Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Metal Heaven/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

Michael Bormann - voce
Tomas Olsson - chitarra
Henrik Olsson - chitarra
Fredrick Bergh - basso, tastiera
Pelle Akerlind - batteria

Tracklist: 

1. Sign Of The Devil
2. The Tempter
3. Book Of The Dead
4. Bless The Unholy
5. Lord Of Battle
6. Flames Of Purgatory
7. Into Eternity
8. Black Heart
9. Black Shadows
10. Turn To Stone
11. Seven Angels

Bloodbound

Book Of The Dead

Dopo l'esordio dello scorso anno con Nosferatu, i Bloodbound dei fratelli Olsson e di Fredrick Bergh si ripresentano con una prima grossa novità che riguarda la presenza di Michael Bormann al microfono nel loro nuovo Book Of The Dead, album in cui propongono un heavy/power potente e melodico che trova chiara ispirazione in Hammerfall, Iron Maiden ed in misura minore Helloween.
Ritmiche incalzanti, riff taglienti e solos di pregevole fattura si riscontrano sull'intero nuovo lavoro di questa giovane band, che trova adesso una marcia in più nella sempre magistrale interpretazione del singer tedesco Bormann, il quale affronta questi undici brani con un piglio diverso rispetto alle sue precedenti uscite di melodic hard con i vari Bonfire, Jaded Heart o Rain, molto più aggressivo ed evocativo, capace di ricreare toni epici ed oscuri e regalando una prestazione altamente soddisfacente. Le tastiere di Bergh non sono mai invasive, ma anzi il loro uso è ben equilibrato e calato nel contesto di ogni singolo brano, Tomas, il maggiore dei fratelli chitarristi Olsson, mostra tutta la sua stoffa infarcendo le composizioni con solos efficaci e mai fini a sé stessi, mentre nel complesso risulta ampiamente soddisfacente e piacevole il song-writing, che ha il merito principale di saper valorizzare l'aspetto melodico fondendolo con la potenza tipica dell'heavy.

L'opening-track Sign Of The Devil si presenta oscura e cattiva, con breaks strumentali veloci ed incalzanti che si alternano alla meno veloce ma ugualmente aggressiva parte cantata, di cui risalta l'ottimo e potente refrain, The Tempter è un altro bel pezzo, anch'esso aggressivo ed ineccepibilmente valido sotto l'aspetto melodico, per merito soprattutto degli azzeccati refrain ottimamente resi dall'interpretazione di un grande Bormann, e con un finale chiaramente targato Maiden, poi la tile-track Book Of The Dead è un vero e proprio anthem coinvolgente e trascinante che facile supporre darà ampie soddisfazioni in sede live, mentre si accelera con le più veloci e potenti Bless The Unholy, dal tono solenne e cupo specie nei chorus, e Lord Of Battle, che lascia una certa sensazione di risentito pur presentandosi come un altro buon brano che sembra voler fondere l'aspetto melodico del più cristallino AOR con la potenza tipica dell'heavy.
Più alla Running Wild, ed in effetti anche il titolo pare un po' richiamarli, Flames Of Purgatory, che però non rinuncia alle buone melodie nei pressi del solito ottimo refrain, velocissima ed altamente melodica, in perfetta sintonia col power nord-europeo, Into Eternity, che poi si abbandona in parti che sembrano molto rifarsi agli Helloween, arriva così la prima ed unica power ballad del lotto, Black Heart, davvero molto bella, emozionante e coinvolgente, gode di una linea melodica stupenda e della solita immensa interpretazione del singer tedesco. Si torna a martellare con Black Shadows, ritmiche più sostenute e l'ottimo lavoro di keys, oltre al vincente refrain, ne fanno l'ennesimo buon brano di questo platter, poi la velocissima ed incalzante Turn To Stone, dal chorus solenne ed eroico, ed infine Seven Angels, altra composizione che piacevolmente risente dell'influenza esercitata dagli Iron Maiden

Gran bel balzo in avanti per i Bloodbound che con questa seconda uscita Book Of The Dead consegnano agli amanti del power melodico un lavoro di pregevole fattura, sotto ogni punto di vista. E' vero non c'è molto di particolarmente diverso rispetto alle tante uscite power metal da cui siamo sommersi oggigiorno, se non la qualità e la loro abilità nel sapersi muovere verso territori più attinenti all'heavy e nel saper costruire trame melodiche vincenti, e tutto questo non è poco, in fondo chi predilige tali generi, specie i più puristi, non pretende poi chissà quali evoluzioni, ma solo buona musica e qui c'è.
 

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente