Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Maverick
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Chino Moreno - voce
- Chi Cheng - basso, voce
- Abe Cunningham - batteria
- Stephen Carpenter - chitarra
- Frank Delgado - samples

Tracklist: 

1. Hexagram (04:09)
2. Needles and Pins (03:23)
3. Minerva (04:17)
4. Good Morning Beautiful (03:28)
5. Deathblow (05:28)
6. When Girls Telephone Boys (04:36)
7. Battle-axe (05:01)
8. Lucky You (04:10)
9. Bloody Cape (03.37)
10. Anniversary of an Uninteresting Event (03:57)
11. Moana (05:04)

Deftones

Deftones

White Pony conferma i Deftones come una delle rock band più particolari e influenti in circolazione, mentre un anno più tardi esce il trascurabile EP Back to School; il 2003 invece vede finalmente la luce il nuovo album della band.
Il titolo è, curiosamente, Deftones. E il sound è diventato molto più heavy e molto meno ricercato rispetto alle release precedenti.
Motivo principale: dopo il successo di White Pony, una lista infinita di gruppi ha dichiarato di ispirarsi ai Deftones nel sound, la maggioranza dei quali proponendo invece un misto di innocuo nu-metal/post-grunge affogato nel pop adolescenziale (i più popolari Linkin Park e Staind), inoltre la Maverick aveva anche già accusato Moreno e soci di aver perso molta pesantezza e quindi aver messo a rischio la fetta più hardcore del proprio pubblico.
I Deftones, per prendere le distanze dalla scena andatasi a creare (il 2000 e il 2001 sono stati gli anni della totale svendita commerciale del filone nu-metal) e accontentare gli original fan, pubblicano quindi un album di riaffermazione personale che suona come un urlo di vendetta.
In questo omonimo lavoro il gruppo esalta le proprie radici più hardcore/post-hardcore, specie nella produzione delle chitarre (a tratti sembra di sentire quelle di gruppi come Poison the Well et similia, ad ogni modo anch'essi influenzati per un certo verso dalla band di Sacramento) e della batteria. Moreno utilizza inoltre in modo abrasivo ed esasperato gli effetti sulla voce, facndola suonare a tratti come un synth disumano e freddamente distaccato, pur mantenendo le sue caratteristiche linee melodiche.

Il disco si apre con l'episodio forse più violento, Hexagram, un metalcore infarcito di urla e muraglie sonore di chitarre, con un chorus schizofrenico e dalle ritmiche epilettiche che colpiscono l'ascoltatore come pugni in faccia.
La seguente Needles and Pins diminuisce la rabbia, ma non regge il confronto con l'opener: chitarra e batteria risultano monotone, e il pezzo viene salvato solamente dalle coinvolgenti melodie vocali. Molto superiore, al contrario, il singolo di lancio dell'album, la maestosa Minerva, una power-ballad sognante che segue la scia di pezzi come Be Quiet and Drive, Damone, RX Queen e Change, portando quello stile verso tempi ancora più dilatati e suggestioni ancora più oniriche.
La parte centrale del disco mostra un calo, ma si mantiene su di un livello sufficiente: Good Morning Beautiful sfodera delle strofe incisive ma un chorus leggermente ripetitivo, Deathblow mostra una riuscita combinazione tra la tipica rabbia adolescenziale di Adrenaline e la maturità compositiva ormai raggiunta, When Girls Telephone Boys scoppia in un altro pezzo hardcore, urlato e violento; il momento migliore diventa così probabilmente Battle-axe, grazie alla sua combo di melodie vocali ricercate su di un tappeto sonoro apocalittico, dominato da un opprimente wall of sound di riff panzer alla chitarra.
Spezza il flusso Lucky You, un interessante esperimento elettronico/trip-hop che evidentemente prepara il terreno per l'esordio dei Team Sleep (progetto parallelo di Chino Moreno), ma che suona anche come una riproposizione formulaica della presenza di Teenager su White Pony; la successiva Bloody Cape riporta per un istante il disco ad una dimensione più hardcore e terrena, ricordando i pezzi più heavy dei primi Deftones, ma anche il mix stilistico con riff a rotta di collo già sentito in Street Carp, prima di lasciar spazio alla decisamente inaspettata Anniversary of an Uninteresting Event, un altro pezzo elettronico, lento e sognante, oltre che probabilmente un altro parto di matrice Team Sleep, in cui la band si cimenta in una sorta di avvolgente e malinconico ambient-rock.
Chiude il lavoro Moana, la traccia più simile alla precedente Minerva, che ricorda ancora una volta le ballate in bilico tra dolce melodia e potenza chitarristica che hanno fatto grandi i due precedenti album del gruppo.

La vera debolezza del disco emerge nella monotonia e nella carenza di idee presente ora nei riff di Carpenter, che non sono mai suonati tanto noiosi; inoltre, la produzione sonora violentemente metalcore produce l'effetto di un wall of sound impastato, che amalgamandosi con i metallici effetti vocali di Moreno può facilmente indurre al mal di testa; i due episodi elettronici risultano così più piacevoli di quanto in realtà presi a se stanti siano, dato che interrompono e stemperano la violenza (a tratti anche forzata) del disco, e tuttavia suonano come un furto ai danni dei Team Sleep per riempire l'album del gruppo principale di Moreno.

In definitiva, questo omonimo pare un lavoro in cui i Deftones compiono un passo indietro, abbandonando le soluzioni che li avevano lanciati, fatti apprezzare e risaltare (ricerca sonora, atmosfere raffinate, influenze dark-wave) in favore di un sound molto più duro, heavy, ripetitivo e monolitico; una scelta speculare viene intrapresa qualche mese più tardi anche dai soci Korn, che con l'album Take a Look in the Mirror si propongono di guardare al proprio passato più heavy.
Forse era l'unica cosa da fare per riaffermarsi e spiccare in mezzo a tutte le band che stavano riciclando in versione pop le idee che essi stessi avevano lanciato, ma il risultato è certo artisticamente meno valido delle precedenti release.
C'è da aggiungere anche che l'anno 2003 vede il trend nu-metal cominciare a spegnersi e scomparire; è comprensibile che quindi i Deftones abbiano cercato di epurare il loro sound dalle poche caratteristiche che ancora tendevano ad accomunarli a tale filone, in favore di una più decisa virata verso un sound più hardcore/emocore/metalcore (elementi comunque sempre presente, in varia misura, lungo tutti i lavori della band). L'unico reale punto a favore di tale svolta, però, è che proprio in questi anni le sonorità metalcore rimontano per soppiantare il nu-metal e guidare un nuovo trend musicale: i Deftones si dimostrano dunque ancora una volta intuitivi precursori delle nuove svolte sonore, e la loro scelta, per quanto forse dettata dalla furbizia e non da esigenze evolutive, diventa a conti fatti più fortunata rispetto a quella dei compari Korn.

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