Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Dragonheart/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Deathmaster - voce
- The Forger - chitarra
- Sacred Heart - chitarra
- Geilt - basso
- WrathLord - batteria


Tracklist: 

1. Death Of Ferdia (07:24)
2. Gergovia (05:58)
3. Days Of High Adventure (04:29)
4. Steel Of My Axe (04:08)
5. Claidheamh Solais (Sword Of Light) (06:44)
6. Thundercult (05:19)
7. Luni (04:53)
8. Once Glorious (08:22)
9. The Great Horn (07:34)

Doomsword

My Name Will Live On

Continua l’avventura discografica dei Doomsword, cult band della scena Epic Metal nostrana. Nato nel 1997 a Gallarate (Varese), il gruppo lombardo ha saputo ritagliarsi presto uno spazio all’interno dell’underground italiano, da cui è poi emerso grazie ad un paio di album semplicemente straordinari: Resound The Horn e Let Battle Commence. A ben quattro anni dall’uscita di quest’ultimo, i Doomsword tornano sul mercato con un nuovo full length, prodotto anche stavolta dalla Dragonheart Records di Enrico Paoli. My Name Will Live On interrompe così un silenzio durato fin troppi mesi, mesi in cui giravano persino voci, più o meno fondate, riguardo un possibile scioglimento del gruppo. In ambito Epic Metal capita spesso che un gruppo scompaia nel nulla dopo aver dato alla luce lavori sensazionali, ed è forse anche per questo motivo che esso rimarrà sempre un genere di nicchia, ascoltato e vissuto da un numero ristretto di ferventi appassionati. Fortunatamente però i Doomsword ci sono ancora e si dicono più in forma che mai.

Le tracce che compongono My Name Will Live On sono nove, per un totale di ben cinquantacinque minuti di musica. Come da tradizione i singoli brani hanno una durata piuttosto lunga e godono tutti di strutture compositive abbastanza articolate. Ciò dimostra, ancora una volta, la cura che i cinque lombardi ripongono nella stesura dei singoli pezzi, a discapito forse degli aspetti puramente tecnici. E’ infatti la produzione di My Name Will Live On a deludere le aspettative, rivelandosi persino inferiore rispetto a quella del precedente Let Battle Comence, che comunque in fatto di suoni non raggiungeva certo livelli altissimi. Era lecito aspettarsi di più sotto questo punto di vista, anche perché la Dragonheart Records ci aveva abituato a ben altre produzioni. Sarà forse una scelta del gruppo? Non è da escludere, considerato il tipo di sonorità proposte dai Doomsword, sonorità che affondano le proprie radici in dischi ben diversi rispetto alle uscite mainstream targate anni ottanta. Che senso ha però scegliere di registrare ad una qualità obbiettivamente davvero bassa quando invece si hanno i mezzi per dare alle stampe un disco incisivo e tagliente?

Basta dare un rapido ascolto alle note iniziali dell’opener Death Of Ferdia per accorgersi di quanto dei suoni così spenti ed inespressivi nuocciano alla qualità delle varie canzoni. E se di qualità bisogna parlare non si possono che fare i complimenti ai Doomsword per le loro indiscutibili capacità in materia di songwriting. Gergovia, Claidheamh Solais (Sword Of Light), Luni, Once Glorious, tutti brani che uniscono alla perfezione un ottimo senso ritmico e melodie mai scontate, trascinanti e suggestive. Sotto questo punto di vista sono evidenti i progressi del combo italiano, anche in rapporto agli ultimi due album. Allo stesso modo, tutti i membri della band sembrano essere cresciuti quanto ad abilità tecniche, ne è più che una semplice conferma Days Of High Adventure, probabilmente il miglior pezzo del lotto. Tutto ciò viene però vanificato in maniera considerevole da una produzione a dir poco imbarazzante, unico e grande difetto di questo My Name Will Live On, disco che altrimenti avrebbe potuto senza dubbio rientrare fra le migliori uscite in campo Heavy Metal del 2007.

E’ un vero peccato che i Doomsword abbiano letteralmente buttato via tre anni di lavoro andando a pubblicare un simile album, caratterizzato da suoni degni di un qualsiasi demo autoprodotto. La sufficienza è comunque raggiunta, merito soprattutto di canzoni sempre valide ed avvincenti, tuttavia, senza i limiti di una tale produzione, oggi saremmo qui a parlare di un ennesimo capolavoro, il terzo dopo Resound The Horn e Let Battle Commence.

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