Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Lorenzino Masino
Etichetta: 
Mercury Records
Anno: 
1969
Line-Up: 

- Steve Ross - batteria
- Christopher Nielsen - chitarra, voce
- Jim Nyeholt - organo, tastiera, pianoforte
- Oz Osborne - basso
- Jinx Dawson - voce
- Jim Donlinger - chitarra, arrangiamenti, voce
- Alan Estes - basso
- John Hobbs - tastiera

Tracklist: 

  
1. Black Sabbath (3:32)
2. The White Witch of Rose Hall (3:08)
3. Coven in Charing Cross (4:04)
4. For Unlawful Carnal Knowledge (4:41)
5. Pact with Lucifer (3:32)
6. Choke, Thirst, Die (3:32)
7. Wicked Woman (3:01)
8. Dignitaries of Hell (4:09)
9. Portrait (2:37)
10. Satanic Mass (13:19)

Coven

Witchcraft Destroys Minds and Reaps Souls

Formatisi nei tardi anni Sessanta, in cui accompagnarono in tour nomi come Yarbirds, Vanilla Fudge e Alice Cooper, i Coven sono un trio statunitense Psych Rock/Acid Rock, celebre per avere inciso l'album Witchcraft Destroys Minds and Reaps Souls e poco altro. Secondo i dati ufficiali, il gruppo è costituito dalla cantante Jinx Dawson (sex-symbol bionda dall'ugola notevole, che nelle foto del booklet compare tra le altre cose in un nudo integrale), dal bassista Oz Osborne (qualche assonanza di Sabbathiana memoria) e dal batterista Steve Ross.

Ma veniamo al disco, proveniente dal lontano 1969 (uscito però nel 1970): trattasi di un album imperdibile, inspiegabilmente scivolato nel nulla e riemerso solo nel 2003 per via dell'usuale rimasterizzazione su cd. La musica contenuta è ad alto livello satanico, un po' come i simboli esoterici che infarciscono la copertina ed il bootleg, ma la cosa bizzarra è il fatto che il bassista di nome Oz Osborne e la prima traccia (intitolata Black Sabbath) creano degli evidenti aspetti telepatici in comune con i Black Sabbath inglesi. In realtà con i Coven, la realtà del satanismo è presa ingenuamente in maniera più seria e completa, facendo dell'album un vero e proprio strumento di conversione all'adorazione del Lucifero, tanto che nel booklet è presente la prima fotografia con croci rovesciate e il celebre gesto delle corna.

Si parte con Black Sabbath, capolavoro dell'album, ritmo raffinato ed esplosione in un grasso rock 'n roll verso metà: la Dawson è andata a scuola dalla Slick, mentre il resto del gruppo da Marty Balin e soci. In Charing Cross è forse più pop per via della chitarra acustica, ma un recitato collettivo all'interno della canzone le dona comunque un alone denso e sinistro. For Unlawful Carnal Knowledge esplode con il ritornello e si addomestica lentamente, sino a diventare un blues dalle forti influenze dei Jefferson Airplane, proprio a causa dell'affiancamento di voce femminile e maschile che lo caratterizza.
Gran canzone Pact With Lucifer, con prestazioni vocali di un certo spessore ma anche con un bell'inciso, quasi epico: i testi naturalmente, è inutile sottolinearlo, parlano di occulto o comunque sia, di esoterismo; talvolta, si limitano solo a descrivere delle situazioni, dei quadri, senza avere un tema portante principale: molto probabilmente è proprio questo che crea quell'atmosfera così densa e sinistra, molto simile alle scenografie di Mario Bava, autore tra l'altro del film Black Sabbath (I tre volti della paura).
Accordi pomposi, veloci assoli di chitarra, urla sussurri ed una melodia improbabile sono gli ingredienti di Choke, Thirst, Die, mentre con Wicked Woman si è di fronte ad un veloce rock con un ritmo alla Somebody To Love, ma ben più cupo e solenne. L'intro di Dignitaries Of Hell ricorda un po' quella Rat Salad dei Black Sabbath, ma con i secondi la canzone si trasforma in un solido rock-blues con buone parti di chitarra elettrica; da non dimenticare che qua e là affiora anche un organo che fa le sue comparse gotiche, colorando ulteriormente i già psichedelici brani.
Portrait è una canzone più lenta e calma rispetto al solito e ciò ci permette di sentire in maniera ancor più cristallina (poiché la registrazione non è impeccabile) la voce della Dawson.
L'ultima traccia Satanic Mass (13:21) non è il capolavoro del disco ma solo un divertissement ingenuo e mal riuscito, una registrazione di una pseudo-messa nera (io credo), con tanto di invocazioni in coro e una marea di litanie varie: difficile da portare a termine per quanto risulti noiosa.

Si consiglia pertanto a tutti gli appassionati del Rock psichedelico e sessantiano di procurarsi questo piccolo gioiello dimenticato, rimasto sempre all'ombra dei grandi classici del genere.
Come nota finale, è necessario ricordare che, sebbene sulla copertina compaia il nucleo principale dei Coven, all'album hanno preso parte diversi musicisti, che hanno permesso di arricchire con la chitarra e l'organo le sezioni strumentali composte.

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