Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
3rd Stone
Anno: 
1991
Line-Up: 

- Graham Sutton - chitarra, voce
- John Ling - basso, voce
- Mark Simnett - batteria
- Steven Page - arrangiamenti
- Daniel Gish - tastiera, sintetizzatore
- Sue Page - voce


Tracklist: 


1. Manman
2. Blood Rush
3. Tooled up

Bark Psychosis

Manman

Dopo due pubblicazioni sotto Cheree in cui i Bark Psychosis hanno miscelato e rimescolato gli elementi più caratterizzanti del dream pop, degli shoegazers, del jazz, dell'ambient e di quello che in definitiva era una sorta di abbozzo di "post rock" (semmai sia valida quest'etichetta), giunge un sospirato cambio di label dopo varie problematiche e vicissitudini con la precedente.
Il debutto degli inglesi per la 3rd Stone si intitola Manman ed ha un'anima musicale arricchita dall'entrata nella formazione del tastierista Daniel Gish (ex-Disco Inferno). Ciò stimola inoltre Graham Sutton ad interessarsi maggiormente alla programmazione e alla colorazione elettronica, ma principalmente ogni volta i Bark Psychosis compiono un'azione in sè retrospettiva e progressista quando entrano in studio e Manman non fa eccezione. Lo stesso Sutton avrebbe affermato: "ogni registrazione che facciamo è una reazione a quella venuta prima".

La titletrack Manman inizialmente catapulta in uno scenario vagamente agghiacciante nei suoi riverberi. Quando la sezione ritmica parte con un incedere veloce e spedito il tutto si trasforma in un notturno - seppur dal retrogusto spettrale - viaggio fra le frenetiche luci delle strade di uno scenario urbano. L'aggiunta di tappeti di tastiera, campionamenti e la dilatazione dei bassi dub inoltre enfatizza l'aura moderna e metropolitana delle note. Interessante il duo vocale, con la voce maschile distaccata e quella femminile filtrata per catalizzare la freddezza futuristica ricreata dai droni di chitarra in lo-fi.

Le tastiere ambient di Blood Rush dipingono freddi e immensi panorami cosmici sui quali contrastano la melodia calda dei dolci arpeggi di note e il tocco candido della sezione ritmica (batteria jazzata appena accennata ma inesorabile, basso dub di riempimento). Si percepisce l'influenza dei Talk Talk nell'attenzione conferita alla leggerezza dei suoni, con momenti in cui cresce il silenzio (seppur in maniera meno accentuata e con uno scorrimento più disteso e omogeneo) e gli strumenti sembrano quasi abbandonare il palcoscenico per poi rientrare, sommandosi e intensificando l'emozionalità del brano in cui la voce è solo un ulteriore ausilio per la vera protagonista, e cioè l'atmosfericità.
Stilisticamente inoltre si riaggancia di più agli altri EP rispetto alla precedente canzone, ma è anche un ponte di collegamento che anticipa qualcosa del futuro full-lenght Hex.

La strumentale Tooled up cambia decisamente registro movimentando tutto con tratti fusion, effetti psichedelici ed elettronici, sfuriata di batteria finale e riverberi quasi dream pop/noise pop che appena percettibili si distendono in sottofondo. Il lato elettronico colora notevolmente il pezzo che assume tonalità inquietanti in più di un'occasione, risultando corposa ed intensa.

Si conclude così il terzo lavoro dei Bark Psychosis, già attivissimi agli esordi nonostante la giovane età che li porta a sfornare, fra alti e bassi, ben tre pubblicazioni, cioè All Different Things, Nothing Feels e questo Manman per l'appunto. La sua realizzazione è particolarmente significativa anche in funzione del passo successivo, per la quale Sutton noleggia una vasto campionario di strumenti e in cui confluiranno diversi spunti venuti alla luce in quest'occasione.
Ne parleremo fra poco.

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