Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Columbia
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Jeff Buckley - voce, chitarra, organo, harmonium
- Gary Lucas - chitarra
- Michael Tighe - chitarra
- Mich Grondahl - basso
- Matt Johnson - batteria

Tracklist: 

1. Mojo Pin
2. Grace
3. Last Goodbye
4. Lilac Wine
5. So Real
6. Hallelujah
7. Lover, Should've Come Over
8. Corpus Christi Carol
9. Eternal Life
10. Dream Brother

Jeff Buckley

Grace

Jeffrey Scott Moorhead, nasce nel novembre del '66 da Mery Guilbert e dal cantautore Folk/Rock Tim Buckley, che ben presto li abbandona per recarsi a New York dove ha la grande opportunità di realizzare un disco con la Elektra. Tim Buckley si apprestava a divenire uno dei maggiori cantautori americani quando nel 1975 fu stroncato da un'overdose ad appena 28 anni, mentre Jeffrey, che conobbe il padre naturale soltanto in quell'occasione, fu educato, anche musicalmente dalla madre, una violoncellista, e dal padrigno Ron Moorhead. A tredici anni, Jeffrey decide di trasferirsi anche lui nella Grande Mela per intraprendere gli studi liceali e di riappropriarsi del cognome del suo vero padre, quello con cui sarà poi ricordato, divenendo per tutti Jeff Buckley. Terminato il liceo Jeff, che fin da piccolossimo aveva mostrato una smisurata passione per la chitarra, si trasferisce a Los Angeles dove nel 1985 consegue il diploma presso il "Guitar Institute of Technology". Tornato a New York dopo aver suonato in alcune band locali, nel 1990 forma con il suo amico Gary Lucas, chitarrista che aveva avuto la fortuna di collaborare anche con Frank Zappa, i Gods & Monsters. E proprio da questa collaborazione con Lucas nascono i primi pezzi di Jeff Buckley, che saranno poi contenuti in questo suo album d'esordio, Grace. Infatti anche per Jeff, come per il padre Tim, si presenta la grande occasione, cioè un contratto con la Columbia, che nel 1994 pubblicherà Grace. Molteplici e diverse sono le influenze che si susseguono nella musica del giovane cantautore, da Edith Piaf e Van Morrison, a Bob Dylan e Robert Plant, dal padre Tim e da Miles David alle sonorità grunge e rock alla Radiohead, proprie del suo periodo, ma oltre all'ispirata vena compositiva di Jeff colpì in particolare la sua estensione vocale, capace di andare oltre le quattro ottave, sconfinando così quel limite che in linea generale è previsto per gli umani.

Grace, pubblicato come detto nel 1994, sarà il primo e in un certo senso unico album di Buckley, visto che il successivo Sketches (For My Sweetheart The Drunk) sarà pubblicato postumo nel 1998. L'album mostra la duttilità della voce del singer e tutto il suo talento sia come songwriter che come interprete, mentre i testi svelano l'animo tormentato dell'autore e la forte influenza esercitata dal padre Tim. Dei dieci brani proposti, il vero capolavoro è Lover, You Should've Come Over, struggente e commovente ballata, ma anche Grace, scritta insieme a Mojo Pin con Lucas, Last Goodbye, Eternal Life e Dream Brother pur mantenendo le stesse caratteristiche non sono da meno. Molto bella anche Hallelujah, cover di Leonard Cohen e resa di recente celebre da un telefilm, mentre sono soprattutto pezzi come So Real e Corpus Christi Carol, cover di Benjamin Britten, a mostrare le incredibili doti vocali del cantante. Inoltre in quest'album Jeff oltre a cantare suona la chitarra, l'organo e l'harmonium, mentre il sound proposto, pur miscelando come detto diverse influenze, risulta del tutto personale e diverso da tutto ciò che si era sentito fino ad allora.

Grace fece di Jeff Buckley un mito, soprattutto per quelle generazioni cresciuti negli anni '90, anche se molto contribuì a consolidare il mito di questo musicista la sua prematura e misteriosa scomparsa, che va incredibilmente a creare un parallelismo con la storia del padre, avvenuta nelle acque del Wolf River, affluente del fiume Mississipi, nella notte del 29 maggio del 1997 a soli 30 anni. Nonostante i celeri interventi della polizia, avvisata dagli stessi amici presenti all'accaduto, il corpo fu ritrovato solo il 4 giugno, ed il caso sarà archiviato dalle autorità come annegamento accidentale, visto che gli esami tossicologici stabilirono l'assenza di alcool o droghe.

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