Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Geffen/Universal
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Tom DeLonge - voce e chitarra
- David Kennedy - chitarra
- Ryan Sinn - basso
- Atom Willard - batteria

Tracklist: 

1. Valkyrie Missile (06:39)
2. Distraction (05:35)
3. Do It For Me Now (04:30)
4. The Adventure (04:42)
5. A Little's Enough (04:41)
6. The War (05:07)
7. The Gift (04:57)
8. It Hurts (04:10)
9. Good Day (04:41)
10. Start The Machine (04:11)

Angels and Airwaves

We Don’t Need to Whisper

E' il mese di febbraio del 2005 e sul sito ufficiale dei Blink 182 compare un messaggio dove si annuncia lo scioglimento, pare provvisorio, del gruppo californiano. Si chiude così un'epoca durata tredici anni, si spengono i riflettori su di un gruppo che, più di ogni altro, è stato capace di divertire suonando musica di tutto rispetto. Che fine hanno fatto allora i tre amici di San Diego? Mark e Travis, rispettivamente ex basso/voce ed ex batteria, hanno dato vita ai +44, cui esordio è previsto nelle prossime settimane, mentre Tom DeLonge, il bello del gruppo, ha formato gli Angels And Airwaves. Il progetto, nato circa un anno fa, vede la partecipazione, oltre chiaramente dello stesso Tom, del chitarrista David Kennedy, dell'esperto drummer Atom Willard, già con The Offspring, Alkaline Trio e American Hi-Fi, e dell'ex Distillers Ryan Sinn al basso. Il debutto degli Angels And Airwaves si intitola We Don't Need To Whisper ed è uscito nei negozi esattamente il ventitre maggio di quest'anno.

Prima di partire con l'ascolto bisogna innanzitutto togliersi dalla mente i Blink 182 ed il loro Pop Punk spensierato, perché qui tira tutta un'altra aria. L'album contiene dieci tracce e sfiora i cinquanta minuti di durata, non poco. Va ricordato inoltre che il buon Tom parlò bene fin dall'inizio della sua nuova proposta musicale, esaltandone ogni singola peculiarità. Ebbene, pur esagerando in alcuni frangenti, il signor DeLonge è stato di parola. We Don't Need To Whisper, oltre ad essere infatti un ottimo lavoro, riesce oltretutto a discostarsi in maniera semplicemente assoluta dai vecchi Blink 182. Quest'ultimi, comunque, erano apparsi assai diversi nel loro ultimo full lenght rispetto al passato; si era notata una maturazione notevole, e questo album ne è, almeno per Tom, la prosecuzione. C'è quasi una connessione fra il singolo I Miss You, datato 2003, e We Don't Need To Whisper, a dimostrazione che i tempi del nudismo urbano e delle prese in giro sono finiti per sempre. D'altronde, c'è un periodo per la sconsideratezza e ce ne è uno dove le cose vanno prese sul serio, con giudizio.

Gli unici richiami ai vari dischi precedenti sono rappresentati dalla voce di DeLonge, la quale però risulta ad ogni modo mutata. Ora essa sembra esprimere davvero il lato più profondo del ragazzo californiano. Ad accompagnare un cantato riflessivo e composto ci pensano dei suoni altrettanto miti, in cui spesso rivivono i leggendari anni ottanta. Per quanto concerne le atmosfere sognanti e malinconiche però, l'album si rifà alla scena Emo, prendendone in prestito le caratteristiche principali ed aggiungendo ad esse un tocco di personalità, che non guasta mai. I fan dei Blink 182 rimarranno dunque delusi se si aspettano dal proprio beniamino la solita minestra scaldata. Stavolta Tom ha deciso di fare di testa sua, mettendo da parte chitarre distorte e testi spensierati. Le tracce del disco si susseguono con una regolarità impressionante, senza sbavature né sussulti inutili. Si passa perciò da una pacata Valkyrie Missile ad una Distraction che sembra volersi estraniare dalla fretta e dalla confusione della società moderna. Altri ottimi capitoli sono la mesta It Hurts e la ben più vivace The War, ma l'intero album merita un plauso dopo l'altro, soprattutto per la capacità di ammaliare l'ascoltatore e di portarlo lontano con la mente.

We Don't Need To Whisper è un disco ricercato ed elegante, capace di mescolare il lato dark dei The Cure alle atmosfere incantate proprie dell'Emo Rock, il tutto condito con personalità ed ingegno. Grazie inoltre ai vari innesti elettronici, l'opera si rivela completa, ma in grado di stupire ascolto dopo ascolto. Sì, Tom ha nettamente centrato il bersaglio, ora staremo a vedere se i suoi colleghi sapranno fare altrettanto. Intanto godiamoci We Don't Need To Whisper, perchè ne vale davvero la pena.

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