarità crebbe nell’underground di allora e presto parteciparono anche alla compilation Italy 1991(A Portrait of new Unsigned  Talents from Italy), postuma al loro scioglimento avvenuto nel gennaio del 1990 e alla mitica Heavy Rendez-vous compilation (1987). No Trace of Sanity, il secondo album che sarebbe dovuto uscire nel 1989, non venne mai pubblicato poiché la band si sciolse poco prima, appunto. Vent’anni dopo la sempre attiva LM Records, previa approvazione del gruppo, decise di pubblicare queste tracce ormai quasi dimenticate per la felicità dei nostalgici e dei thrashers. 

I Drunkards, ancora leggermente acerbi nella loro prima fatica discografica, qui dimostrano una maturità quasi completa. Sovente vennero accostati ai Metallica dei tempi di …And Justice for All per le strutture delle canzoni e per alcuni evidenti riffs di matrice Bay Area. 44151, dopo un’introduzione a base arpeggiata, ci mostra una struttura abbastanza complessa con svariati cambi di tempo che tuttavia raramente diventano veloci. Altra influenza evidente è quella apportata dagli Anthrax del periodo di Among the Living per il suono delle chitarre e la registrazione cruda ma potente. Say goodbye continua in una sorta di mid-tempo dalle chiare linee hardcore che spesso e volentieri esplodono in repentini up tempo ed ancora una volta a dettare legge sono le influenze della band di Belladonna & Co. I riffs sono diretti, semplici e le strutture arrembanti per essere il più catchy possibile. Piacevole il lungo episodio in mid-tempo di Gonna Do It My Way, il quale, nonostante la lunga durata non ammette cali di tensione poiché i riffs sono discretamente ispirati e coinvolgenti, mentre la velocità e l’impatto aumentano per il finale. 

Si prosegue con la furia di Disarray a donare grinta ed impatto, dopo un intermezzo basato solo su linee vocali a dir poco strambe (Ummo Weh Dinnah). Tuttavia, quando i Drunkards vogliono uscire dal seminato lo fanno con stile poiché, come già ci avevano abituato sul loro album di debutto con alcune ballads, anche questa volta ne troviamo una,  A Woman Like You, che stupisce per il suo stile che si allontana di molto dal loro stile thrash/hardcore. Il risultato è strabiliante poiché la traccia in questione è pure dotata di un ritornello fatto per urlare a squarciagola, senza contare i vari cambi di mood che essa ci riserva. Non a caso, proprio questa traccia venne selezionata per la precedentemente citata compilation del 1991.L’impatto di Obsession (Part III) e The Absurd Tale Of God ci fanno tornare con i piedi per terra e ci conducono verso la fine del disco, passando attraverso l’introspettiva, acustica Tonight e la bonus track I Need a Woman.  

Il risultato finale è degno di nota poiché genuino e pregno di quella mentalità “pura” del periodo. I Drunkards vissero solo cinque anni ma furono capaci di regalarci qualche gioiellino da tramandare ai posteri, come anche le cinque tracce estrapolate dal loro demo Lethal To Weak Ones; ancora acerbe ma sicuramente degne di nota. Peccato che ci sia voluto tutto questo tempo per riscoprire queste tracce ed in questo modo tutto risulta ancora più nostalgico per noi che magari pensavamo ad una probabile reunion.    

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