Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
CCP Records/Andromeda
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Swart - chitarra
- Baal - chitarra
- Gier - voce
- Ork - batteria
- P. Magick - basso
- Hysteria - tastiera


Tracklist: 


1. Psychosomatic Gallery (Intro)       
2. Earthbound Suicide       
3. Medium Antigod       
4. Obtained Orphanage       
5. Massacre Pour Une Ballade       
6. Ravenous And Devilish       
7. Das Tier       
8. Lunar Psychosis       
9. Decades Of Nihilism       
10. Black Dominion Era

Atritas

Medium Antigod

Il quintetto elvetico riunito sotto il nome di Atritas ed attivo sin dal 1997 corona i dieci anni di carriera realizzando il secondo capitolo discografico, tale Medium Antigod, a distanza di ben tre anni dal primo efficace Where Witches Burnt, che aveva però riscosso un esiguo successo all’interno del mercato europeo. Dal 2004 al 2007 la band di Basilea ha comunque raffinato parecchio il proprio sound, giungendo alla composizione di un Black Metal sinfonico notevolmente influenzato dai norvegesi Satyricon e dai primissimi Arcturus di Aspera Hiems Symphonia; la produzione è sempre stata affidata agli Iguana Studios, che hanno svolto un lavoro più che valido e professionale per quanto riguarda la registrazione del full-lenght. Si deve inoltre ricordare come gli Atritas si siano conquistati una posizione di rilievo all’interno del panorama estremo svizzero che ha ereditato la tradizione degli storici Hellhammer e Celtic Frost, attraverso diverse esibizioni in supporto a celebri acts come Hipocrisy, Naglfar, Dark Funeral e God Dethroned.

Le doti tecniche del five-piece risultano convincenti fin dall’opener Earthbound Suicide, che segue la consueta introduzione Psychosomatic Gallery: ci si ritrova in un’atmosfera diabolica, degna di grandi classici come Mother North (Satyricon) o To Thou Who Dwellest in the Night (Arcturus), che vengono ripercorsi in tutti gli elementi. La voce del cantante Gier riesce a variare il proprio registro stilistico dallo scream più acuto fino al growl più penetrante, senza perdere mai smalto ed elevandosi sopra il tessuto sinfonico descritto da chitarre distorte e clean e dalla tastiera dominante.
Una delle tracce migliori è sicuramente la quinta Massacre Pour Une Ballade, cantata in francese e coinvolgente nella sua alternanza tra momenti maestosi e le sferzate tipiche del Black Metal.
I testi degli Atritas purtroppo non presentano peculiarità, ricalcando in pieno la tradizione del Black Metal occulto e nichilista, ma ciò che risulta determinante e fondamentale è l’approccio tecnico della band, capace di strutturare in modo elaborato e complesso ciascuno dei dieci pezzi di cui si compone Medium Antigod.

In definitiva si consiglia il secondo episodio degli Atritas a chi desidera riscoprire gli aloni avvolgenti realizzati nei primi anni Novanta dalle band di culto norvegesi che hanno cercato da subito un connubio tra l’estremismo del neonato Black e la solennità dei passaggi sinfonici. Il punto di forza degli Atritas è la loro spiccata abilità in fase di song-writing, non eguagliata certamente dall’originalità di musica e testi, ma supportata da una registrazione invidiabile dalla maggior parte delle realtà dell’underground europeo. Auspichiamo però che la formazione riesca a mantenere tale qualità nelle prossime pubblicazioni, dato che sono già intervenuti dei cambi di line-up dopo la registrazione di medium Antigod, che hanno visto la dipartita del batterista Ork e del tastierista Hysteria, forse i due membri più rappresentativi del sound della band.

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