Voto: 
8.9 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Mercury
Anno: 
1981
Line-Up: 

- Joe Elliot - voce
- Steve Clark - chitarra
- Pete Willis - chitarra
- Rick Savage - basso
- Rick Allen - batteria

Tracklist: 

1. Let it Go
2. Another Hit And Run
3. High ‘n' Dry (Saturday Night)
4. Bringin' On The Heartbreak
5. Switch 625
6. You Got Me Runnin'
7. Lady Strange
8. On Through The Night
9. Mirror, Mirror (Into Look My Eyes)
10. No No No

Def Leppard

High 'n' Dry

Dopo il fortunato esordio del 1980 con On Through The Night, duro ed heavy come doveva essere in piena epoca NWOBHM, i Def Leppard mettono in mostra il meglio del loro repertorio nel successivo High 'n' Dry, un album potente, melodico e dal sicuro impatto, uno di quei classici esempi di hard n' heavy, in cui è difficile tracciare con certezza la linea di confine tra hard rock ed heavy metal.
Leggenda racconta che gli Iron Maiden decisero di stampare Soundhouse Tape proprio dopo il successo dell'EP auto-intitolato dei Leppard, EP che donò a quelli del "leopardo sordo" visibilità e apprezzamenti, tanto che i cinque giovani ragazzi di Sheffield divennero ben presto noti e discussi in tutto il Regno Unito, e non solo per i meriti musicali dimostrati dalle prime uscite discografiche, ma anche per i loro atteggiamenti spesso sopra le righe che li vedevano coinvolti in risse, incidenti e situazioni poco lodevoli di vario tipo.

Il loro sound risentiva dell'influenza dei grandi che li avevano preceduti, loro stessi infatti avevano ammesso l'influenza che su di loro esercitavano Led Zeppelin (con cui hanno in comune anche la storpiatura nel nome), Judas Priest e AC/DC, ma alle sonorità pesanti e grezze di questi gruppi essi univano quel gusto melodico tipicamente glam di Slade, T-Rex, Queen e soprattutto David Bowie. Fu proprio questa miscela di ingredienti a decretare il loro ampio successo dapprima in madre patria, e subito dopo oltreoceano dove i Def Leppard possono considerarsi tra i primi e più influenti esportatori del metal europeo. Un grande contributo alla buona riuscita della loro proposta era data dal guitar-work della coppia Willis-Clark, quest'ultimo definito da Jimmy Page in persona uno dei migliori chitarristi presenti sulla scena del rock pesante, dalla voce graffiante e ruggente di Elliot e da una sezione ritmica potente e talvolta veloce al limite del punk.

L'opener Let It Go viene introdotta da un riff tagliente e potente, con strofe che partono piano ma che poi in un continuo crescendo sfociano in un ritornello potente e rabbioso, pieno ed orecchiabile, con l'interpretazione di Elliot che ricorda un po' quella del miglior Bon Scott, segue Another Hit And Run, incalzante e potente, tra i pezzi più heavy del lotto, ma sempre in possesso di quel chorus esplosivo, pieno e grintoso, che faceva della loro musica un concentrato di melodica rabbia e raffinata potenza, mentre il grezzo hard n' roll della title-track è diretto discendente del sound degli AC/DC, non a caso la produzione era affidata a Robert "Mutt" Lange, cioè colui che solo un anno prima si era occupato di Back In Black.
Arriva adesso quello che può considerarsi uno dei migliori brani mai composto dal combo di Sheffield, vale a dire la semi-ballad Bringin' On The Heartbreak, in cui strofe lente e melodiche portano ad un bridge in crescendo fino all'esplosione adrenalinica e grintosa del refrain, ammirevole la strumentale Switch 625 dove Steve Clark chiarisce a tutti di cosa è capace con la sua sei corde, ed ancora l'hard n' heavy di You Got Me Runnin', che mette in mostra un lavoro di basso davvero incisivo che dona alle strofe un incidere tipicamente heavy metal per lasciare spazio ad un chorus leggero ed orecchiabile, che sa essere al tempo stesso brioso ed aggressivo, e caratteristiche simili presenta anche Lady Strange, il cui potente intermezzo strumentale è una vera e propria cavalcata heavy che funge quasi d'antipasto per la successiva On Through The Night, che come si intuisce facilmente dal titolo era stata concepita per l'album d'esordio, si giunge così alla conclusione con Mirror, Mirror, pezzo che ha strofe più rilassate e preparatorie all'esplosivo chorus, e con la veloce e potente No No No.

In seguito l'act inglese cambiò direzione stilistica, adagiandosi su sonorità più morbide ed ancor più melodiche, che trovarono nell'altro loro capolavoro Hysterya la loro maggior espressione, influenzati anche dall'intera scena glam ed hard rock della seconda metà degli '80, finendo però con il farsi travolgere in velleità pop e commerciali alla Bon Jovi, che di recente li ha anche portati a dichiarare di non ritenersi una metal band. Ed allora sarà anche per questo, ma non solo, che High 'n' Dry rimane a tutt'oggi una delle maggiori testimonianze che i Def Leppard siano riusciti a lasciare nell'hard n' heavy in quasi trenta anni di carriera.


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