Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Etichetta: 
Southern Lord
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Takeshi - voce, chitarra e basso
- Wata - chitarra e voce
- Atsuo - batteria, percussioni e voce

Guests:
- Michio Kurihara - chitarra nella prima, quinta e settima traccia
- Stephen O'Malley - chitarra nell'ottava traccia


Tracklist: 

1. Flower, Sun, Rain (07:26)
2. Buzz-In (02:57)
3. Laser Beam (04:29)
4. Statement (03:24)
5. My Neighbor Satan (05:17)
6. Ka Re Ha Te Ta Sa Ki - No Ones Grieve (08:58)
7. You Were Holding An Umbrella (08:54)
8. [Untitled] (15:28)

Boris

Smile

Grazie al suo distintivo isolamento geografico e culturale, il Giappone ha avuto modo di sviluppare, nel corso della sua storia, una serie di correnti artistiche del tutto uniche nel loro genere. In ambito musicale, pur non restando indifferente di fronte alle tendenze occidentali, il Giappone ha sempre offerto un vasto panorama nazionale, composto perlopiù da band assai valide ed interessanti. Non è quindi un semplice caso che sia stato proprio il Giappone - Tokyo per la precisione - a dare i natali ad uno dei fenomeni musicali più sorprendenti degli ultimi dieci anni: i Boris. Nata nel lontano 1992, la formazione nipponica è entrata nel vivo della sua attività a partire dal 2000, quando, con l’incisione del maestoso Flood, ha dato inizio alla sua scalata verso l’Olimpo del Rock sperimentale. Fra album, dischi dal vivo, EP e collaborazioni varie, quasi non si contano le pubblicazioni discografiche targate Boris uscite negli ultimi otto anni. Se da un lato ciò può ampliare il fascino che attornia il progetto, dall’altro rischia di far passare inosservate alcune release da non perdere, fra cui non possiamo che segnalare il qui recensito Smile.

Andando in ordine cronologico, l’ultimo full lenght vero e proprio dei Boris prima dell’uscita di Smile porta il nome di Vein, disco caratterizzato da un sound assai legato al filone Noise - Hardcore. Come per il suo predecessore, Smile esce in due differenti edizioni, una curata dalla nipponica Diwphalanx e l’altra dalla Southern Lord di Stephen O'Malley. Ed è lo stesso Stephen O'Malley l’autore della copertina relativa all’edizione Southern Lord, nonché uno dei due guest presenti all’interno dell’album. L’altro, non meno di spicco, è Michio Kurihara, chitarrista dei Ghost, altra grandissima band originaria di Tokyo. Oltre ad avere un artwork del tutto diverso, l’edizione giapponese dell’album vanta un sound assai differente rispetto alla versione firmata Southern Lord. In questa recensione ci occuperemo tuttavia della pubblicazione disponibile sul mercato europeo e statunitense.

Per chi già possiede una certa confidenza con i Boris e la loro singolare proposta, Smile si evidenzia immediatamente per il suo stile molto variopinto e talvolta persino più accessibile rispetto agli standard del gruppo. Appare inoltre altamente improbabile un confronto diretto con il suo predecessore, data l’enorme diversità che separa i due studio album. Nel caso di Vein, come già asserito in precedenza, la base stilistica dell’album si rifaceva ad una tradizione Noise contaminata da elementi Hardcore. Smile, al contrario, si caratterizza in linea di massima per un suono più orientato verso i lidi Stoner di Heavy Rocks. Tale affermazione può comunque rivelarsi riduttiva alla luce della notevole ricchezza sonora di Smile, disco che, nei suoi cinquatasei minuti, batte sentieri per molti inconciliabili. Ed è anche sicuramente per questo motivo che Smile si dimostra, fin da subito, un album dall’incredibile valore.

Il primo brano del disco, in seguito ad un breve e rumoroso preludio, si sviluppa in maniera piuttosto lineare e flemmatica, in netta contrapposizione con molti dei pezzi seguenti. Flower, Sun, Rain è in realtà una canzone molto interessante, dove ad evidenziarsi sono sì le abilità tecniche dell’abile axeman Michio Kurihara (ascoltare l’assolo per credere), ma anche e soprattutto un certo gusto ossessivo ed a tratti quasi straziante messo in mostra dal gruppo. Va comunque segnalato che si tratta di una cover dei PYG, storica Rock band proveniente dal paese del Sol Levante. Con la breve Buzz-In si cambia totalmente registro stilistico e ci si avvicina ai tratti caratteristici su cui il disco pone le sue basi. Il reale spirito di Smile si manifesta infatti in maniera chiara nelle successive ed entusiasmanti Laser Beam e Statement (quest’ultima pubblicata anche in veste di singolo in tiratura limitata). Il fatto che tutti i brani contenuti nella tracklist vedano la presenza di parti vocali potrebbe indurre facilmente l’ascoltatore a considerare Smile un album abbastanza commerciale. Tuttavia, sebbene ciò non sia in fin dei conti così scorretto, il disco offre comunque alcune composizioni validissime e da non perdere. Ne è un esempio la magnifica My Neighbor Satan, decisamente più affine a Flower, Sun, Rain che non al resto dell’album (forse per via dell’influenza esercitata dal grande Kurihara). Ka Re Ha Te Ta Sa Ki - No Ones Grieve evoca, da parte sua, sensazioni contrastanti: data anche la sua notevole durata, la canzone ha infatti il merito di racchiudere al suo interno le due anime guida dei Boris, da un lato la matrice legata al fine Noise - Drone, dall’altro quella più rockeggiante e chitarristica. Particolarmente interessante risulta inoltre You Were Holding An Umbrella, dove i Boris si abbandonano ad un sound malinconico e dalle influenze quanto mai singolari, accostabili a tratti al genere Post Rock. Al termine del disco troviamo infine la collaborazione fra la band nipponica e Stephen O'Malley, mente dei Sunn O))). Il lunghissimo pezzo, senza titolo, sembra legarsi dapprima alla precedente You Were Holding An Umbrella per poi esplorare territori ancor più oscuri e decadenti. Il risultato finale è tutto da scoprire.

Molto altro si potrebbe aggiungere parlando di Smile e della sua produzione, grezza, ma curata, insolita ed al tempo stesso appagante. Tuttavia si finirebbe ben presto per ridurre l’intero disco ad un banale insieme di dati tecnici, quando, invece, esso è in grado di regalare forti emozioni e momenti di assoluta intensità. Pur nella sua apparente orecchiabilità, Smile si attesta quale lavoro discografico superlativo, senza dubbio uno fra i più validi dell’anno in materia sperimentale. Un discorso generale di tutt’altro tipo meriterebbe l’edizione giapponese dell’album, ma questa è un’altra storia…


NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente