Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Arwen
Etichetta: 
Elektra
Anno: 
1968
Line-Up: 

- Jim Morrison - voce
- Robbie Krieger - chitarra
- Ray Manzarek - tastiera
- John Densmore - batteria

Tracklist: 

1. Hello, I Love You (02:22)
2. Love Street (03:06)
3. Not To Touch The Earth (03:54)
4. Summer's Almost Gone (03:20)
5. Wintertime Love (01:52)
6. The Unknown Soldier (03:10)
7. Spanish Caravan (02:58)
8. My Wild Love (02:50)
9. We Could Be So Good Together (02:20)
10. Yes, The River Knows (02:35)
11. Five To One (04:22)

Doors, The

Waiting for the Sun

1968: è un anno di contestazione, rivoluzioni e cambiamenti, ed è anche l’anno di uscita di Waiting For The Sun; allucinazione e realtà che si fondono in un’unica corsa selvaggia, con i suoi sentimenti contrastanti nella loro disarmante semplicità. E’ un disco paradigmatico per i Doors, pieno di poesia gioiosa e melanconica, crea un’atmosfera onirica fra tastiere impazzite e melodie di piano tranquille, chitarre che litigano con la voce e arpeggi quasi sussurrati; una ricerca di misticità nel quotidiano basata non su luoghi comuni ma su una vera necessità musicale.

La prima track Hello I Love You si apre con una melodia storta del mitico organetto di Ray Manzarek, che dà il via ad una delle canzoni più famose dei Doors in cui Jim Morrison esprime ancora una volta la sua straordinaria originalità e spontaneità, tramite una voce unica versatile e libera da stereotipi. Segue la più tranquilla e affascinante Love Street, che fa da preludio agli arpeggi incalzanti di Not To Touch The Earth; il testo di questa canzone, scritto personalmente da Morrison, è folle e travolgente, l’ascolto insegue un ritmo quasi primordiale, una corsa verso una festa mistica fra le ombre notturne, una corsa senza meta sempre più furiosa, la voce e gli strumenti si rispondono con variazioni sempre più acide, creando un climax fino alla conclusione. Disillusa e triste segue Summer’s Almost Gone, una ballad in risposta alla follia della song precedente, la corsa notturna insensata e poetica è finita, e nel vuoto dell’estate che si trasforma in autunno come i momenti più belli diventano rapidamente solo memoria, la felicità sembra relegata nel passato e mai raggiungibile come allora. Wintertime Love è una raffica di vento invernale, sferzante e articolata, caratterizzata da una malinconica spensieratezza; meno convincente in alcune parti The Unknown Soldier (ma in questa song è sempre memorabile la performance live di Jim...).

Spanish Caravan
inizia con una melodia di chitarra ricamata e fragile, su cui la voce si muove lenta e decisa; My Wild Love è una marcia tribale alienante ed esotica, la voce un po’ roca e un po’ trascinata è protagonista per tutta la canzone senza renderla pesante nell’ascolto, creando invece un’atmosfera quasi ipnotica e ossessiva. In questa canzone ancora una volta l’amore viene definito come follia, apparentemente senza senso ma travolgente e misterioso; Jim Morrison era molto interessato a qualsiasi attività che sembrasse senza significato, al caos, alla rivolta contro le autorità, al disordine, partiva da manifestazioni fisiche e spontanee per raggiungere la libertà interiore. Five To One ne è un chiaro esempio: grida selvagge e liberatorie su percussioni scandite e ripetitive, pochi accenni di chitarra, la musica è unica nella sua concezione ed innovativa, nonostante i Doors siano comprimari e non i soli protagonisti della scena Psychedelic (o Acid che dirsivoglia) Rock di quegli anni. Una libera follia forse senza senso, ma mezzo di evasione dalla realtà o di celebrazione della stessa, meravigliandosi davanti all’inesplicabilità dei sentimenti, del caos, cercando in questo disordine non risposte ma mezzi per l’espressione di ideali personali. Il concerto, il contatto con il pubblico, sono fondamentali per i Doors, la musica nasce per il live, ed è infatti soprattutto nella creazione di un’atmosfera particolare e surreale durante i loro concerti che i Doors si esprimono al meglio ("No One Here Gets Out Alive"). Anche se la vera innovazione era arrivata con il primo The Doors, dopo Strange Days il quartetto propone un album sentito e molto valido, esempio perfetto del clima di quegli anni e di un sentimento di ribellione attuale nella sua purezza e singolarità.

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