Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2009
Line-Up: 

Titta Tani – lead and background vocals
Andrea Casali – bass and background vocals
Emanuele Casali – piano, keyboards
Silvio D’onorio De Meo – guitars
Filippo Berlini – Drums

Tracklist: 

1. Over The Hills
2. Promises You Made
3. Memories Remain
4. The Rage Behind
5. Save Another Day
6. Hypocrisy
7. Road To Nowhere
8. Simple Mind
9. The Hitman
10. Never Say Goodbye

Astra

From Within

Ma che fine ha fatto Titta Tani? Questa era una delle domande che incuriosivano maggiormente i “progster” più sfegatati i quali, dopo l’uscita dai DGM, avevano visto la loro ugola italica preferita allontanarsi dalla scena mainstream. Ma la preoccupazione non era di certo che il non tanto agile portabandiera del prog nostrano avesse attaccato il microfono al chiodo, considerando le innumerevoli band in cui milita (Icycore nonché Daemonia e Necrophagia addirittura come batterista) piuttosto in quale dei tanti progetti il burbero Titta si sarebbe concesso di più.

Una risposta reale non c’è, forse perché non c’è una dedizione oculata ad un’unica band ma continua a lavorare su più fronti. Adesso è il momento degli Astra, per niente una one man band anzi un insieme di cinque musicisti dalla venatura tecnica impeccabile in grado di riproporre un prog metal a noi molto caro. Sì perché se l’approccio resta univoco e chiaro solo ad un ascolto accurato si notano le diverse influenze che caratterizzano il sound degli Astra: Over The Hills sa di DGM fino al midollo, Promises You Made è dedita a mettere in pratica gli insegnamenti dei maestri Symphonies X e Memories Remain parte con delle note rubate dallo scrigno queensrychiano (ascoltare Empire - canzone - per credere) per poi sfociare in un riffing heavy. E fin qui di attimi ben curati, suonati egregiamente ce ne sono ma cosa ci propongono gli Astra di innovativo?La risposta è in parte toccata con Save Another Day, primo vero pezzo targato Astra, in cui si nota il loro infinito amore per l’AOR ed un tragitto che cerca di caratterizzarsi per una rete di percorsi tutta personale, senza ricorrere a bussole o strumenti già in voga nella scena. E qui non è solo la voce e la chitarra a brillare, ma la composizione stessa che cambia tinta nelle varie parti offrendo un arcobaleno musicale che schiarisce il grigio delle tracce precedenti per divenire raggiante ed accecante. E che dire di Road To Nowhere, cattiva con i suoi controtempi e sferzante grazie alle sue diverse e molteplici facce. Tutto questo potrebbe essere il futuro del prog italiano.

Talvolta, purtroppo, si ricade nella “fossa comune” delle cose già dette (Hypocrisy) ma nonostante ciò c’è da riconoscere che le composizioni non diventano mai noiose ma sempre appetibilmente ascoltabili, grazie anche alle incursioni di effetti e cori (Simple Mind) che se da un lato caratterizzano la proposta musicale, dall’altro fanno sognare a qualcosa di più personale per il futuro.Innegabili infine le influenze del famigerato “Teatro dei Sogni”, per il quale gli Astra sono stati elogiati della vittoria dell’ “Italian Official Dream Theater Tribute Band Contest” e l’inserimento di spruzzi di lezioni apprese negli anni si nota a livello direi fisiologico.E quindi? Per voi amanti del prog non potete restare sprovvisti di questa uscita che potrebbe collocarsi in alto nella vostra top album del 2009, ma attenti che se cercate nuove emozioni potreste settare delle aspettative troppo alte di quanto gli Astra possano contribuire nel tramutarle in realtà.


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