Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gravenimage
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Viktor Emmanuel - voce
- Alice Elizabeth Chiarelli - tastiera, voce
- Giancarlo Mendo - chitarra
- Martino Malacrida - batteria
- Emanuele - basso


Tracklist: 

1. Mother Earth (05:52)
2. The Woods (05:48)

Alice in Darkland

Promo 2006

Gli italiani Alice In Darkland, creati dalla tastierista Alice Elizabeth Chiarelli, scostano il sipario dopo un lungo periodo buio segnato da continui cambi di line-up, e si ripresentano con una formazione completamente rivoluzionata, in cui solo Alice rimane della band che aveva registrato il fortunato CD d’esordio The Evil’s Entrails, che aveva ricevuto il favore della critica italiana e non, nel 2002.
Ora i nostri tornano con nuove idee in testa, espresse a grandi linee in questo promo contenente solo due canzoni, in cui si rileva un approccio decisamente diverso verso la composizione dei brani, che rispondono a criteri di “modernizzazione”, discostandosi sensibilmente dal progressive death dal sapore gotico del primo platter.

In generale i nostri puntano su un sound più snello, senza rinunciare al lato più sperimentale e sofisticato, e lo fanno introducendo elementi di maggiore morbidezza e linearità, come il cantato pulito affiancato al growl e l’uso (molto parsimonioso in realtà) dell’elettronica.
In primo piano sempre le tastiere di Alice, che in Mother Heart non smettono un attimo di sostenere il brano, snodato in modo imprevedibile tra cambi di tempo e innesti di voci pulite, growl, screaming e sussurri, che rendono il brano a tratti epico, poi maligno, fascinoso o tormentato.
Anche la successiva The Woods si presenta più melodica e veloce dei brani presenti sul primo album, confermando la decisione della band di slegarsi dai ritmi più cadenzati del vecchio stile, semplicemente schiacciando il piede sull’acceleratore e mantenendo intatte le caratteristiche più “progressive” del song-writing, che continua a stupire per quanto sia intricato in certi passaggi.

Più che di revisione si può parlare di ampliamento del sound, con trovate che lasciano piacevolmente sorpresi per quanto siano convincentemente ruffiane, come le orecchiabile parti elettroniche da EBM di Mother Heart, o il finale quasi pop-metal di The Woods, che invece di essere fuori posto aiutano a rendere i pezzi più elastici da ascoltare.
Un esperimento dunque che non risulta fallimentare, e prelude a notevoli sviluppi, soprattutto per quanto riguarda l’originalità di quanto si ascolta rispetto al generale marasma di bassa lega che ci circonda, ma ogni giudizio definitivo va rimandato all’ascolto di un intero platter, con una qualità di registrazione che renda onore alla sottigliezza degli arrangiamenti. Intanto non si può che aspettarsi buone cose, e premiare con un voto più che discreto.

Entrambe le canzoni sono disponibili per l’ascolto a questo indirizzo.

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