Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Massacre Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Matthias Kurth - batteria
- Carmen R. Schäfer - voce
- Ada Flechtner - voce
- Chriz Staub - basso
- Joachim Lang - chitarra
- Fabian Merkt - tastiera


Tracklist: 

1. Interrotte Speranze (01:28)
2. The Scream Of The Butterfly (04:17)
3. Silberlicht (04:01
4. Dunkle Blume (04:37)
5. My Rose Desire (04:01)
6. Winter (01:36)
7. Hot & Cold (05:40)
8. Requiem Tabernam (04:36)
9. Ich Atme Zeit (04:30)
10. In Remembrance (00:52)
11. Volles Leben (03:51)

Coronatus

Lux Noctis

La florida scena gotica tedesca può essere considerata come la più significativa a livello europeo perché, a fianco degli storici acts Industrial o EBM, stanno gradualmente emergendo numerose formazioni di Gothic sinfonico, che traggono ispirazione dalla tradizione nordeuropea di Therion e Nightwish (sebbene questi ultimi si avvicinino a differenti meandri). I Coronatus, originari di Stuttgart e attivi dal 2002, giungono alla realizzazione del primo full-lenght Lux Noctis nel 2007, sotto Massacre Records: il sestetto è capeggiato da due cantanti, Carmen Schafer e Ada Flechtner, che variano costantemente il loro tono, passando dall’approccio lirico di Tarja Turunen ad un timbro molto vicino a quello di Floor Jansen degli After Forever. Il Gothic proposto è arricchito dall’intervento delle tastiere, che costituiscono il tessuto su cui si innestano le architetture di chitarra, basso e batteria: le undici tracce in cui è suddiviso Lux Noctis non appaiono però competitive, perché i tipici stilemi del Gothic si ripetono senza inventiva o originalità e perché anche l’intreccio vocale alla lunga risulta noioso e troppo uniforme.

Basta accostarsi ad una traccia come l’opener The Scream Of The Butterfly, preceduta dall’ordinaria introduzione Interrotte Speranze, per comprendere come i Coronatus fatichino a sviluppare i propri brani adottando scelte personali: il brano ricalca completamente la tradizione dei vari Tristania, After Forever e Sirenia, ma non riesce comunque ad eguagliare la qualità delle composizioni dei sopra citati acts nord-europei. Chitarra e batteria non stupiscono poi per i loro riff costanti e troppo poco elaborati, come testimonia la terza Silberlicht, piatta ed insapore; lungo l’album non mancano di certo i pezzi più riflessivi, come la sesta Winter, ma questo è l’ennesimo tratto comune a decine e decine di classici del Gothic. Il livello si alza leggermente con l’interessante e coinvolgente Hot & Cold, vicina allo stile dei Beseech e dotata di un andamento più impetuoso.

Tralasciando la produzione non impeccabile del disco, ciò che traspare è l’incapacità dei Coronatus di inserire elementi differenti che permettano di contraddistinguere il loro sound dalle restanti realtà del vastissimo panorama internazionale. La Germania ha da sempre rappresentato un terreno fertile per queste sonorità e pertanto si auspica che anche i Coronatus riescano a trovare un proprio equilibrio, emergendo dall’underground. Il contratto con la Massacre è già un passo da gigante per un gruppo al suo esordio discografico, ma serve musica di qualità e non di emulazione.

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