Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Il Manifesto
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Anna Rita Luceri - Voce, Tamburello
- Maurilio Gigante - Basso, Voce
- Luciano Treggiari - Percussioni, Flauto, Teremin, Hang
- Luciano Toma - Tastiere
- Paolo Colazzo - Batteria
- Daniele Stefàno - Chitarre

Tracklist: 

1. Intro (Madri Senza Terra)
2. Niuru Te Core
3. Salentu E Africa
4. Madri
5. La Corsa di Assan
6. Canto Alle Nuvole
7. Oltre
8. Otranto 14 Agosto 1480
9. Maràn Athà
10. Non Gridate Più
11. Scale Fino Al Cielo

Abash

Madri Senza Terra

Con oramai quasi dieci anni di esperienza musicale alle spalle gli Abash marchiano il 2007 con il terzo lavoro in studio Madri Senza Terra che segue i due precedenti lavori Salentu e Africa e Spine e Malelingue.
La band salentina si presenta al pubblico italiano con una particolare miscela di progressive rock e influenze mediorientali che danno alla musica del gruppo un tocco di notevole originalità. Lo stile degli Abash è infatti interessantissimo in tutte le sue sfumature che si fondono in un sound decisamente coinvolgente capace di trasportare l'ascoltatore partendo dai sapori mediterranei fino a giungere alle ondulanti melodie tipiche della musica orientale, creando strutture timbriche e ritmiche che, almeno in Italia, non sono mai state approfondite con così tanta cura.

Madri Senza Terra colpisce fin da subito con le sue scosse in cui chitarre dal taglio progressive si alternano ad esperimenti strumentali variegati che superano il rock per approdare alle sponde di una musica che mi verrebbe da definire "elettroetnica" per le atmosfere che suggerisce attraverso un riffing curato ed espresso tramite arrangiamenti sapientemente costruiti. Le doti tecniche del gruppo infatti non lasciano a desiderare, basti ascoltare un brano come Canto Alle Nuvole in cui le melodie vengono riproposte con grande precisione creando atmosfere a cavallo tra rock e musica etnica. Da notare la buona prova della singer Anna Rita Luceri che riesce ad adattare la sua elegante voce alle strutture melodiche sottostanti, caratteristica riscontrabile soprattutto nella bellissima Madri in cui il rapporto tra insieme vocale e base strumentale tocca il suo apice presentandoci una musica equilibrata e ricca di toccanti melodie, arricchite anche da un sistema di lyrics significativo che si adatta perfettamente al sound.
E se poi i particolari timbri di Otranto 14 Agosto 1480 segnano l'ascoltatore grazie alle notevoli accellerazioni progressive, è la meditativa Maràn Athà ad immergerci in una piacevole pacatezza sonora, caratteristica che nel disco non troverà molto spazio a favore degli inasprimenti rock che rafforzano la composizione ma dall'altra parte la privano delle atmosfere puramente etniche che vengono comunque fatte passare attraverso sonorità più sostenute, come per Salentu e Africa e le due conclusive Non Gridate Più e Scale Fino Al Cielo in cui si concentrano le buone doti tecniche del gruppo capace di tessere melodie in cui chitarra, basso e tastiera si mescolano in maniera calibrata nonostante il riffing non sia sempre di buon livello.

Infatti, anche se per gran parte della sua durata il disco coinvolge e fa viaggiare l'ascoltatore, sono inevitabilmente presenti cali di livello che àncorano il sound degli Abash ad una prevedibilità stilistica che pian piano vien fuori nonostante la bravura compositiva del gruppo colpisca di più di queste piccole cadute di tensione.
Madri Senza Terra rimane quindi un interessante esempio di come la musica prog rock italiana si possa fondere con le sfumature etniche di stampo orientale che arricchiscono la musica del gruppo salentino, l'unico che in Italia ha saputo far giungere tale tipologia di musica fino a questo livello.

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