Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Synthetic Symphony/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Eskil Simonsson - songwriting, voce solista, testi, tastiere, computer
- Joakim Montelius - testi, musica, tastiere, computer, rumori vocali
- Clas Nachmanson - tastiere, computer, voce


Tracklist: 

1. Ritual Noise
2. Pulse
3. Happy Man
4. Brave New World
5. The Men
6. Sweet and Salty
7. Greater Than The Sun
8. 20 Hz
9. Spindrift
10. The World Is Growing Loud

Covenant

Skyshaper

I Covenant hanno abituato ormai il pubblico di tutto il mondo a grandi lavori per quanto riguarda la scena ebm mondiale. Questo nuovo lavoro, Skyshaper, rilancia pienamente la band svedese dopo un attimo di esitazione avvenuto con il precedente Northern Lights, che era stato forse troppo improntato da un sound da mainstream. Questo nuovo e sesto full-length è invece caratterizzato da cinquantatre minuti di ottima qualità che spaziano da dancefloor a una dimensione elettronica eterea, più spinta. Sono create così atmosfere sfumate, surreali, che mantengono sempre la caratteristica synth pop che ha reso famoso il trio.
Già l’artwork, in realtà banale, allude all’ impatto del sound sull’ascoltatore che si protrae con le braccia verso la fonte musicale come a simboleggiare l’esigenza di trovare questi nuovi synth contenuti appunto nell’album. E’ un sound infatti abbastanza innovatore che introduce in modo massiccio un mood decisamente più analogico improntato a una semplicità coinvolgente.

La prima track a questo proposito, Ritual Noise, teletrasporta direttamente l’ascoltatore in queste dimensioni elettroniche caratterizzate dal classico vocal di Eskil Simonsson e da un background vocale sintetico. Caratteristica notevole è poi la presenza di effetti di keyboard che caratterizza anche la successiva Pulse, una delle migliori track dell’album. La parte ritmica è squisitamente electro, con un riffing chiaramente ebm. Un viaggio quasi spaziale insomma che viene approfondito di track in track e che ha il potere di assuefare. L’insieme è fortemente armonico: la produzione sembra richiamare i grandi lavori anni ’80 come testimonia la quarta track, Brave New World. Il vocal è perfettamente immerso in una registrazione calda e avvolgente quasi in stile Depeche Mode. Questo rende l’album sicuramente apprezzabile a un pubblico vasto e vario, dato che gli spunti sono molti. Happy Man ad esempio è un brano meno scontato che si allontana maggiormente dal tono generale del full-length. La fusione quindi di un sound più pop, in parallelo a band come Client, con i quali sono appunto in tour, con il gusto per le atmosfere underground, più scure, dell’ebm, trova qui concretezza. Vengono generalmente abbandonati mood dance, tranne forse Sweet and Salty che risulta pertanto fuori tema.
Spiccano poi Greater Than The Sun e 20 Hz. La prima con il suo ritmo pacato, al contempo urtante, misterioso. E la seconda per il suo ritmo singolare che contribuisce a impreziosire lo stile dei Covenant. Uno stile più orientato alla malinconia e alla riflessione, motivo di cui ci testimonia anche Spindrift, con modalità quasi orientali e una parte ritmica martellante che segue forsennatamente il vocal.

Un lavoro dunque molto soddisfacente che merita diversi ascolti per comprenderne a meglio le qualità. I Covenant sono ancora capaci di stupire i loro fan e di far innamorare del loro sound altri ascoltatori grazie alla qualità e alla varietà dei loro album. E’ un’ottima scelta infine quella di aver abbandonato dance hits per suoni analogici e per una ricerca sonora maggiormente elettronica.

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