Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Peaceville Records
Anno: 
1993
Line-Up: 

- Darren - voce
- Daniel - chitarra
- Vincent - chitarra
- Duncan - basso
- John - basso
- Ruth - voce in J’ai Fait Une Promesse

Tracklist: 

1. Lovelorn Rhapsody (06:25)
2. Sweet Tears (04:14)
3. J’ai Fait Une Promesse (02:40)
4. They (will always) Die (07:16)
5. Sleepless (04:12)
6. Sleep in Sanity (06:53)
7. Scars of the Old Stream (01:10)
8. Under a Veil (of Black Lace) (07:34)
9. Where Shadows Dance (01:58)
10. Dreaming : The Romance (23:24)

Anathema

Serenades

Il 1993 segna l’inizio dell’avventura di una band che ha regalato e continua a regalare infinite emozioni, gli Anathema. Serenades è il primo full-length della formazione di Liverpool che sviluppa già quelle tematiche grazie alle quali avrebbero reso famosi i seguenti lavori. Ovvero tematiche introspettive che analizzano in profondità l’uomo, le sue sensazioni, i sentimenti di struggimento interiore per una vita sfuggente e un amore perso. E questo stato d’animo non può che conciliarsi perfettamente con il doom inglese che stava nascendo in quegli anni.
Questo album presenta dieci track, per una durata totale di oltre un’ora di forti emozioni. Già la prima song, Lovelorn Rhapsody, esprime parte del sound del combo capeggiato da Vincent. Le chitarre, distorte, stendono un velo di note molto dolci che si fondono assieme alla voce profonda e triste di Darren. Sweet Tears poi dimostra un aspetto ancora grezzo del sound del gruppo inglese. E’ da notare poi proprio il titolo di questa track, che diventa emblema del loro modo di fare musica.

Una specie di ossimoro che unisce in sé un elemento di somma tristezza come le lacrime che però appaiono dolci. Gli Anathema assicurano già ottime idee e per ora il timbro sonoro che utilizzano è ancora piuttosto “primitivo”. Con i lavori successivi sarà evidente come lo svilupperanno e lo perfezioneranno creando i capolavori The Silent Enigma e Eternity. Molto belle sono già le parti strumentali di mera evasione, con una batteria che segna sempre una procedimento ordinato. La terza track, J’ai Fait Une Promesse, apre poi il capitolo di song con voce femminili a cui il combo di Liverpool ci abituerà puntualmente, con ad esempio Alone e Parisienne Moonlight.
Crea un’atmosfera molto serena, come una ballata di un villaggio in un tramonto estivo. Ed è proprio un tramonto che viene riportato sulla copertina. Un cielo rosso, squarciato però da nubi nere, come a indicare i drammi che necessariamente perseguitano l’uomo, anche in momenti di relativa quiete. Il vocal di Darren è un growl puro e grezzo, molto più estremo di quello di Vincent dei lavori successivi. Ne è prova They (will always) Die che, con il suo ritmo spezzato da drums, indugia proprio sulla voce.

La quinta track del full-length, Sleepless è uno dei grandi successi degli Anathema e diventerà subito un vortice travolgente in ogni live. Il suo intro non può non essere riconosciuto immediatamente per il particolare riff di chitarre con accordatura ribassata. Notevole è anche la prestazione di batteria fornita da John Douglas che guida l’ascoltatore fino all’assolo di chitarra. “And i Often Cry…Please ease my pain…No sleepless nights missing the Dead”. In questi termini le liriche, sempre molto belle, esprimono tutta l’insoddisfazione per la vita, il desiderio dell’uomo di smettere di soffrire. In Sleep in Sanity John scandisce ancora perfettamente il potente growl di Darren. Molto toccante è poi l’ascesa emotiva, determinata dalle chitarre verso i tre minuti.

Scars of the Old Stream è una track molto d’atmosfera, di breve durata, creata grazie alla dolce distorsione delle guitars. Passando di track in track, si fa apprezzare la svolta acustica a metà durata di Under a Veil (of Black Lace). “A serenade i cry…funeral drapery”. La nona track, concludendosi, lascia spazio all’ultima, gigantesca, Dreaming : The Romance. Ovvero un imponente instrumental di ventitre minuti, che ricorda molto le song ambient dove non esistono limiti di tempo. Alla base di questa song è la dolce atmosfera creata, a metà tra la serenità e la drammaticità, dato una sorta di alone di mistero che l’avvolge. Gli Anathema con questo lavoro aprono una serie di grandi successi che li porteranno a diventare il simbolo del loro genere. Questo album è da considerarsi quindi come radice, antecedente dei capolavori successivi.

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