Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audiglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Robert Lowe - voce
- Lars Johansson - chitarra
- Mats Björkman - chitarra
- Leif Edling - basso
- Jan Lindh - batteria


Tracklist: 

1. Prologue (00:56)
2. Emperor Of The Void (04:29)
3. Devil Seed (05:44)
4. Of Stars And Smoke (07:09)
5. Demonia 6 (05:04)
6. Destroyer (07:52)
7. Man Of Shadows (06:17)
8. Clearsight (06:52)
9. The Opal City (01:13)
10. Embracing The Styx (08:19)

Candlemass

King Of The Grey Islands

Fin dalla sua nascita il Doom Metal è stato sinonimo di Candlemass, e viceversa. Era infatti il lontano 1986 quando la band di Stoccolma dava alle stampe il suo primo studio album, Epicus Doomicus Metallicus, un disco rivoluzionario che non a caso diede il nome ad un intero genere. Seguirono altri importanti lavori, primo fra tutti il masterpiece Nightfall, fino ad un’insipida rottura. Per la gioia degli appassionati i Candlemass tornarono sulle scene nel 2005, con un full lenght omonimo che ottenne un grandissimo successo di vendite e critica, complice anche il lavoro di promozione svolto dall’attenta Nuclear Blast. Nuclear Blast che non ha voluto abbandonare i padrini del Doom nemmeno nel momento più difficile, puntando sul combo svedese nonostante la dipartita del “sommo messia” Eddie Marcolin. Tanto si è discusso su chi potesse sostituire un singer di tale portata ed alla fine a spuntarla è stato Robert Lowe, attuale singer degli americani Solitude Aeturnus. E’ quindi con questa rinnovata formazione che i Candlemass entrano in studio per registrare il loro nono album, dal titolo King Of The Grey Islands.

Al contrario di una copertina sinceramente poco ispirata e nemmeno tanto originale, il titolo dell’opera suscita già un certo interesse nell’ascoltatore, soprattutto in vista di una possibile concept story di sfondo al disco. Ed infatti è proprio così: dalla mente di Leif Edling è nata l’idea di un concept basato sulla depressione ed il suicidio nella società moderna. L’indiscusso leader della band scandinava è arrivato inoltre a definire King Of The Grey Islands l’album più oscuro in assoluto mai partorito dai Candlemass. In effetti il disco sembra dargli ragione, a partire dalla lugubre ed a dir poco inquietante Prologue. Quando invece la coppia Johansson - Björkman inizia a macinare riff su riff, a queste sensazione subentra un concentrato di odio represso e disperazione lacerante che perdurerà per tutto il corso dell’opera, salvo alcune brevi frazioni dalle tinte più melodiche.

Diciamolo subito: Robert Lowe non è Eddie Marcolin, né gli si avvicina minimamente quanto a capacità espressiva. Nonostante appaia troppo monotono e ripetitivo in alcune occasioni, il singer americano svolge comunque un buon lavoro dietro al microfono, valorizzando a dovere i singoli brani dell’album. Quello che invece manca a King Of The Grey Islands è una certa varietà sonora (qualità questa piuttosto difficile da ritrovare in un album di stampo Doom), che garantirebbe al disco un maggiore spessore stilistico. Emperor Of The Void, Devil Seed, Demonia 6 sono brani fin troppo simili fra loro per poter appassionare un non fanatico del Doom Metal più duro e canonico. Questa discreta omogeneità a livello di sound consente però l’emergere di alcune tracce in particolare, come l’ottima Of Stars And Smoke (miglior brano dell’intero platter) o Embracing The Styx, anticipata dalla breve ed evocativa The Opal City.

Era prevedibile: King Of The Grey Islands non riesce a superare quel mezzo capolavoro che porta il nome di Candlemass, in assoluto uno dei migliori dischi Doom dal 2000 ad oggi. Nonostante ciò, il nuovo nato in casa Candlemass risulta un lavoro apprezzabilissimo dal punto di vista tecnico ed è perciò consigliato soprattutto a fan del gruppo ed appassionati del genere. Oltre, purtroppo, farà ben poco.

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