Voto: 
9.4 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Columbia
Anno: 
1975
Line-Up: 

- Steven Tyler - voce e armonica
- Joe Perry - chitarra
- Brad Whitford - chitarra
- Tom Hamilton - basso
- Joey Kramer - batteria

Tracklist: 

1. Toys In The Attic
2. Uncle Salty
3. Adam's Apple
4. Walk This Way
5. Big Ten Inch Record
6. Sweet Emotion
7. No More No More
8. Round And Round
9. You See Me Crying

Aerosmith

Toys in the Attic

Toys In The Attic uscì nel 1975 e fu il terzo album in studio degli Aerosmith, dopo l'esordio omonimo del 1973, contenente l'hit Dream On, che permise alla band di Tyler di iniziare un tour di supporto a gruppi come Kinks e Mott the Hoople, e Get Your Wings del 1974 molto apprezzato dalla critica ed accompagnato dal loro primo singolo Same Old Song And Dance/Pandora's Box. Evidentemente gli Aerosmith dovevano essere molto ispirati in quel periodo per riuscire a dare alla luce tre album in tre anni e tutti di grande spessore, in particolar modo questo Toys In The Attic, e non finisce qui, visto che appena l'anno dopo si ripresentarono con un altro masterpiece come Rocks. Due capolavori a distanza di un anno consacrarono gli Aerosmith mostri sacri del rock e non c'è da stupirsi, infatti Steven Tallarico, o Tyler come lo conoscono tutti, e i suoi compagni erano in grado di rappresentare l'unica risposta americana degli anni '70 allo strapotere del rock inglese, che poteva contare, tra gli altri, su Rolling Stones e Led Zeppelin. Proprio questi due erano i gruppi che avevano influenzato il sound ed il songwriting di Tyler e Perry, che fecero confluire il Rock n' Roll dei primi e l'Hard n' Blues dei secondi creando così uno stile proprio che fece balzare nel giro di pochi anni il combo americano ai massimi livelli di apprezzamento, e non solo di critica e pubblico, ma anche tra gli stessi colleghi, molti dei quali, Joni Mitchell ad esempio, ebbero parole di stima nei loro confronti.

Il platter contiene nove canzoni per una durata di quasi quaranta minuti, la title track è il brano d'apertura, che presenta una sezione ritmica veloce e riffs aggressivi, con un Tyler che nel tenere la scena non ha nulla da invidiare neanche a Mick Jagger, al quale peraltro assomiglia persino fisicamente, invece Uncle Salty è una song dal retrogusto southern-rock dove l'esibizione di basso e chitarra risulta molto efficace, mentre Adam's Apple è un incredibile mix di rock n' roll e blues, dove si può apprezzare ancora una volta il buon lavoro di basso e chitarra, oltre che un Tyler molto ispirato. Ma è in questa parte centrale che arrivano i pezzi da novanta, innanzitutto Walk This Way, pezzo trascinante dal refrain irresistibile e dal riff ormai immemorabile, che molti anni più tardi sarebbe stata riproposta insieme agli eroi dell'hip-hop Run DMC, facendo aimè da apri pista al rap metal. Big Ten Inch Record è invece una riesumazione del blues degli anni '50, invece Sweet Emotion è un classico degli Aerosmith che si è trasmesso intatto nella sua freschezza e nella sua attualità grazie soprattutto alle linee di basso che accompagnano il pezzo per tutta la sua durata ed al lavoro delle chitarre che disegnano riffs elettrizzanti ed efficaci. Anche No More, No More è un gran pezzo, dove Tyler viene accompagnato oltre che dai suoi fedeli compagni d'avventura anche dalla tastiera di Scott Cushnie, ed a seguire Round And Round, sul quale si potrebbe anche glissare visto che poco aggiunge qualitativamente al platter. Il brano conclusivo è a mio avviso una delle più belle ballad concepite dalla mente umana, infatti You See Me Crying è tra i pezzi più belli e sottovalutati degli Aerosmith, e del rock in genere, con una bellissima intro melodica e malinconica, un Tyler che mostra un'estensione vocale da paura, specie in alcuni acuti da pelle d'oca che vanno ad impreziosire una song di per sè stupenda.

Erano questi i primi Aerosmith, un gruppo che era riuscito a creare un proprio stile senza inventare nulla di nuovo, e che avrebbero poi dominato ed influenzato il rock americano, riuscendo in seguito a non soccombere nemmeno di fronte all'emergere di nuove realtà, come Guns N' Roses, Bon Jovi o Motley Crue ai quali riuscirono sempre a tener testa e ai quali anzi sono sopravvissuti mostrando, oltre all'indiscussa qualità, una longevità alla quale solo i più grandi possono ambire. Ciò significa che gli Aerosmith sono stati capaci di regalarci altri grandi album, ma a mio avviso Toys In The Attic è da considerarsi il capolavoro maggiore del combo di Boston.


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