Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Kscope
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Vincent Cavanagh - voce, chitarra
- Daniel Cavanagh - chitarra, voce, tastiere
- Jamie Cavanagh - basso
- Les Smith - tastiere
- John Douglas - batteria
- Lee Douglas - voce femminile

Tracklist: 

1. Thin Air
2. Summernight Horizon
3. Dreaming Light
4. Everything
5. Angels Walk Among Us
6. Presence
7. A Simple Mistake
8. Get Off, Get Out
9. Universal
10. Hindsight

Anathema

We're Here Because We're Here

 "We're here because we're here" cantavano in trincea le truppe alleate durante la Prima Guerra Mondiale. We're Here Because We're Here sono le stesse parole con cui gli Anathema annunciano il proprio glorioso ritorno sulle scene. Rapportarsi con la musica della band inglese è sempre un qualcosa di unico, di emotivamente febbrile, un'esperienza che altro non sa fare se non ridurre a brandelli la sensibilità e le resistenze emotive di chi ascolta. E, sebbene l'era dei capolavori sia ormai un ricordo lontano (ma in realtà indelebile), la Cavanagh brotherhood non abbandona i propri intenti e compie finalmente l'agognato e tanto atteso passo successivo all'ultimo, indimenticabile gioiello A Natural Disaster (2003).
Nel mezzo, niente più di tre - evitabili - singoli (Everything, A Simple Mistake, Angel Walk Among Us) e una compilation, Hindsight, contenente nuove versioni riarrangiate dei vecchi successi. Dopo numerosi annunci e smentite, a metà 2010 We're Here Because We're Here viene finalmente lanciato sul mercato e ridà vita ad un progetto che, soprattutto in seguito alle ultime, marginali pubblicazioni, rischiava di cadere una volta per tutte nell'oblio.

We're Here Because We're Here è un album pieno di spiritualità, di un anelito emotivo quasi religioso ma al contempo estremamente fragile e intimista. Ma se lo spiritualismo del passato era adornato da una poetica mistica e oscura e quello più recente di un decadentismo sobrio ma profondissimo, quello di We're Here Because We're Here si apre alla luce, abbraccia il sole, rifiuta il grigiore del sentimento urbano e si dirige dolcemente verso un timido nirvana interiore di dolcezza ed equilibrio. Che gli Anathema fossero un gruppo molto emotivo e melodico si sapeva abbondantemente, visto che anche i primi lavori, quelli ancora legati al doom e al gothic metal, risentivano di un registro compositivo sempre vibrante e intenso; ma che i fratelli Cavanagh potessero spingersi fino a queste sponde, abbandonando letteralmente lo spleen e le più complesse atmosfere dei precedenti album per dirigersi verso costruzioni molto più semplici e dirette, non è che fosse altrettanto ovvio nè tantomeno auspicabile.

Il distacco stilistico dell'album - che poi altro non è se non una graduale evoluzione - colpisce sin dall'inizio per il nuovo taglio atmosferico e per il peso (in questo caso estremamente diminuito) degli arrangiamenti. Ma se anche lavori come A Fine Day to Exit e A Natural Disaster si poggiavano largamente su un gusto compositivo raffinato ed estremamente soave, We're Here Because We're Here moltiplica le conseguenze di tale impostazione allargandola anche - e in maniera fin troppo vistosa - alle intuizioni melodiche. Chi ha già ascoltato i singoli usciti nel 2006 e nel 2007 non si stupirà quindi di ritrovarsi di fronte canzoni dalla spiccata mielosità come Everything (tra le peggiori composizioni di sempre degli Anathema), Angels Walk Among Us (praticamente una versione pop-rock del capolavoro Angelica, in collaborazione con Ville Valo degli HIM) e la dredgiana A Simple Mistake che, almeno, si distingue dagli appena citati brani per una presa emotiva ben più salda e ricca di un mordente che, al contrario, manca quasi del tutto in Everything e Angels Walk Among Us.
Fortuna che i fratelli Cavanagh - nonostante l'avanzare dell'età e di un'evidente, seppur non scandalosa, regressione creativa - si ricordino ancora come si fa ad emozionare veramente un cuore e quando ci mettono tutti loro stessi, non possono uscire che capolavori; capolavori che in questo caso si chiamano Thin Air e Summernight Horizon e che aprono le danze dell'album nella maniera più emozionante possibile, la prima col suo refrain e il suo avvolgente crescendo finale, la seconda con una sensazionale cavalcata di tastiera, batteria e chitarra su cui si intrecciano meravigliosamente le ampie distensioni vocali dei Cavanagh e di Lee Helen Douglas. Da qui in poi, We're Here Because We're Here si addormenta pian piano in sdolcinate litanie pop rock dal tocco raffinato e di forte impronta sentimentalistica (la comunque godibile Dreaming Light, le già citate Everything, Angels Walk Among Us e A Simple Mistake, senza contare i primi minuti della conclusiva Hindsight, per il resto splendida nella seconda metà), cambiando aria solo con il melodismo obliquo e la vivacità di Get Off, Get Out e con la struggente psichedelia pinkfloydiana dell'altro gioiello Universal.

Dopo un ascolto del genere, riflettendo soprattutto sul passato, sulla storia e i capolavori di questo gruppo, tirare fuori un verdetto obiettivo e scientifico è un'impresa a dir poco ardua, in special modo se si è legati agli Anathema a livello puramente affettivo. Privo di una vera tensione emotiva, lontano anni luce dal crepuscolarismo del recente passato, molto più melenso, effimero, onirico e semplice dei precedenti album, We're Here Because We're Here è un lavoro che, per bellezza e qualità, non può essere minimamente avvicinato alle perle dei fratelli Cavanagh del periodo rock ma rimane un disco che, se vi si presta la giusta attenzione - lasciando da parte qualsiasi superficialità critica - riuscirà comunque a regalare emozioni. Non tante, ma nemmeno nessuna.

Rimane il fatto che se questo disco l'avesse composto qualche altro gruppo alt-rock europeo, si starebbe gridando da tempo al capolavoro.

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