Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Symbolic Interaction
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Rudi Arapahoe - concept, elettronica
- David Berger - pianoforte, chitarra, sintetizzatori
- Sean South - chitarra
- Kaithlin Howard - voce
- Sara Chambers - violino, voce
- Eve Basilides - voce, arpa


Tracklist: 


1. I Close My Eyes And Float To The Ceiling
2. To Gather Flowers
3. Forest Of Arches
4. Dionysian Birds
5. Every Time I Sleep
6. Echoes From One To Another
7. Lunar Semaphore
8. Conversation Piece
9. Vulture Phantasy
10. Pleroma
11. Last Words Unspoken
12. My Shadow (Vanishes)

Arapahoe, Rudi

Echoes From One To Another

Echoes From One To Another rappresenta una viva testimonianza di etereo Ambient carico di reminescenze da una dimenticata e distante tradizione gotica; primo capitolo discografico dell’artista inglese Rudi Arapahoe, il platter trae ispirazione da La Divina Commedia di Dante Alighieri, delineando con le sue dodici tracce un viaggio introspettivo nella dimensione dell’oltretomba. Pubblicato sotto la casa discografica giapponese Symbolic Interaction, Echoes From One To Another si colloca come un lavoro ricco di venature Dark e Neoclassiche che affondano le proprie radici nello stile dei maestri Dead Can Dance, senza tralasciare sperimentazioni di sensibilità più contemporanea.
Ad accompagnare Rudi in questo percorso sonoro dai toni antichi ed arcani sono intervenuti musicisti di estrazione classica, arricchendo il contesto plasmato con voci liturgiche o con intrecci di arpa e pianoforte.

Dopo l’introduzione I Close My Eyes And Float To The Ceiling, la soave To Gather Flowers fa immergere l’ascoltatore in un’atmosfera eterea che vede materializzarsi l’ombra dei Cocteau Twins e dei This Mortal Coil più soffusi; numerosi sono i silenzi rotti da voci narranti e da suoni ambientali, che accrescono il valore mistico di cui è intrisa gran parte dell’opera di Rudi Arapahoe.
Le architetture degli avvolgenti e cosmici sintetizzatori divengono la sezione portante di ciascun pezzo, costituendo il substrato da cui l'artista concettuale inglese avvia la propria ricerca sperimentale: nel suadente dialogo tra chitarra acustica e violino di Every Time I Sleep si ritrova il fascino di un sound che sfiora talvolta le magie neoclassiche dei Black Tape For A Blue Girl, senza risultare però troppo cupo e grave.
L’episodio più memorabile del disco è rappresentato da Conversation Piece, costruito su un fievole ritmo campionato e scandito da una celestiale voce femminile, che proietta nel quadro tipico della Wave/Dream Pop.
Sebbene a volte il platter possa risultare monotono e statico, l’anima intellettuale di Rudi Arapahoe emerge con leggerezza, permettendo di accostarsi in modo meditativo ad un contesto elevato e di matrice letteraria.

Il percorso timbrico che il polistrumentista inglese ha voluto strutturare può essere ben descritto dalle immagini che Rudi ha voluto allegare alla propria opera, rendendola più conforme alla sfera visuale tipica delle pubblicazioni Ambient più meste e desolate: paesaggi lontani intrisi di una poetica noir equilibrano le tensioni tra un ambito sublime e uno minimalista, distinguendosi con valore all’interno del folto sottobosco della musica colta ed atmosferica.

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