Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Davide Merli
Genere: 
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Marcel Coenen - chitarra
- Mike Andersson - voce
- Colleen Gray - voce
- Paul Villarreal - voce
- Joyce Dijkgraaf - voce
- Hans Reinders - voce
- Menno Corbeek - voce
- Dennis Schreurs - voce
- Roel Van Helden - batteria
- Spike - batteria
- Hans In 'T Zandt - batteria
- Maurice Brouwers - basso
- Richard Ritterbeeks - basso
- Uros Raskovski - assolo di chitarra in The Shrink
- Rene Kroon - tastiera
- Bob Katsionis - tastiera

Tracklist: 

1. Waiting
2. Abstract Impact
3. Patron Saint
4. La Bella Mira
5. Traumatized To The Bone
6. Skill Factor
7. That Moment
8. The Shrink
9. V(erbal) D(efense) M(echanism)
10. New Race
11. Still Bleeding

Marcel Coenen

Colour Journey

Un viaggio di colori è un titolo che ben si addice a questo album: una mix di vari generi musicali tutti provenienti dalla mente di questo Marcel Coenen, chitarrista degli olandesi Sun Caged, band dedita al Progressive. Il disco che abbiamo di fronte è un tentativo a tratti riuscito di creare un lavoro vario e dalle mille sfaccettature cercando di prendere idee molto diverse tra di loro e di cucirle tutte in un disco solo, alla fine composto da canzoni, seppur a volte scontate, diverse anni luce l’una dall’altra.
Purtroppo però non tutto brilla fin dal primo ascolto: in questo alternarsi di pezzi strumentali, pezzi lenti cantati da una voce femminile, pezzi Fusion e un pezzo Death persino, il livello qualitativo delle composizioni è un continuo oscillare tra la piena sufficienza o il discreto ed un'anonima mediocrità.

Con i primi brani dell’album possiamo notare appunto questa eccessiva oscillazione di qualità: da una appena sufficiente Waiting che di interessante (ma neanche tanto…) ha il solito assolo tecnico rubato dal sacco del buon vecchio Malmsteen, arriviamo ad una Abstract Impact, leggermente migliore ma non troppo convincente anche se meglio confezionata della precedente. Belli i tempi e gli stacchi inusuali di Patron Saint ma l’elogio finisce qui: per il resto abbiamo di fronte un pezzo scarsoccio e tirato sopratutto nelle parti vocali. Inutile è la ballata successiva La Bella Mira che è troppo lenta e noisa per convincere l’ascoltatore a non andare avanti con le tracce successive.
La parte notevole del disco è senza dubbio la centrale dove spicca la canzone Death Traumatized To The Bone nella quale notiamo la partecipazione di Dennis Shreurs, cantate dei connazionali Severe Torture. Davvero bella questa canzone dove viene mischiata la voce in growl di Shreurs a quella di una ragazza.
Anche la successiva Skill Factor è molto piacevole sia per la sua attitudine tipicamente fusion, sia per l’ottima parte di batteria molto varia e messa ben in risalto.Purtroppo la successiva That Moment non rispecchia affatto la qualità delle due precendeti: canzone lenta, completamente fuori ritmo e sdolcinata. È un dolore immenso sentire pezzi del genere subito dopo aver ascoltato il meglio che questo disco poteva proporci.
The Shrink è semplicemente un tentativo molto meno riuscito, rispetto a Skill Factor, di fare un pezzo fusion anche per colpa delle partiture di chitarra troppo metal per l’ossatura del pezzo.
La successiva (Verbal) D(efense) M(echanism) è un Alternative alla Tool a tratti, ma qualitativamente parlando, il paragone non esiste con lo standard al quale la band di Keenan ci ha abituato.
Forse questa New Race è l'episodio strumentale più riuscito del lotto: veloce, piacevole e ben scritto.
Altra ballad, altra noia: Still Bleeding è una canzone inutile come le altre ballad presenti nel disco. Nulla da aggiungere.

Finito l’ascolto delle note suonate da questo virtuoso chitarrista olandese, rimane davvero poco che nulla e questo influisce pesantemente sul giudizio finale del lavoro. Marcel Coenen ci propone un disco a tratti piacevole, a tratti poco ispirato e destinato ad esser riposto nella propria mensola dopo un paio di ascolti massimo: li giacerà per molto tempo, fino a riempirsi tutto di polvere.
 

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