Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Dischi Ricordi
Anno: 
1979
Line-Up: 

- Fabrizio De Andrè - voce
- Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, marimba, crotali
- Patrick Djivas - basso
- Franco Mussida - chitarra elettrica, chitarre acustiche a 6 e 12 corde, cori
- Lucio "violino" Fabbri - violino, percussioni
- Flavio Premoli - tastiere, sintetizzatore, chitarra 12 corde, fisarmonica, cori
- Roberto Colombo - tastiere, sintetizzatore, chitarra acustica, percussioni, cori

Tracklist: 

1. Bocca Di Rosa
2. Andrea
3. Giugno '73
4. Un Giudice
5. La Guerra Di Piero
6. Il Pescatore
7. Zirichiltaggia
8. La Canzone Di Marinella
9. Volta La Carta
10. Amico Fragile

Fabrizio De Andrè

In Concerto con PFM, vol. 1

Nato da una famiglia dell'alta borghesia genovese, Fabrizio De Andrè lasciò gli studi universitari quando mancavano ormai poche materie per conseguire la laurea in Giurisprudenza, decidendo di dedicarsi anima e corpo alla musica, vera passione della sua vita, condivisa con il suo grande amico d'infanzia, l'attore Paolo Villaggio. Le liriche di Faber, come lo chiamavano gli amici, erano considerate delle vere e proprie poesie, fin dai suoi esordi infatti egli si mise in luce per la sua capacità di creare rime e testi scorrevoli, che per la maggiore trattavano di disagiati e discriminati, spesso sotto forma di satira sociale senza tralasciare peraltro critiche ad una società bigotta e perbenista, che in alcuni casi sollevarono anche un vespaio di critiche, mentre la sua musica subiva le influenze di altri grandi cantautori come Bob Dylan, Leonard Cohen ed il francese Georges Brassens, ma sempre rivista e soprattutto riadattata alle sue liriche poetiche ed impegnate. Ma la vera svolta nella storia musicale del cantautore genovese avviene a mio avviso negli anni '70, quando De Andrè ha la possibilità di iniziare una proficua collaborazione con uno dei maggiori gruppi Prog Rock dell'Italia di quel periodo, vale a dire i PFM, i quali si assunsero la responsabilità di riarrangiare alcune delle più belle canzoni del grande cantautore genovese.

I risultati furono sorprendentemente positivi, tanto che da questa collaborazione scaturì un tour che portò alla registrazione di due live album, il primo del quale registrato a Firenze e Bologna tra il 13 ed il 16 Gennaio del 1979. La scaletta contiene dieci tra le più belle composizioni di De Andrè, impreziosite però dall'apporto di grandi musicisti e dall'inserimento di violini, tastiere, fisarmoniche, sintetizzatori. Una delle canzoni più conosciute, belle e popolari apre l'album, cioè Bocca Di Rosa, che ha una lunga introduzione strumentale ed un altrettanto bello intermezzo strumentale che fin da subito vogliono mostrare una maggior cura esecutiva nella musica precedentemente più minimalista di De Andrè, ed a seguire la bellissima Andrea, canzone che tratta di un ragazzo diverso proveniente da Rimini, proprio come l'album in cui era contenuta, dove le chitarre a dodici corde di Flavio Premoli e Franco Mussida rendono un'enfasi maggiore, poi la triste ballata autobiografica Giugno '73 ad apertura della quale invece si rende protagonista Patrick Djivas che con i suoi rintocchi di basso ci introduce perfettamente nel pathos della canzone. La fisarmonica del grande Premoli e l'interpretazione dello stesso De Andrè ci regalano una versione indimenticabile de Un Giudice, folkloristica e quasi festosa, mentre si tocca l'apice della poesia con La Guerra Di Piero, dove per la prima volta sono le liriche pronunciate da De Andrè ad occupare totalmente la scena, mentre solo le pause vengono riservate all'abilità tecnica di quei grandi musicisti che lo accompagnavano, mentre non c'è dubbio che la versione de Il Pescatore contenuta in questo live album è la più bella e vitale, grazie alla prova strumentale e ai cori di Mussida, Premoli e Colombo. La tarantella Folk in dialetto sardo di Zirichiltaggia parla della lite tra due pastori della Sardegna, terra dove De Andrè trascorse molti anni della sua vita e subì anche un rapimento, e poi un altro classico del suo repertorio, La Canzone Di Marinella, impreziosita dalle tastiere di Premoli e Colombo, mentre è il violino di Lucio Fabbri a rendere indimenticabile Volta La Carta, altra grande composizione impegnata ed antimilitarista, ed a chiudere la lunga ed autobiografica Amico Fragile, a quanto pare scritta dal Faber dopo una grande incazzatura e sbronza, che si distingue dalle precedenti versioni anche per quel lungo e pregevole assolo chitarristico di Franco Mussida.

Mai collaborazione fu più azzeccata e proficua come questa tra un poeta e paroliere, oltre che grande compositore, come Fabrizio De Andrè ed i ragazzi della Premiata Forneria Marconi, musicisti di immenso valore non giustamente apprezzati e valorizzati nella nostra Penisola, tanto che riuscivano a riscuotere successi e consensi maggiori oltre i confini nazionali. Infatti proprio da questa collaborazione nasce uno dei lavori più belli e completi della discografia di uno dei più grandi cantautori italiani.
 

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