Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Roberto Boasso
Genere: 
Etichetta: 
Crosscut Records
Anno: 
1988
Tracklist: 

1. Going to Dallas
2. Bad Night Blues
3. Judgment Day
4. Bluebird
5. Deep River Rag
6. Texas Country Boy
7. Sittin’Here Thinkin’
8. Sunnyland Train
9. White Lightnin’

John Campbell

A Man and His Blues

Nato in Louisiana, nelle vicinanze del confine con il Texas, e cresciuto in questo secondo stato, John Campbell è stato uno dei bluesman più particolari almeno degli ultimi vent’anni. Dedicatosi precocemente alla musica (a tredici anni già iniziava ad esibirsi in pubblico), Campbell maturò le proprie conoscenze sul Blues durante il lungo periodo di degenza causatogli da un tragico incidente d’auto nel 1967, a quindici anni. Ripresosi dalle precarie condizioni di salute dovute a quest’episodio, Campbell trascorse diversi anni senza una dimora fissa, spostandosi frequentemente di città in città, di stato in stato. Finché, nella seconda metà degli anni ‘80, non si fermò a New York. Anche qui cominciò a suonare in locali non molto noti, ma la sua fama era destinata a crescere: dall’esibirsi nei club passò rapidamente a fare d’apertura ad artisti sempre più importanti, poi reincontrò il celebre chitarrista Ronnie Earl, già conosciuto in Louisiana, grazie al cui aiuto ricevette l’opportunità di pubblicare un disco. Disco prodotto dallo stesso Earl (che parteciperà anche in alcune canzoni), e che verrà intitolato A Man And His Blues.

Il titolo la dice lunga, ma non del tutto giusta: più che il suo Blues, l’album sembra rappresentare un omaggio ai suoi maestri. Fra i quali un nome spicca sopra gli altri, per presenza “spirituale” fra le note di A Man And His Blues: Lightnin' Hopkins. Ciononostante, la personalità di Campbell la si può già iniziare a sentire, sebbene sia molto meno evidente che nei due successivi dischi pubblicati dall’americano. In particolare, emerge una voce di una bellezza e una profondità assolutamente non comuni, incantevole nelle sue cupe e basse tonalità. Sotto l’aspetto musicale, invece, A Man And His Blues propone un Blues acustico figlio, appunto, di quanto fatto dal leggendario Lightinin’ Hopkins, uno degli artisti più conosciuti e stimati della scena texana. Di Hopkins si ritrovano anche due cover, in questo debutto, Going To Dallas e Bluebird. Dei rimanenti sette pezzi, quattro sono opera dello stesso Campbell, gli altri tre sono cover di Snooky Pryor (la bella Judgement Day, che è anche una delle poche eccezioni al blues acustico in senso stretto), Elmore James e Furry Lewis, citati rispettivamente con Sunnyland Train e White Lightnin'.

A Man And His Blues è un disco immaturo, se rapportato a cosa proporrà Campbell in One Believer (1991) e in Howlin’ Mercy (1993): è in questi due album che l’originalità, la natura dell’artista verranno fuori a decretarne l’immenso valore. Ma preso a sé stante, senza neanche il bisogno di tener conto del fatto che si tratti di un disco d’esordio (e senza quindi cercare giustificazioni relazionate a ciò), A Man And His Blues figura come un ottimo lavoro, una testimonianza di una personalità non ancora del tutto rivelatasi e sviluppatasi una propria dimensione in cui esprimersi al meglio (cosa che accadrà a partire da One Believer), ma comunque ben più che rilevante. Anche a livello tecnico, poiché John si dimostra un buon chitarrista.
Alla luce di questo, certo è che, ascoltando uno qualsiasi dei tre dischi di Campbell, non può non venire un profondo rammarico per aver perso così rapidamente un bluesman di questo calibro. La morte lo avvolse nel 1993, ad appena cinque anni dal debutto discografico. In ogni modo, andrebbe sicuramente considerato più di quanto non si sia fatto finora, perché i suoi lavori, almeno questo, lo meriterebbero pienamente.

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