Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Listenable Records/Audioglobe
Anno: 
2004
Line-Up: 


- Cessium 137 - Voce
- Chlordane - Tastiere
- Ethion - Chitarra
- Endrin - Basso
- Diazanon (Dave Haley) - Batteria


Tracklist: 


1. Erebus (04:09)
2. Mictlan (04:51)
3. Zero (04:16)
4. Senium (02:03)
5. Nihil (05:18)
6. Geilt (04:15)
7. Sekem (04:45)
8. Occasus (03:10)
9. Ennea (04:09)
10. Sangre (04:56)

Amenta, The

Occasus

Occasus rappresenta il disco d'esordio degli Amenta, band proveniente da un background musicale estremo passato parecchio inosservato come quello australiano ma comunque responsabile di aver spaccato critica e pubblico con un album che, al di là della sua effettiva bellezza, farà molto discutere tutti gli appassionati di death metal et similia. Occasus è infatti un violentissimo concentrato di death metal e industrial, che richiama la grande tradizione estrema europea, proiettandosi al contempo verso una dimensione espressiva futurista e cybernetica: una guerra, insomma, di fulmini sintetizzati e incontrollabili scorribande strumentali.

Non è facile infatti avventurarsi nei meandri di questo disco che, per rendere al meglio le peculiarità di cui è permeato, parte in quarta con quello che risulta essere il capolavoro del lotto, ovvero la diabolica Herebus che richiama (non vagamente) i Myrskog di Death Machine, innalzando quindi con impeto una prolungata catena di riff brutali, macchinosi e claustrofobici, linea compositiva presentata anche dalla successiva Mictlan, che passa però senza lasciare nulla di memorabile, al contrario della terza Zero, altro araldo dell'imponenza atmosferica della musica degli Amenta.
Superando la strumentale Senlum e la quasi inutile Nihilt, si giunge poi a Gellt che, grazie ad un più particolare uso delle tastiere (che per il resto dell'album appaiono sovente fuori luogo o mal gestite), va a creare un allucinato scenario futurista in cui continuano a regnare ritmiche imbizzarite, plettrate al vetriolo e inabbisamenti atmosferici soffocanti (l'industriale Occasus, la maestosa e ben riuscita Ennea).
Così termina Occasus, annientando il nostro apparato auricolare, sbattendoci verso le mura in cui siamo rinchusi quando l'ascoltiamo, senza però riuscire a farci varcare realmente la porta di quel futuro allucinato che a momenti ci sembrava avere a due passi. Quello degli Amenta è infatti nient'altro che un tentativo non portato a termine di 'futurizzazione' musicale, di una ricerca stilistica e di sound che non manca di episodi convincenti ma, in linea di massima, rimane spesso inconclusa o non in grado di mantenere il songwriting su livelli di eccellenza (molti, troppi brani del disco suonano come semplici riempitivi).

Che altro dire, un disco quindi difficile da digerire anche per gli amanti del death, sia scandinavo che a stelle e strisce (chissà in quanti storceranno il naso di fronte a quest'alchimia stilistica). Se siete appena arrivati nell'immenso mondo del Death Metal, dimenticatevi assolutamente di quest'album. Se invece amate le sonorità più sinfoniche allora provatelo, potrebbe piacervi.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente