Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Polydor/ Atlantic
Anno: 
1969
Line-Up: 

- Eric Clapton – Chitarra
- Steve Winwood – Voce, Tastiera, Organo, Piano, Chitarra, Basso
- Ginger Baker – Batteria, Percussioni
- Ric Grech – Basso

Tracklist: 

1. Had to Cry Today
2. Can’t Find My Way Home
3. Well... All Right
4. Presence of the Lord
5. Sea of Joy
6. Do What You Like

Blind Faith

Blind Faith

Blind Faith, 1969: la nascita di una delle più grandi opere del blues-rock moderno. La "slowhand" del leggendario Eric Clapton, i battiti furiosi di uno storico Ginger Baker (ex Cream), l'onnipresente basso di Ric Grech e infine lui, il maestro e la sua grazia perenne, lo Steve Winwood dei bei tempi andati.. Un ricordo che si è arenato nelle memorie di un periodo lontano ma ancora non del tutto scomparso; perchè quando il valore artistico di un'opera è abbastanza grande da rimanere inalterato nel tempo, allora, al di là dei contesti e degli scenari che freneticamente si susseguono, dimenticarlo è impossibile. I Blind Faith sono un pezzo di storia ormai, soprattutto se si pensa al fatto che diedero vita solamente a questo splendido, indimenticato disco omonimo, per poi lasciarsi alle spalle il progetto e procedere ognuno con le sue idee (basti pensare a Winwood coi Traffic e a Clapton con i suoi Derek And The Dominos).

Blind Faith, uscito sotto la Polydor e coordinato dal produttore Jimmy Miller, venne accolto con scroscianti applausi da una critica che si ritrovò di fronte una delle maggiori opere del tempo in ambito blues-rock, un disco che principalmente basò il suo successo e la sua grandezza sulla collaborazione - iniziata nel 1966 con i Powerhouse - di Clapton e Winwood, ovvero due tra le più importanti silhouette del rock e del blues degli anni '60-'70 (la storia di Clapton è tesoro di tutti, mentre quella di Winwood, che collaborò con personaggi di calibro di Hendrix, Chuck Berry, Jim Gordon e Al Di Meola, è sicuramente meno conosciuta)

Sono infatti nate dal magico incontro dei due musicisti americani i grandi capolavori di questo Blind Faith, come la stupenda e immortale Can’t Find My Way Home, uno dei pilastri di maggior importanza di tutto il rock-blues britannico, o ancora Had To Cry Today (entrambe scritte da Winwood), più semplice ed orecchiabile nel suo incedere; per non parlare poi di un’altra perla come Presence Of The Lord, partorita dalla mente di un Clapton ancora giovinotto che si lascia andare a ritmi lenti ed abbandonati ma estremamente intensi, grazie anche all’equilibrato uso di pianoforte e organo da parte di Winwood, prima che slowhand infiammi l’atmosfera del brano con la sua chitarra, trascinando con sè tutto lìimpeto strumentale della band. Impeto che si ripercuote nella successiva Sea Of Joy e, in maniera ancor più evidente, nella conclusiva e lunghissima Do What You Like, in cui (il creatore) Ginger Baker si sbizzarrisce in vortici di assoli e scarichi al vetriolo su cui si innalza un'atmosfera ipnotizzante, psichedelica, quasi progressive per la cura e la ricercatezza degli arrangiamenti, caratteristica in parte riscontrabile anche per Well… All Right, in cui comunque prevale il blues più classico e da repertorio, ovviamente reinterpretato e smussato da cori vocali e strumentali che denotano la freschezza e l’abilità compositiva di un gruppo che, sotto questo punto di vista, ha insegnato e dettato legge come pochi altri.

Peccato solamente - come già accennato ad inizio recensione - che Blind Faith sia stata l’unica perla di questa, allora così chiamata, superband; ma il tempo ci insegna che sono i singoli dischi e non le intere discografie a passare alla storia e naturalmente i Blind Faith ne sono un esempio. Il blues di questo gruppo è infatti risultato fondamentale per molti astri nascenti del panorama di allora, e possiamo dire che questo è un capolavoro anche tralasciando la sua importanza storica perché il groove, l’intensità, il gusto e lo stile dei Blind Faith hanno fissato il proprio stendardo nel cuore della musica mondiale moderna.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente