Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Deathwish Inc./Andromeda
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Martin - voce
- David - batteria
- Josh - chitarra
- Ed - basso
- LLoyd - chitarra


Tracklist: 


1. Isolated
2. Cursed
3. Spirals
4. Insomnia
5. The Cold Front
6. Dead Beats From Dead Hearts
7. Sun Heights
8. Seventyk
9. Ceremony
10. Permanent

Carpathian

Isolation

Osservando la copertina e soffermandosi sul titolo del secondo album di studio degli australiani Carpathian, si giungerebbe immediatamente alla conclusione che lo stile proposto nelle dieci tracce di cui Isolation è costituito spazia attraverso meandri desolati e parecchio debitori della tradizione europea degli anni Ottanta.
Tuttavia già dal primo approccio si comprende che tutte le ipotesi iniziali non possono essere confermate, perché ciò che viene sviluppato dai Carpathian è sì figlio della scena ottantiana, ma di quella Hardcore d’oltreoceano, che pone le proprie radici nel Punk Old School.

Di certo in Isolation si ritrovano svariate sezioni oscure, come a testimoniare che la dimensione plasmata dalla band è incline a ripercorrere tematiche malinconiche e disilluse, ma ogni episodio è caratterizzato soprattutto dallo slancio ritmico e dal feeling crudo dell’Hardcore tipica di tutti i gruppi prodotti dalla Deathwish Inc.
La voce è sofferente e straziata nel suo lamento Hardcore, affiancata da cori possenti che emergono da un’architettura tecnica di ottimo rilievo, ma essa risulta abbastanza piatta e fin troppo uniforme; le chitarre sono il punto di forza dei Carpathian, perché capaci di non rimanere ancorate alla matrice Hardcore e di aprirsi a soluzioni non lontane dall’Alternative.
La staticità di tracce come Insomnia si contrappone alle discrete soluzioni di Deadbeats From Deadhearts e Sun Heights, non permettendo ad Isolation di spiccare il volo a livello ritmico e strutturale.
Una nota positiva è sicuramente da ricercare nella sensibilità con cui la band di Melbourne affronta determinate tematiche, introdotte da titoli mesti ed apocalittici, ma la lunghezza del full-length è decisamente inappropriata per sviluppare un lavoro organico ed efficace.

Le nuove generazioni australiane stanno gradualmente crescendo in ambito Hardcore e Metalcore, come dimostra non solo il lavoro dei Carpathian, ma soprattutto il successo di altre realtà come Parkway Drive, Crymurder e Her Nightmare. Non c’è nulla di singolare e di estremamente esaltante nella proposta dei Carpathian, ma la buona attitudine a percorrere lidi più oscuri rispetto al sound commerciale di tante bands Metalcore attuali costituisce un punto a favore per i cinque di Melbourne.

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