I Boxerin Club sono una giovane band romana dalle compiute sonorità indie anglo/americane con nulla da invidiare alle più ispirate formazioni d’oltreoceano.

Quattro tracce per questo e.p. di debutto che possono ricordare di volta in volta personaggi e bands maggiori come Stephen Malkmus, Frankie & The Heartstrings o Jens Lekman.

Ci si muove quindi tra vari registri pur mantenendo una personalità fortissima in fase compositiva.

Si va dalle soavità quasi sussurrate in punta di plettro di September Thought, bucolica nelle sue  tintinnanti percussioni, perfetta soundtrack per prime pioggie e cambi di stagione alla ritmata It Takes Two To Tango che gioca ad intrecciare voci e cori finto-hawaiiani per concludere in assolo di elettrica saturo e melodico in puro Avi Buffalo style.

Golden Nose riesce a prendere il meglio da vent’anni di indie-pop: voce intrigante ed equilibrata,  chitarre dalle distorsioni misurate che non nascondono gli arpeggi delicati, ritmiche avventurose e perfino un uso benedetto dei fiati, caratteristiche che si estrinsecano ancor di più in Hedgehogs che è il brano più catchy dell’e.p., dal bel ‘tiro’, con le sue trombe ed i suoi coretti esotici di derivazione sixties e che al momento potrebbe essere il manifesto dei Boxerin Club nonché indie-pop song italiana del primo quadrimestre. E devono essersene accorti anche quelli del NME se hanno scelto la band per il loro party romano.

Il disco, oltre al debutto della band, rappresenta anche il debutto dell’etichetta per cui esce, l’indipendente Bomba Dischi, cui auguriamo di non disattendere le nostre aspettative che con dischi così inevitabilmente si creano.