Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Genere: 
Etichetta: 
Massacre Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
Karsten Jager - vocals
Jonas Khalil - guitar
Witali Weber - guitar
Jochen Trunk - bass guitar
Kai Bergerin - drums 

Tracklist: 

:
01. Hell (intro)
02. A Place To Hide
03. Hate/Aggression Schedule
04. Nemesis Rising
05. The Return Of Sin
06. Hell Goes On
07. S.O.S. (Sense Of Sight)
08. One Nation's Son
09. Trauma
10. The Dark Soundscapes
11. Room 309 (Kraftprinzip)
12. Demon's Entry

Disbelief

Protected Hell

La storia artistica dei Disbelief comincia nel lontano 1990, quando il singer Karsten Jager, il chitarrista Oliver Lenz e il drummer Markus Gnap si uniscono a formare il nucleo originario della band, immediatamente raggiunti dal bassista Denis Musiol.  Dopo 3 demo, 6 anni di dura gavetta e la sostituzione dell'intera sezione ritmica con Tommy Fritsch, Jochen Trunk e Kai Bergerin, i Disbelief riescono finalmente a completare la registrazione del loro primo omonimo album nel 1997 e, l'anno seguente, a bissare il proprio debutto presso l'etichetta Grind Syndicate Media con Infected. Agli inizi del terzo millennio, dopo l'ennesimo rimpiazzo di Tommy Fritsch con Jan-Dirk Loffler, il passaggio alla Massacre Records dà loro occasione di pubblicare, uno dietro l'altro, Worst Enemy (2001), Shine (2002) e Spreading The Rage (2003). La scalata verso il successo prosegue nel 2004, quando i Disbelief cambiano nuovamente label entrando a far parte del nutrito roster della Nuclear Blast, che distribuisce la loro ultima fatica nel Nord America e produce, per la seconda volta anche nel continente americano, il suo successore: 66Sick (2005). Il 2006 è l'ennesimo anno cruciale: prima l'abbandono del co-fondatore Oliver Lenz, subito sostituito da Jonas Khalil, poi l'addio alla Nuclear Blast riconducono la formazione originaria di Hesse alla casa madre Massacre Records, con la quale pubblicano, dopo appena un anno, Navigator (2007). Il resto è storia recente...

...e si chiama Protected Hell. Dal punto di vista stilistico i Disbelief propongono qualcosa di assolutamente indefinibile, che spazia con fascino e consistenza dal death metal più ruvido e rabbioso (l'aspra Hate/Aggression Schedule, la groovy Nemesis, la feroce Hell Goes On e la rocciosa One Nation's Son, l'inquietante Room 309) al doom metal più drammatico e ipnotico (la sanguinante Return Of Sin, l'infernale The Dark Soundscapes),  passando per uno sludge metal vorticoso e disperato (la ferina Sense Of Sight, la superlativa Demon's Entry); a tutto questo la formazione teutonica riesce ad abbinare una vena malinconica tormentata ed inestinguibile (l'intro Hell), che esplode nei riff di chitarra più torbidi e pare quietarsi, ma è pura apparenza, nelle sezioni strumentali più rilassate e squillanti, dov'è proprio il contrasto sonoro ed emotivo ad esaltare dinamiche musicali dal ritmo spesso bellicoso e trascinante, le quali, altrimenti, com'accade altrove, potrebbero cedere a noia o eccessiva piattezza. Un altro elemento di grande interesse, in assoluto uno dei più caratteristici della proposta firmata Disbelief, è l'innata teatralità delle interpretazioni vocali: accenni di clean (Nemesis), growl e sentiti passaggi in spoken (Return Of Sin, Room 309) lternano con naturalezza spontanea, talvolta intrecciandosi con squisita armonia per dare origine a dialoghi tetri ma d'umanità profonda e vibrante (Sense Of Sight). Che dire allora...

...se non che ci troviamo di fronte ad un lavoro di pregevolissima fattura, dal sound pregnante e incisivo, sia nei momenti più abrasivi e doloranti, sia nelle pause più placide ed eteree; sempre al confine fra velleitarie pulsioni d'ira e avvolgenti riflessi di melanconia, Protected Hell ci trascina nel suo universo parallelo di furia death, decadenza gothic e depressioni doom, lasciandoci inermi di fronte al violento scatenarsi di forze brutali e soltanto in apparenza inconciliabili. Se è lecito dar consigli ad una band dall'esperienza bi-decennale quali sono i Disbelief, questi non possono che riferirsi in sostanza alla componente vocale ed alle dinamiche sonore: gli inserti spoken, così come gli insoliti dialoghi a 2 voci, meritano maggiore valorizzazione, tanto più se accompagnate da un'espressività così efficace; allo stesso tempo, l'alternanza manichea fra sezioni distorte e lancinanti e frammenti strumentali di inaudita nitidezza necessita di ulteriori spazi, giacché è proprio l'eterno scontro fra ira e rassegnazione, disperazione e rivalsa a dominare, da secoli, le più ineluttabili gesta umane. Di tutto questo i Disbelief hanno saputo cogliere l'essenza ultima e trovare la più concreta espressione sul pentagramma: Protected Hell ne è l'egregio risultato.   

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