Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Davide Merli
Genere: 
Etichetta: 
Hammer Records
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Balázs Jurásek - voce e basso
- Zoltán Világi - batteria
- András Nagy - chitarra solista
- Gábor Kovács - chitarra, voce



Tracklist: 

1. Helltrust (intro)
2. Quo vadis?
3. Ruins In The Dark
4. The strongest one
5. Poisoned souls
6. Overture to the end
7. Darkest Place
8. Still Alive
9. Something arrived
10. In The Name Of God

Demonlord

Helltrust

Seconda fatica per gli ungheresi Demonlord, band dedita ad un Power Metal abbastanza orientato verso l’Epic pur rimanendo ancorati ai soliti canoni musicali del genere.
Il disco, come capita per il 90% delle uscite Power di questi ultimi anni può esser riassunto in una frase veloce: buono ma senza alcun spunto originale e soprattutto non aggiunge nulla di nuovo alla scena Power, destinato a perdersi nella moltitudine di lavori fotocopia.

Cosa dire allora di questo Helltrust? Innanzitutto, per la copertina, per il titolo ed il nome della band forse ci saremmo dovuti aspettare un altro genere musicale e questa è forse l’ unica scelta originale del gruppo. Il disco è senza dubbio un concentrato di tre quarti d’ora di buon Power Metal, suonato e composto bene, ma che pecca davvero in originalità e in ripetitività: troppi riff suonano di “già sentito” e soprattutto il disco risulta a tratti davvero monotono, insipido ed incapace di lasciare alcun segno nella mente dell’ascoltatore.
Infatti, dopo vari ascolti, l’unica cosa che rimane in mente è il timbro del cantante ma di musica zero come se tutto scorresse piacevolmente ma senza alcun carattere e personalità.
I suoni del disco sono evidentemente al di sotto delle richieste anche della band stessa, che ha dovuto vedersi appiattire molti passaggi che avrebbero dovuto essere molto più epici e pomposi ma che risultano mixati davvero in qualità low-budget.
Le canzoni presenti sul disco (nove in tutto) risultano troppo simili tra di loro sia sotto il punto di vista musicale che sotto il punto di vista creativo con le solite idee assemblate sempre allo stesso modo senza una minima varietà.

Ogni canzoni inizia con un riff roccioso maledettamente simile a quello della canzone precedente ed il solito passaggio di batteria elementare e scontato con la classica doppia cassa in stile power sempre uguale.
Se canzoni come Ruins In The Dark, dotata di un ottimo riff e di un buon impatto, o come Poisoned Souls, ottima in pieno stile Hammerfall per certi versi, possono anche passare come convincenti capitoli del disco, altre, come Something Arrived o Overture To The End (dove si sente chiaramente l’influenza dei nostri Rhapsody) suonano davvero brutte e patetiche per la mancanza totale di idee.
Inoltre troviamo una Still Alive che per un'abbondante metà della sua durata è pressoché identica a Spiders dei System of a Down, per poi cambiare e diventare una canzone interessante e decente che dimostra che questi ragazzi se si staccassero dai soliti canoni Power sarebbero un buon gruppo di onesto Heavy.
Pezzi come Quo Vadis? o come The Strongest One non verrebbero nemmeno scelti come episodi riempitivi da una qualsiasi big band e questo dice tutto sulla validità delle suddette canzoni: non oscene ma dannatamente anonime e vuote di innovativa.
In The Name Of God musicalmente non è male ma il solito ritornello irritante rovina tutto rendendo il pezzo insignificante e cestinabile nella nostra memoria appena qualche secondo dopo la sua conclusione. Stesso discorso per una Darkest Place piatta e insipida come poche.

Dopo tutta questa analisi come possiamo giudicare questo Hellblast? Lavoro inutile da buttare?
Diciamo che il lavoro non è affatto da buttare e da disprezzare ma purtroppo senza dubbio bisogna ammettere che sotto nessun punto di vista è dotato delle possibilità per emergere in una scena Power foltissima come quella europea.
La sufficienza non gliela si toglie perché non è un album orribile, ma non si può davvero andare oltre.
Un disco che qualsiasi ascoltatore, dopo averlo tolto dal lettore per la prima volta, lo riporrà nel suo scaffale dei cd e lì farà la polvere in maniera inesorabile senza alcuna possibilità di essere risuonato dalla testina laser di alcun lettore, manco di qualche accanito del Power Metal.

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