Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Stefano Fattori - voce, mandolino
- Federico Galvani - voce, fisarmonica
- Flavio Zanuttini - voce, tromba
- Toni Pagnut - violino, clarinetto, sax
- Roberto Fabrizio - chitarra
- Oscar Schwander - basso
- Marco Bianchini - batteria

Tracklist: 

1. Una Pissada Di Vacja
2. Ciniche Danze Tzingare
3. Lepa Vida
4. O Spudarai Fuc
5. Sawakalakitcha (se vuaca la cjica)

Arbe Garbe

Bek

Gli Arbe Garbe nascono nel lontano 1994 e immediatamente si rendono riconoscibili grazie al loro sound balcanico e circense, fatto di trombe, chitarre in levare e approccio punk, ma soprattutto attraverso l’abuso di un linguaggio multietnico e folcloristico che mescola lingua friulana e beneciana (minoranza slovena del Friuli orientale).
Arrivano nel 2008 alla pubblicazione di Bek, mini album il cui obbiettivo è attirare finalmente l’attenzione di quella grande fetta di pubblico che potrebbe regalare alla band una fama estesa e solida, consolidando tanti anni di onorata carriera.

Ciò che colpisce immediatamente di questo lavoro è il particolare package in cui si presenta: confezione interamente cartonata e tappezzata di disegni di capre (simbolo della band) realizzati da disegnatori professionisti e dilettanti, il tutto accompagnato da 2 adesivi rappresentanti altri ritratti del suddetto animale, ed un terzo foglio adesivo bianco su cui poter disegnare ciò che si vuole utilizzando la matita marchiata con il nome Arbe Garbe, anch’essa compresa nella confezione.
Le cinque canzoni che compongono questo disco snocciolano ritmiche festose e stradaiole allo stesso tempo, rifacendosi in parte allo stesso immaginario portato recentemente alla ribalta dai Gogol Bordello, interpretando la tradizione friulana con grinta e passione, riunendo ska, folk e un pizzico di punk, quel tanto che basta per mantenere uno spirito antiautoritario e selvatico.
Violino, fisarmonica, clarinetto, sax e tromba accompagneranno la classica formazione composta da chitarra, basso e batteria, riuscendo così a ricreare atmosfere calde e ballabili spinte da ritmi sempre sostenuti e melodie che spaziano dal surf al rock steady, attraversano spesso passaggi che richiamano le comuni sagre di paese a cui abbiamo partecipato tutti almeno una volta.
Tutto il lavoro è suonato e cantato con tecnica e convinzione, l’esperienza di questa band traspare con facilità dal tipo di tessuti musicali che riescono ad intrecciare con disinvoltura, e sicuramente le loro capacità hanno modo di mettersi pienamente in mostra soprattutto in una dimensione live, assolutamente fondamentale e necessaria per rendere giustizia a questo tipo di proposta.
Purtroppo di fronte a evidenti pregi emergono velocemente un insieme di invalicabili difetti che pregiudicano fortemente il giudizio finale di questo disco.
Prima di tutto i pezzi faticano a trovare una propria definita personalità, sembrano esser stati pensati per essere eseguiti tutti di seguito tanta è l’uniformità musicale che li lega, l’elenco di caratteristiche fatto in precedenza infatti si adatta ad ogni singola canzone senza bisogno di doverne analizzare una in particolare.
Inoltre chi non riesce a farsi piacere soluzioni musicali ed atmosfere tipiche dello ska vecchia maniera, non riuscirà nemmeno ad apprezzare questo Bek, dato che molte importanti componenti sonore derivano direttamente da quel genere.
Infine l’impronta folk data soprattutto da un cantato totalmente ermetico (sebbene siano contenute traduzioni dei testi all’interno del package) potrebbe allontanare ulteriormente coloro preferiscano proposte più universali e meno caratteristiche e tradizionaliste della musica degli Arbe Garbe.

Insomma, è un prodotto molto particolare e “di nicchia” che rendere felicissimi alcuni e lascerà indifferenti molti altri, collocandosi all’interno di un panorama formato esclusivamente da band con suoni ed idee molto omogenee ed un pubblico abituato e ristretto.

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