Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Metal Mind
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Mauser (Maurycy Stefanowicz) - Guitar, Vocals
- Novy (Marcin Nowak) - Vocals, Bass
- Jacek Hiro – Guitar
- Doc (Krzysztof Raczkowski) – Drums

Tracklist: 

1.Intro / Beyond All Dimensions        
2.The Hunger        
3.Comrade of Death        
4.Incarnation of Evil        
5.The Art of an Endless Creation        
6.Zohak        
7.Infinity        
8.The Truth        
9.Lion of Knowledge (video clip)        
10.The Art of an Endless Creation (video clip)        
11.Live Bootleg (Empire Invasion Tour 2004)

Bonus audio:
I. Die of Satan

II. Fear of God (demo 1996)
01. Intro - Evil
02. Unheavenly Salvation
03. Fear of God
04. Dies Irae - Part I
05. Blasphemous Words
06. Dies Irae - Part II

III. Internal Sin War
CD – "Sculpture of Stone":
01. Beyond All Dimensions
02. The Hunger
03. Unrevealed by Words
04. The Art of an Endless Creation
05. Trapped in the Emptiness
06. The Plague
07. The Oceans of Filth
08. The Beginning of Sin
09. Sculpture of Stone

Also includes:
* Photo gallery
* Biography
* Discography
* Desktop images
* Weblinks
* Dolby Digital 5.1 Surround sound

Dies Irae

The Art of an Endless Creation

Pubblicazione molto affascinanate e ben progettata quella dei Dies Irae con questo The Art of an Endless Creation. Il DVD in questione raccoglie materiale live registrato nel 2005 al festival Metalmania nonché tre bonus video, un demo del 1996 intitolato Fear of God e la ri-edizione del loro album Sculpture of the Stone del 2004. La Metal Mind ancora una volta ha fatto un gran lavoro per questi death metallers polacchi attivi sin dal lontano 1992, ma ora andiamo in ordine e cominciano dalla sezione live del prodotto che conta di otto canzoni prese dalla loro discografia.

Si inizia con un’introduzione inquietante, a base di sinistri rumori e una melodia arabeggiante degna dei migliori Nile. Il ritmo tribale cresce d’intensità sfociando nella prima vera canzone ad opera del gruppo, Beyond All Dimensions. Il death metal della band in questione non è mai velocissimo e preferisce rimanere su livelli che al massimo consentano belle buone rasoiate a base di doppia cassa. Il riffing è rabbioso e tagliente ma anche “fangoso” al punto giusto per donare una buona dose di groove alle parti in mid tempo. La voce del singer è un growl profondo che a volte muta in uno scream inquietante ma mai eccessivo. Alcuni problemi ad una delle due chitarre in questa canzone porta la band a suonare per una buona parte con una sola sei corde, aspettando che l’altra aggiusti il problema. Vista la situazione, la sapiente Metal Mind e le sue telecamere evitano di inquadrare il chitarrista sfortunato mentre cerca di aggiustare il problema.

Dal punto di vista strumentale non c’è nulla da obiettare al gruppo poiché persino il bassista suona il suo strumento solamente con le dita e riesce ad essere martellante e rabbioso. Ottima anche la fase solista delle due chitarre, specialemnte in una canzone come The Hunger. Diciamo che il problema principale rimane nella struttura stessa delle canzoni poiché non di facilissima assimilazione o memorizzazione. Comrade of Death cerca di dare una svegliata ad un pubblico non dei più coinvolti nonostante la buona presenza scenica del cantante/bassista. I blast beats tuttavia sono caotici poiché il batterista usa sovente i piatti ad acompagnare e ciò che ne viene fuori è troppo sporco. Meglio allora buttarsi sulle selvagge cavalcate di doppia cassa con i rallentamenti leggermente più melodici di Incarnation of Evil e The Art of an Endless Creation. Certo, le canzoni non sono il massimo sia come struttura che come originalità e dal vivo non rendono tantissimo, nonostante i suoni ottimi e il buon impatto.

Diciamo che i Dies Irae sono una classica death metal band senza infamia senza lode che dal vivo crea un discreto impatto ma che non riesce a catturare completamente l’ascoltatore. Nota a parte: ottima l’idea della Metal Mind di mettere i sottotitoli in inglese ai commenti in polacco del cantante tra una canzone e l’altra. Sempre nel disco del DVD troviamo il demo del 1996, Fear of God, come bonus audio. Esso mostra una band ancora in fase di apprendimento ma che aveva già chiaro lo stile da seguire, nonostante i suoni leggermente ruvidi ed ancora acerbi. I blast beats erano leggermente più presenti , come anche alcuni intermezzi a base di chitarra arpeggiata, ma il tocco macabro e le veloci sferzate di doppia casa sono già ben radicate nel DNA di questa band immortalata in un periodo di evoluzione e crescita musicale. Le influenze grind/death erano decisamente più evidenti, considerando anche il suono delle chitarre e la voce talmente gutturale da essere a malapena comprensibile. Col tempo la band avrebbe poi abbracciato sonorità meno veloci ma ciò non toglie che questo demo sia curioso e di discreta fattura.

Il CD bonus come detto in precedenza, contiene l’album del 2004 Sculpture of the Stone. Da esso sono state tratte la maggior parte delle canzoni del live e devo lodare la prestazione della band anche sul CD, dal punto di vista della tacnica e dei suoni. La produzione potente, cristallina non nasconde nessun strumento e dona una potenza incredibile alle chitarre. Ottimo il martellare senza sosta del basso e molte sezioni in doppia cassa possono far tornare in mente i Decapitated, sempre dalla Polonia. Così ci imabattiamo nuovamente nelle veloci sferzate con ricadute melodiche di The Hunger o i buoni pasaggi solisti tra i tempi rallentati e gli stop and go di Unrevealed Words. Trapped in the Emptiness e The Oceans of Filth velocizzano il disco portando dentro anche alcune inflessioni più black/death, complice anche il malvagio scream del cantante. L’altrettanto veloce title-track chuide il disco con una buona dose di brutalità, confermando l’idea che ho avuto sin dalle tracce live del gruppo: i Dies Irae sono un discreto gruppo che suona death metal, nulla di più. L’impatto c’è ma manca quel “qualcosa in più” che faccia veramente la differenza.
Ad ogni modo, un lavoro come The Art of an Endless Creation deve essere preso in considerazione almeno per la quantità di materiale che esso contiene.

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