Voto: 
4.0 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Pulverised Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Erik - voce
- Lindh - chitarra
- Tobbe - chitarra
- Olle - batteria
- Sodomizer - basso


Tracklist: 

1. In the name of...
2. ...Violence
3. Art of chaos
4. Greed spreader
5. Die dead gone
6. Hate will prevail
7. Hope fades
8. Perfect hell
9. Broken
10. Kill or blood
11. Manmade misery
12. Surprise! you're dead!
13. Killing at will
14. Where apathy dwells
15. Self pollution
16. Quid pro quo
17. 5 infernal years
18. Retaliation

21 Lucifers

In The Name Of...

Gli svedesi 21 Lucifers esordiscono sulla scena metal estrema con il debutto su full lenght In The Name Of..., che va a completare più di cinque anni di attività, nel corso dei quali la band ha prodotto due demo che hanno riscosso un discreto successo nella scena locale.
In The Name Of... fa parte di quella categoria di dischi la cui copertina, vero e proprio capolavoro di pacchianità oscena, invoglia l’ascoltatore a farsi due risate più che a sprecare il proprio tempo ad ascoltare il disco; che dire, non sarebbe una cattiva idea, visto che il disco si presenta come una ridicola, insignificante e fastidiosa accozzaglia di varie influenze, coronate da un cantato in screaming che potrebbe rivaleggiare con quello live di Dani Filth come il più irritante mai sentito.

Il sound dei 21 Lucifers è infatti un punto di incontro tra black metal, death melodico di scuola svedese, sprazzi di melodia neoclassica, e un thrash/death metal più grezzo che sfocia a tratti in ritmiche brutal; il tutto non mescolato in una rielaborazione personale, ma semplicemente giustapposto senza alcuna cognizione di causa, con una componente che domina sulle altre a seconda delle canzoni, causando una confusione che sfocia nel ridicolo. L’impressione è che la band abbia cercato di sbattere dentro la propria musica più riferimenti possibili per cercare di allargare il proprio pubblico a tutti i seguaci del metal estremo, ed il risultato è davvero poco efficace.

Per farsi un’idea di tutto ciò basta dare un ascolto alle prime due canzoni: la title-track, un’intro cadenzata e possente, caratterizzata da complesse ritmiche brutal-oriented e riff poco incisivi, seguito da Violence, brano di stampo black metal nel quale la voce arranca cercando di mantenere uno scream su tempi velocissimi ed inadeguati, per sfociare in un assolo melodico quantomai fuori luogo. Più o meno quello che si troverà nel resto del disco, con l’aggiunta di scontatissimi riff di impostazione melo-death che lasciano il tempo che trovano; al limite del ridicolo poi la cover dei Faith No More Surprise You’re Dead!, un vero insulto all’originale.

Poco più di mezz’ora di musica quella proposta dai 21 Lucifers, che è già decisamente troppo per chi vuole ascoltare un buon disco di metal estremo; un disco già strumentalmente scarso, reso insopportabile da uno screaming da dilettanti.

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