Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
No Colours Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Kriegtalith - voce e scacciapensieri
- Anti - chitarra e basso
- Sharthar - tastiere e violoncello
- Asbath - batteria e percussioni


Tracklist: 

1. Epos (33:33)

Darkestrah

Epos

Che la musica non avesse confini già lo si sapeva, che il Black Metal trovasse terra fertile nei paesi dell’Est anche. Detto questo, mai ci saremmo aspettati di dover recensire un gruppo proveniente da Bischkek, capitale del semisconosciuto Kirghizistan. Molti di voi non sapranno nemmeno dove si trova questo piccolo paese dell’Asia centrale, ecco quindi una breve digressione geografica. Il Kirghizistan, nazione di circa cinque milioni di abitanti, si trova incastonato fra i ben più noti Kazakistan, Uzbekistan e Tagikistan, oltre che confinare in larga parte con la Repubblica Popolare Cinese. Dopo aver fatto parte dell’Unione Sovietica, ora il Kirghizistan è membro della Comunità Degli Stati Indipendenti. Il paese ha un territorio quasi interamente montuoso, con vette che raggiungono anche i settemila metri d’altezza. La popolazione si divide tra svariate etnie, di cui i chirghizi costituiscono la maggioranza; anche i russi rivestono comunque un ruolo importante, mentre per quanto riguarda la religione quella ufficiale è la musulmana sunnita. Sembra impossibile, ma è da questo ambiente geografico-culturale che nascono i Darkestrah, combo formatosi nel 1998 e con diversi lavori all’attivo, l’ultimo dei quali porta il titolo di Epos.

Il disco è prodotto dalla No Colours Records, a cui la band asiatica è legata praticamente da sempre e che in materia di nuove promesse sta dando risultati davvero sorprendenti. La peculiarità dell’album non sta tanto nelle sue sonorità, ancorate a stilemi tutto sommato tradizionali, quanto invece nella tracklist, in cui compare soltanto un brano. Epos, questo il titolo della canzone, ha una durata di ben trentatré minuti e non può che attirare l’attenzione di tutti gli amanti del Black più eccentrico. I fattori che colpiscono sono molteplici, in primis l’attaccamento del combo alla religione ed alle tradizioni pagane. Siamo abituati ad avere a che fare con band simili, ma pur sempre (o quasi) provenienti da ambienti legati al Cristianesimo. Qui, al contrario, si ha a che fare con un gruppo originario di un paese in prevalenza musulmano. In secondo luogo, a stupire ci pensa la produzione di Epos, semplicemente perfetta per una release di questo tipo. Si tratta comunque di una registrazione avvenuta in terra europea, ed esattamente al Kick The Flame Studio di Lipsia (Germania).

Come già asserito in precedenza, il sound di Epos ricorda numerosi complessi appartenenti alla scena Black. Ciò non preclude però le capacità dei quattro chirghizi, che, anzi, dimostrano di sapersela cavare davvero egregiamente. Ai classici elementi Black i Darkestrah incorporano tenui componenti sinfoniche (con tanto di archi) ed una buona dose di melodia. Il tutto proposto con una maestria sbalorditiva: durante gli oltre trenta minuti di Epos non vi è alcuna presenza di sbavature o cali di tensione, ma, al contrario, proprio nel finale il brano raggiunge il suo apice emotivo. I cambi di ritmo sono frequenti, sempre azzeccati, e fanno in modo che l’ascoltatore non risulti annoiato nonostante una così lunga durata. Da non perdere sono anche le liriche di Epos, scritte dal singer Kriegtalith (superlativa la sua prestazione) insieme al batterista Asbath (già nei Nargaroth in veste di live drummer). Il testo della canzone (in lingua inglese) ha come oggetto il lago Issyk-Kul, un enorme bacino idrico situato fra i monti del Kirghizistan. Il secondo lago alpino più grande del mondo ha dato vita, nel corso degli anni, a numerose storie e leggende, che trovano appunto spazio nelle liriche di Epos. Basta osservare qualche sua foto per ammirare la straordinaria bellezza e comprendere il fascino del lago Issyk-Kul. Tentare di resistere a simili paesaggi è difficile, riuscirci è semplicemente impossibile.

Chi si reputa un appassionato di Pagan Black Metal non dovrebbe assolutamente lasciarsi scappare questo lavoro, che purtroppo rischia di passare inosservato a causa della sua scarsa reperibilità. I Darkestrah hanno dato grande prova di sé, regalando inaspettatamente al pubblico europeo (e non solo) un disco veramente formidabile. Chissà se in futuro la band di Bischkek sarà in grado di ripetersi, chissà come suonerà il successore di Epos. Noi per il momento attendiamo, ma, a quanto pare, siamo decisamente in buona compagnia.

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