Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Conquest Music/Hammerheart
Anno: 
2001
Line-Up: 

- Paul Oulette - Voce, basso
- Brian Malone - Chitarra
- Jerry Mortillero - Chitarra
- Lee "Aantar" Coates - Batteria

Tracklist: 

1. Vassago (03:14)
2. Forewarning (00:11)
3. Extinction Level Event (03:58)
4. Failed Extraction (03:12)
5. Deadly Deception (03:06)
6. Fleshcraft (05:13)
7. Infernalism (03:37)
8. Diabolic Perception (02:46)
9. Soul Projection (04:00)
10. Necromancer Of The Ancient Arts (04:42)
11. Subterraneal Magnitude (04:04)

Diabolic

Subterreneal Magnitude

Ancora Tampa, ancora Florida, ancora Death Metal. I Diabolic, band nata nel 1997 nella patria della musica brutale ma che non è mai riuscita ad imporsi definitivamente, al contrario di molti complessi connazionali dallo spessore artistico anche minore. Perchè i Diabolic hanno sempre dimostrato di saperci fare ma, sarà per un sound troppo grezzo e marcio, sarà per il mancato approdo ad una grande label, il gruppo americano non è mai stato preso (positivamente) di mira dalla critica, non è mai riuscito ad esplodere, ma ha sempre saputo esprimere con dignità la propria musica. Nominarli come altri cloni di Morbid Angel & Co. sarebbe un po’ azzardato anche se l’originalità non è la qualità maggiore del disco che andremo ad affrontare: Subterreneal Magnitude, secondo full-lenght della band che riprende il più classico filone floridiano, presentando comunque una songwriting, sebbene non innovativo, sicuramente incisivo e d'impatto, nonostante contenga altrettanti difetti.

Subterreneal Magnitude è un album molto ambiguo che alterna a vere perle pezzi di una banalità disumana e inaspettata. Ad esempio, brani come Diabolical Perception oppure come Soul Projection (rispettivamente ottava e nona traccia del disco) presentano riff decisi e di una cattiveria intrinseca devastante, non privi di aperture melodiche che, comunque, non vanno ad intaccare il tessuto polveroso e granitico delle composizioni. Notevole anche il terzo brano Extinction Level Event tra i più veloci e violenti dell'album.
Ma man mano che l’ascolto prosegue incominciano a farsi però vedere le prime pecche: gli assoli dei chitarristi sono blandi e senza senso, privi della tecnica mostrata dalla band durante i riff di spicco dell’album; pernon parlare della batteria la quale alterna a lavori efficaci, pezzi decisamente esagerati con un uso eccesivo del doppio pedale. Anche la voce mostra qualche debolezza: sembra che Paul Oulette fatichi a cantare, ed in realtà quest’effetto di può percepire.

Malgrado questo, Subterreneal Magnitude rimane un disco ben sopra la sufficienza grazie alla brutalità e alla potenza di un songwriting derivativo ma d'altra parte devastante nei suoi momenti di spicco. Un album consigliabile, anche se di certo non seminale, per chi è veterano del genere e per chi vuole approfondire la scena floridiana scoprendola anche attraverso gruppi meno conosciuti e meno affermati, che in ogni caso hanno avuto il coraggio di esprimersi.

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