Voto: 
9.3 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Active Records/Metal Blade
Anno: 
1991
Line-Up: 

- Kelly Shaefer - Voce, Chitarra
- Rand Burkey - Chitarra
- Tony Choy - Basso
- Steve Flynn – Batteria


 

Tracklist: 


1.) Mother Man
2.) Unquestionable Presence
3.) Your Life's Retribution
4.) Enthralled In Essence
5.) An Incarnation's Dream
6.) The Formative Years
7.) Brains
8.) And the Psychic Saw
 

Atheist

Unquestionable Presence

Febbraio 1991. Durante il ritorno a casa dopo un tour con i Candlemass, il tourbus degli Atheist è coinvolto in un incidente stradale nel quale il bassista Roger Patterson perde la vita. Il triste evento segnò profondamente la band, che tuttavia non si perse d’animo e decise di continuare, almeno per il momento, l’avventura Atheist.

Le canzoni erano già scritte - nell’agosto precedente 6 tracce erano perfino state registrate come pre-produzione del disco - e gli Atheist scelsero di nuovo i Morrisound Studios per incidere il successore del debut Piece of Time, quell’ Unquestionable Presence che è da allora ricordato fra i più fulgidi esempi di Death Metal di gran classe.

Rimpiazzare Patterson non era affatto facile: anche solo dal punto di vista musicale, trovare un degno sostituto non era certo impresa da poco. Gli Atheist chiesero allora aiuto a Tony Choy, membro dei conterranei Cynic, all’epoca ancora alle prese con la registrazione del demo.
Il suo lavoro, sulle complesse parti di basso di Roger, è spettacolare: un grande esempio di tecnica e velocità.
La stessa velocità che caratterizza lo stile del batterista Steve Flynn: il suo drumming sorprendente, ricco e non lineare non fa mai mancare la giusta carica alle canzoni, e su un tappeto ritmico del genere si possono gustare al meglio anche i passaggi del basso. Basti ascoltare la fenomenale opener Motherman, per apprezzare quanto fatto da Flynn e Choy: le intricate parti di batteria si intersecano con le linee di basso , rapendo l’attenzione dell’ascoltatore.

Alcuni passaggi melodici e atmosferici più fusion-oriented intervallano la sfuriata e gli scream di Kelly Shaefer: sebbene decisamente meno presenti che nel successivo Elements, questi momenti di “riposo” sono molto azzeccati, e si accordano perfettamente con le parti più dure.
Trovati gli ingredienti giusti, gli Atheist li amalgamano assieme sapientemente e ci regalano altre 7 canzoni sulle stesse coordinate stilistiche. Ciò non significa una ripetitività del disco: le canzoni appassionano tutte, a partire dalla seguente Unquestionable Presence.
La title track contiene riffs tra i migliori ch’io abbia mai avuto il piacere di ascoltare; la misteriosa introduzione e un veloce giro di basso ci catapultano in un pezzo da ascoltare e riascoltare: senza dubbio uno degli highlights del disco.

Ottime le successive Your Life’s Retribution e Enthralled in Essence (in gran spolvero Choy su questo brano pieno di ripartenze e condito da grandi assoli), mentre la quinta traccia An Incarnation’s Dream ci sorprende con un’intro acustica di gran pregio: il resto della canzone è sullo stile del resto del disco, inutile ribadire che il livello qualitativo dei pezzi non scade d’un millimetro.

In The Formative Years e in Brains la coppia Burkey-Shafer ci delizia con riff e assoli di gran bellezza: i due chitarristi non sono certo gli ultimi arrivati, e dimostrano una padronanza tecnica notevole per tutti i 32 minuti del disco.
And The Psychic Saw chiude: chitarre e basso ingaggiano duelli di maestria per conquistare l’attenzione dell’ascoltatore. Il risultato? L’ennesimo pezzo sopra le righe.

La produzione, ad opera dell’esperto Scott Burns, è buona e mette in luce ogni strumento lasciandoci godere appieno delle prestazioni dei 5 floridiani.
I brani, nonostante nessuno di essi raggiunga i cinque minuti di durata, sono molto complessi: è il principale punto a favore del cd, ma è anche il suo tallone d’Achille. Quindi badate bene, specialmente se non siete fan del genere, non date ad Unquestionable Presence un ascoltata occasionale. Ne ricaverete la spiacevole sensazione di avere a che fare con pezzi confusionari e senza capo né coda, il che certamente non rende giustizia a questo capolavoro del Death tecnico.

Dedicate il giusto tempo a questo cd, concentratevi e apprezzatelo con calma: se inizialmente vi risulterà meno fruibile del successore Elements (decisamente più accessibile e quindi consigliabile se volete avvicinarvi agli Atheist), col passare del tempo vi saprà appassionare e riuscirete a capirlo in tutta la sua bellezza...

Classico.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente