Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
AFM Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

Schmier - Basso e voce
Mike Sifringer - Chitarra
Marc Reign - Batteria

Tracklist: 

1. Bestial Invasion
2. Profanity
3. Release from Agony
4. Mad Butcher
5. Reject Emotions
6. Death Trap
7. Cracked Brain
8. Life Without Sense
9. Total Desaster
10. Deposition (Your Heads Will Roll)
11. Invincible Force
12. Sign of Fear
13. Tormentor
14. Unconscious Ruins
15. Curse the Gods

Destruction

Thrash Anthems

In attesa di un nuovo e potente album dopo il buon lavoro messo in mostra su Inventor Of Evil , i Destruction, act tra i più rappresentativi in campo thrash mondiale, ritornano con un disco insolito che vuole ripercorrere la carriera della band nei magnifici '80s, ma col piglio che ha caratterizzato le produzioni targate 21° secolo.

Thrash Anthems è così una raccolta, un contenitore in cui trovano spazio alcuni dei più grandi successi del gruppo capitanato da un indiavolato Schmier, ma anche qualcosa di più, perchè tutti i brani sono stati ri-suonati, re-mixati e ri-registrati seguendo un percorso già intrapreso dai Testament qualche anno fa con First Strike Still Deadly. Al contrario però dei cugini americani, i tre ragazzoni di Weil Am Rhein hanno attutato una scelta di più ampio raggio, non solo andando a spulciare tra i primi grandi lavori (Infernal Overkill, Eternal Devastation ecc ecc), ma anche prendendo ciò che di buono era stato fatto nel periodo senza Schmier alla voce, periodo in cui la band non aveva brillato.

Il problema, come al solito, è quello di chiedersi qual è il vero valore, la vera utilità di un prodotto di questo tipo: le raccolte puzzano sempre di trovata commerciale, magari in previsione di qualche appuntamento importante (tour, cambio di line up, reunion o nuova uscita). E infatti la domanda, anche dopo molti ascolti rimane senza risposta, con, come sempre, pubblico e critica che si dividono in estimatori e detrattori. In più rispetto al solito, però, questa compilation ha il fatto di riproporci con una produzione mille volte superiore la storia della band (che va di pari passo con quella del thrash teutonico stesso) e quindi di viaggiare con una virtuale macchina del tempo oppure di giocare ad una sorta di "e se fosse stato così...". Ma al di la di questo c'è ben poco d'altro.

Le canzoni scelte non hanno bisogno di presentazioni perchè sono i classici che i Destruction propongono da anni e che ci hanno fatto amare questo gruppo: Bestial Invasion , Mad Butcher, Total Desaster, Tormentor, Curse The God e via dicendo tutte le altre, sono letteralmente devastanti nel loro nuovo vestito ultra-prodotto. Una pulizia e una precisione maggiore, la voce di Schmier sempre caustica e assassina, i riff chirurgici e la batteria sempre compatta nel suo insostituibile quattro quarti quasi trasformano le canzoni, che addirittura non sembrano venire dal lontano 1985. I nostri ci riservano anche una sorpresa però, inserendo anche due canzoni nuove e che probabilmente andranno a finire nel prossimo disco: Profanity e Deposition (Your Heads Will Roll) sono le solite killer-track in stile Destruction con l'aggiunta di un tocco melodico che negli ultimi lavori si è fatto più presente.

Però anche qui vi è il risvolto della medaglia: la differenza di produzioni dei rispettivi album e il sound grezzo che contraddistingueva i Destruction qui vengono completamente eliminati trasformando il susseguirsi delle canzoni (che bisogna ammettere si assomigliano tutte abbastanza) in un pastone compatto e indistinguibile. Bisogna avere un'ottima conoscenza della band e non darsi ad un ascolto superficiale per apprezzare appieno il lavoro fatto.

Quindi, in conclusione, un ennesima compilation che anche nella sua particolarità non attira molto, se non appunto i fan più accaniti della band, soprattutto quelli che apprezzano le sonorità (a livello di produzione) degli ultimi dischi. Un prodotto senza infamia e senza lode.

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