Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Cold Meat Industries
Anno: 
1995
Line-Up: 

- Andrea "Nebelhexë" Haugen
- Tanja "Nachthexe" Stene


 

Tracklist: 

1. Enthrall (01:36)
2. Sacrifice (05:37)
3. Enter the Hall of Ice (05:02)
4. Call from the grave (06:03)
5. Totentanz (05:24)
6. The darkest desire (05:12)
7. Das irrlicht (03:58)
8. Ende (03:32)

Aghast

Hexerei im Zwielicht der Finsternis

Misteriose, soprannaturali, agghiaccianti atmosfere: tutto qui, ma non è poco, quello che troverete in “Hexerei im zwielicht der finsternis”, opera prima di quella Nebelhexe che pochi anni dopo sfornerà diversi ottimi lavori con il progetto omonimo e con le Hagalaz’ Runedance, e che qui è accompagnata da un’altra dark lady: Tania “Nacht” Stene, recentemente ascoltata in veste di guest sul debut album dei Northaunt.

Due signorine che all’epoca bazzicavano quello che era il Circolo Black norvegese, essendo a quel tempo Andrea “Nebelhexe” Haugen la moglie del chitarrista degli Emperor, Samoth, ed essendo Tania “Nachtexe” Stene l’allora moglie di Fenriz dei Darkthrone (ora entrambe si sono separate dai quei mariti) nonché l’autrice delle copertine dei primi 3 dischi degli Ulver. Frequentazioni che hanno scatenato diverse leggende su questo debutto della band, la più accreditata delle quali vuole che le vocals siano state registrate con il microfono ch’era appartenuto al singer dei Mayhem, Dead, morto suicida nel ’91.
Le Aghast erano dedite a un Dark Ambient assolutamente oscuro, dal feeling sabbatico e ultraterreno, che la prestigiosa etichetta svedese Cold Meat Industries si affrettò a pubblicare, rilasciando sul mercato quella che sarebbe divenuta l’unica, demoniaca creazione delle Aghast: “Hexerei im zwielicht der finsternis”.

Fondamentali, per la proposta del duo, sono ovviamente le spettrali tastiere e gli effetti rumoristici, atti a creare il background ideale e un’atmosfera di attesa e tensione, su cui andranno a inserirsi i vocalizzi, i canti, le invocazioni delle eteree e terrorizzanti voci di Andrea e Tania, propense a utilizzare le proprie corde vocali non tanto per recitare testi quanto più per creare un clima ancora più angosciante, come se costituissero un altro ‘strato’ di tastiere.
Particolarmente significative in questo senso la coppia di tracce in terza e quarta posizione, “Enter the Hall of Ice” e “Call from the grave”, quasi provocanti uno stato di ipnosi nella loro surreale atmosfera senza tempo né luogo, stordenti nella loro calma apocalittica. Sono peraltro il preludio a quella che è forse la migliore ‘esperienza musicale’ del disco, vale a dire la quinta “Totentanz”, superbamente ritmata da tamburi ossessivi e rituali, mentre le effettate e lontane voci delle due streghe norvegesi mettono in scena una ‘danza dei morti’ da brividi lungo la schiena.

Trentacinque minuti di pura atmosfera glaciale, esoterica e notturna per un album generalmente meno considerato rispetto ad altre proposte coeve della CMI, ma che rimane di culto per gli appassionati del Dark Ambient scandinavo.


 

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