Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Marcel "Schmier" Schirmer - Bass, Vocals
- Mike Sifringer – Guitars
- Vaaver (Wawrzyniec Dramowicz) – Drums 

Tracklist: 

1. The Price 03:39
2. Hate Is My Fuel 04:24
3. Armageddonizer 04:09
4. Devil’s Advocate 04:18 
5. Day of Reckoning 03:58 
6. Sorcerer of Black Magic 04:25 
7. Misfit 04:26 
8. The Demon Is God 05:11 
9. Church of Disgust 04:05 
10. Destroyer or Creator 03:09 
11. Sheep of the Regime 04:59

Destruction

Day of Reckoning

Dopo l’acclamato ritorno dei Sodom con il buon In War and Pieces, ecco che un’altra storica realtà del thrash metal europeo e mondiale si materializza in un periodo in cui, sinceramente, molte realtà del passato non hanno soddisfatto appieno le aspettative.
I Destruction di Schmier sin dai tempi del ritorno ufficiale sulle scene col terremotante All Hell Breaks Loose grossomodo non hanno sbagliato un colpo e se gli anni passano, questi eterni ragazzini ormai vicini alla cinquantina non smettono di riversarci addosso massicce dosi di thrash metal vecchio stile, suonato con passione e sudore. 

Day of Reckoning nasce a tre anni di distanza dal precedente D.E.V.O.L.U.T.I.O.N. e ci ripresenta i Destruction alle prese con canzoni talvolta di una carica distruttiva incredibile, emblema del perfetto stato di salute della band. Tuttavia, come ormai spesso accade quando si ascolta un album da parte dei musicisti provenienti da Weil am Rhein, si incontrano anche composizioni leggermente fiacche e stantie, quelle che in Inglese vengono chiamate fillers, ovvero “riempitivi”. Questi episodi, perlopiù votati a smorzare la carica distruttiva del disco risultano essere di intralcio al fine di godersi un lavoro altrimenti forse più scorrevole, diretto e corto. Ma andiamo per ordine in quest’analisi della nuova fatica del trio. 

Come prima nota, il recente abbandono dell’ormai rodato Marc Reign ha portato Mike e Schmier a selezionare Vaaver, batterista Polacco che in passato militò in band dedite principalmente al progressive rock o al gothic. Se in un primo momento la vostra paura potrebbe essere giustificata, pensando che coi Destruction si parla di thrash veloce, vi posso assicurare che il nuovo arrivato è veramente valido, potente, vario e discretamente fantasioso nei suoi passaggi sui tamburi.Una prima dimostrazione la potete avere con The Price, feroce attacco speed/thrash nella migliore tradizione teutonica con la voce acida di Schmier, i prolungati up-tempo ed i riffs di Mike a tratti dall’impronta leggermente dissonante ma pur sempre diretta.
La produzione è impastata e potente al punto giusto anche se un lavoro più fine sarebbe potuto essere fatto per ciò che riguarda la doppia cassa, dal suono troppo freddo e sintetico.  

Si prosegue con i riffs galoppanti e le prolungate sezioni di doppia cassa da alternare ad alcuni up-tempo di una sempre diretta e coinvolgente Hate is my Fuel prima che alcuni mid-tempo dalla pesantezza incredibile siano distinguibili come elemento principale di Armageddonizer, dal ritornello a due voci dalla presa immediata. Alcune sezioni marcano una velocizzazione del sound per dare la giusta varietà alla proposta anche se per godere appieno di sezioni più dinamiche bisogna aspettare la successiva Devil’s Advocate che al suo interno cela alcune idee prettamente speed metal per quanto riguarda il sempre schizofrenico riffing del fedele Mike.
Del tutto trascurabile l’accoppiata Day of ReckoningSorcerer of Black Magic causa un riffing con poche trovate esaltanti e la voce di Schmier non del tutto convincente per strutture che prendono poco rispetto alle quattro buone tracce poste in apertura. 

Si entra così nella seconda parte del disco senza che la formula cambi. Misfits annovera una ritrovata veemenza nella sua struttura con riffs a valanga su martellanti triplette di doppia cassa da alternare ad un ritornello facilmente memorizzabile; tutto in stile Destruction senza un briciolo di novità. Alcuni riffs dall’impronta moderna si possono ritrovare qua e là durante le sezioni rallentate di una tagliente ma leggermente anonima The Demon is God per un prodotto che a tratti tende ad assomigliare troppo allo stile degli ultimi Slayer.
Il solito attacco alla Chiesa ci viene fornito con la sconclusionata e stanca Church of Disgust, annoverante i soliti riffs ed un a tratti moderno-dipendente tappeto di doppia cassa da parte del batterista; stessi elementi che si possono ritrovare anche nella successiva Destroyer or Creator. Piacevoli quanto si vuole, soprattutto per quanto riguarda la volontà di risultare sempre ancorati fedelmente al thrash, gli elementi, gira che ti rigira alla lunga annoiano e perdono di mordente. In chiusura di disco troviamo la buona Sheep of the Regime, a dir poco distruttiva grazie ai passaggi del nuovo arrivato dietro le pelli, trascinatore, ottimo picchiatore nonché dotato di ottima versatilità durante i repentini cambi di tempo. 

Tirando le somme di Day of Reckoning possiamo sicuramente affermare che i Destruction sono sempre i Destruction, nel bene e nel male. Stessa attitudine, stessi riffs e stessa veemenza ma più volte con meno idee rispetto anche solo ad una decina di anni fa. Come molte volte si dice in questi casi, è un bene averli ancora tra di noi ed in questo modo, tuttavia qualcosa in più  a livello di contenuti ce lo si aspetta sempre da gruppi di questo calibro, non prendiamoci in giro.  

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